mercoledì 25 gennaio 2012

La banda del loden e la realtà

Brioches per tutti, prego di Marco Cavallotti

«noto una cosa strana che un pochino mi stride... faccio il confronto con il governo precedente scellerato e libertino che se ne fotteva degli italiani, che affamava i pensionati e le casalinghe dovevano rovistare nella rumenta come ci dimostrava il prode sant'oro insomma il governo Berlusconi che giustamente veniva punito con blocchi e scioperi sacrosanti fatti dal nostro eroico sindacato cgil, che veniva punito dai nostri protestatori di professione tipo girotondini senonoraquandini, popolini violacei, giornalisti sinistri che fomentavano folle di folli, magistrati schierati e con le toghe rosse... ah no quelle sono sempre al lavoro... ora noto che tutti costoro sembra che siano completamente rinco dalla banda del loden e a nessuno è passato in mente di dire a questa banda di persone che non ha mai vissuto tra la gente e il popolo che forse la misura è colma e che è ora di dire basta… e questi signorotti ancora non si rendono conto che la gente, noi il popolo, ci siamo rotti e i primi moti di ribellione si accendono e a questo punto speriamo che la fiamma che si sta accendendo sia impetuosa e spazzi via questa casta insopportabile... torniamo a essere un popolo con le palle.»

Così ci scrive un lettore, e la sua lettere non è l'unica. Curiale e pacatissimo, intanto il nostro prof, avvezzo alla quiete di un ateneo mai sfiorato dai casini delle università normali, centellina provvedimenti utili, meno utili e inutili, come se il tempo fosse una variabile indipendente – a proposito, ricordate il "salario variabile indipendente" di Lama? –, e come se, in politica, da che parte si inizia a spennare il pollo fosse indifferente. Intanto le piazze si riempiono di gente imbufalita, i ministri parlano a vanvera invocando con tre o quattro giorni di ritardo la legalità, quando ormai la legalità è finita sotto i piedi: lo hanno capito benissimo anche i magistrati, che hanno guardato dall'altra parte e dell'obbligatorietà dell'azione penale – il loro cavallo di battaglia – si sono d'un botto dimenticati. Ma il professore va avanti, spiega in televisione, dibatte in televisione, perora la causa nazionale in tandem con il Colle, seguito dalla televisione, mentre il pericolo di un vero e proprio sussulto insurrezionale si avvicina. Dategli le brioches, pare abbia detto un'altra incosciente di fronte al Paese in tumulto. Ma erano altri tempi. E poi si sa come è finita.

In fondo Monti ha accettato di farsi interprete dell'esigenza di rinnovamento ora obbligato e improcrastinabile in un Paese che ha fatto di tutto, per mezzo secolo, per impedirlo e procrastinarlo. E lo fa come gli consentono coloro che per decenni questo rinnovamento hanno frenato e impedito. Sindacati come non ce ne sono simili in Europa, dediti alla conservazione ed alla difesa della cultura e dei valori veteroindustriali; partiti diventati rifugio sicuro di disoccupati certi – non lo saranno tutti, sicuramente, ma questo sistema di selezione porta a questi risultati –; una Chiesa incombente e veterosociale che anche oggi parla di "liberalismo selvaggio"; uno Stato concepito, di anno in anno, più pesante e più ingombrante, più invasivo e più occhiuto, per il "bene" del cittadino; una magistratura che da un pezzo confonde e fa pasticci fra giustizia divina e applicazione della legge; un sistema di corporazioni, di posti pubblici privilegiati da distribuire agli amici, di formazione orientata al ribasso ed all'antiselezione… ora si vorrebbe smontare tutto in un colpo, magari con l'aiuto e la guida di chi tutto questo ha contribuito giorno per giorno a costruire. Monti ha accettato un compito praticamente impossibile, e il suo modo di procedere, "tecnico" – si fa per dire – e non "politico", non additando gli obiettivi veri e profondi – che del resto sono nebulosi a ambigui anche per lui, a quanto pare –, ma procedendo disarticolatamente a passo a passo, fa perdere di vista il disegno anche a coloro che, magari, sarebbero disposti al grande salto. Ma oggi dimenticare le piazze potrebbe essere davvero pericoloso. È l'uomo sbagliato per un compito tremendo, per il quale è difficile trovare la guida giusta.

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