giovedì 12 gennaio 2012

Lo chiamano eroe

Eroi da clclostile di Perla

Da Governo.it:

«Il sottosegretario di Stato, xxxx xxxxxxxx ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico, per poter meglio difendere la propria immagine e onorabilità in tutte le sedi, nonché per salvaguardare la credibilità e l’efficacia dell’azione del Governo. Il Presidente del Consiglio, xxxxx nell’accettare le dimissioni, ha manifestato al Sottosegretario xxxxx il suo apprezzamento per il senso di responsabilità dimostrato nell’anteporre l’interesse pubblico ad ogni altra considerazione. Il Presidente xxxxx ha inoltre ringraziato il Sottosegretario xxxxx per il suo contributo al lavoro del Governo, pur nella brevità del suo incarico.» Con questa formula, sempre identica e stucchevole come solo le ipocrisie dei potenti riescono ad essere, Mario Monti potrebbe liquidare le prossime dimissioni proprie o di altri suoi colleghi. Basterà inserire i nomi dei successivi collaboratori in odore di abuso di atti d'ufficio, corruzione, concussione, grave conflitto di interesse, nepotismo, uso privato di mezzi di Stato, concorso esterno in associazione mafiosa, malversazione, provocatore di aumento dello spread e via via elencando.

Si obietterà che Monti, all'opposto dei suoi predecessori e dei suoi successori, non dovrà più far uso del ciclostilato qui sopra. Nell'attuale coalizione di governo, partendo da lui e scendendo fino all'ultimo dei suoi coadiuvanti, lavorano esclusivamente mammolette colte di fiore in fiore, nel giardino dell'Eden dei sobri e dei probi, di cui Mario Monti é la divinità assoluta e garante. E dev'essere davvero così; siamo tutti pronti a mettere le mani sul fuoco, fiduciosi di non bruciarcele, mentre guardiamo andare via il prof. Malinconico. Purtroppo però é proprio dall'amico Carlo M. che ci viene una lezione e un monito: tutti sono buoni e onesti fino alla prova intercettazione! Siamo certi che i componenti di questo esecutivo sopravviverebbero anche un solo giorno in carica se qualcuno ascoltasse e qualcun altro pubblicasse le loro o le altrui telefonate sempre a loro riferibili? Impossibile! E' soltanto una questione di fortuna. Essere dentro questo sistema italiano così gravemente malato, dove non si ha nemmeno la percezione dell'anomalia e disonestà di certi comportamenti, perché così fan tutti, rappresenta comunque un rischio, lucroso ma pur sempre un rischio.

Malinconico se n'è andato, come un cavaliere impunemente disarcionato (cavaliere pluri-decorato lo è davvero), tra gli applausi di Monti e dei montiniani che si affrettano a chiudere il capitolo, incensando il grande boiardo di Stato come un eroe! Nessuno ha interesse a lapidare Malinconico, anzi egli viene esaltato come fulgido esempio per tutti. Un martire dolente perseguitato dai media! Nessuno peraltro si oppone più all'abuso inverecondo delle intercettazioni che stanno entrando a far parte della cronaca quotidiana, alla faccia del fondamentale diritto alla privacy di ciascuno. Si gioca a dadi con la vita di chiunque, in questa associazione a delinquere, dove sono tutti parimenti da condannare: intercettati e intercettatori. Il meccanismo è perverso e persino il Malinconico, ex presidente FIEG, che ieri difendeva a spada tratta la pubblicazione sui giornali delle conversazioni private della gente, mai si sarebbe immaginato di essere tra le inevitabili vittime del sistema da lui alimentato e difeso.

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