sabato 28 gennaio 2012

Imbroglioni


Roma - Un Consiglio dei ministri fiume quello che ieri ha partorito il decreto legge sulle semplificazioni: più di sei ore di discussione motivate dal fatto che la carne al fuoco era davvero tanta. Poi una conferenza stampa con siparietto sul caso del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo. Il quale viene pizzicato da un cronista sul suo doppio incarico: ministro, appunto, ma anche presidente del Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche. Carica assunta dall’agosto 2011 e dalla quale s’è sospeso ma non dimesso. Come mai? Domanda graffiante sulla quale arriva il consiglio di non rispondere da parte, forse, del sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti: «Ma lassa perde...», suggerisce al ministro l’incauto sottosegretario che parla a microfono acceso. Ma Profumo non ci sta e spiega: «Nel passaggio dal Politecnico al Cnr non ho mai avuto uno stipendio dal Cnr perché avevo dovuto rimanere a stipendio del Politecnico. In ogni caso lascerò l’ente terminate le attività, da me avviate, per riorganizzare l’ente stesso».

In ogni caso, Monti esulta per il provvedimento che, spiega, «dimostra, ancora una volta, l’impegno dell’Italia nelle riforme in linea con le raccomandazioni della Commissione europea e di altre istituzioni autorevoli». Che il faro del Professore stia a Bruxelles non è un mistero e per questo motivo il premier procede spedito nel fare i compiti a casa. Alcune incombenze però vengono rimandate per opportunità politica, visto che sulla riforma del mercato del lavoro il governo sembra procedere con continui stop and go. Prende tempo, insomma; ma preme sull’acceleratore sul resto.

Un capitolo è quello delle semplificazioni. «È la terza iniziativa di spessore in due mesi», si autoelogia il premier. Che aggiunge: «Il pacchetto serve a dare all’Italia un’economia più produttiva e competitiva». Il risultato sarà quello di «modernizzare i rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese». Viene invece rimandata la questione del valore legale della laurea. Poi, in serata, Monti si concede alle telecamere del Tg1: «Che i partiti ci incalzino è una cosa gradita - dice -, abbiamo bisogno del loro impulso». Quindi, astutamente, elogia sia Pd sia Pdl: «Il mio governo si muove in continuità con le cose migliori viste negli ultimi anni». E cita le liberalizzazioni di Bersani ma anche le riforme dei ministri Gelmini e Brunetta. Quindi torna sulle liberalizzazioni contestate: «Cercheremo di convincere le categorie che non sono d’accordo e comunque procederemo». Ma con la testa il premier è già a Bruxelles al Consiglio europeo: «Spero che il 30 siano prese decisioni molto concrete».

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