martedì 24 gennaio 2012

La firma della truffa


MILANO - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto del governo sulle liberalizzazioni. Il provvedimento, varato venerdì scorso dal consiglio dei ministri, è arrivato al Colle nel pomeriggio di martedì ed è stato esaminato dai tecnici del Quirinale prima della firma del capo dello Stato. E' arrivata quindi in serata la promulgazione del Colle al pacchetto liberalizzazione. La ricognizione del Capo dello Stato era cominciata sul testo grezzo arrivato dopo il varo da parte del consiglio dei ministri. Ed è stata perfezionata a seguito dell'invio del testo formalizzato dalla ragioneria generale dello Stato.

IL SOSTEGNO DI MONTI - «Crescita e occupazione» devono diventare «sempre più un tema al centro del dibattito europeo». Così il presidente del Consiglio italiano Mario Monti parlando all'Ecofin a Bruxelles. Su questi fronti «in Italia stiamo facendo la nostra parte» assicura il premier e sottolinea di aver illustrato ai colleghi Ue le misure sul consolidamento di bilancio, ma anche quelle su concorrenza e infrastrutture. «Speriamo di poter procedere in modo abbastanza spedito, pur nel rispetto delle esigenze di contrattazione, sul mercato del lavoro» aggiunge. Quindi risponde a una domanda sull'impatto che il pacchetto liberalizzazioni potrà avere sulla crescita. Cita stime di Bankitalia (11% sul Pil, di cui oltre il 5% nei primi tre anni) e commenta: «È uno studio. È difficile fare previsioni quantitative ma si capisce che c'è roba vera...»

«SACRIFICI PER TUTTI» - Poi il consueto richiamo all'equità: «Siamo ben coscienti che le riforme che stiamo facendo chiedono un contributo importante da parte dei settori interessati, ma in questo momento tutti gli italiani stanno facendo degli sforzi. Se ci mettiamo tutti insieme a farli i sacrifici saranno minori e più equamente distribuiti e i risultati maggiori e più veloci».

FONDO ESM E BCE- «Io non ho mai indicato cifre» ma confermo il «principio di aumentare le risorse» del firewall Ue risponde infine Monti a chi gli chiede delle voci di una richiesta dell'Italia di raddoppiare la dotazione da 500 a 1000 miliardi di euro. Il premier italiano si dice anche fiducioso sull'apertura positiva degli altri Paesi della zona euro sull'aumento della dotazione dei firewall (ovvero i fondi "muri di fuoco" per resistere all'assalto speculativo) dopo che verrà ratificato il trattato sul fiscal compact. Allo stesso modo Monti ritiene che, con la sigla del trattato che rafforza la sorveglianza europea sui conti pubblici dei singoli Paesi, anche il ruolo della Banca centrale europea possa mutare in maniera positiva: «Credo si possa assistere ad una evoluzione; del resto un aspetto importante dell'evoluzione (dell'Eurotower, ndr) è stato quello che non ha riguardato i titoli pubblici, ma le banche con una grossa operazione di rifinanziamento condotta fra novembre e dicembre» risponde Monti a una domanda sulla possibilità che la Bce modifichi la propria azione assumendo il ruolo di prestatore di ultima istanza.

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