giovedì 26 gennaio 2012

Errori gravissimi


Mario Monti ha assicurato l'Unione Europea che il governo italiano opererà con la massima fermezza per impedire che i manifestanti dei Tir blocchino la libera circolazioni delle merci nella penisola e dalla penisola agli altri paesi europei. E per dare sostanza a questa sua assicurazione il Presidente del Consiglio ha chiesto ai prefetti di intervenire contro gli scioperi ed i blocchi stradali usando lo strumento della precettazione.

Per Monti si è trattato di un passo quasi obbligato. Non può chiedere per l'Italia aiuto all'Europa se poi non dimostra che l'Italia non è in grado di garantire quella libertà dei commerci che è la condizione essenziale per l'integrazione europea. Nessuna critica, allora, può essere mossa al governo per un atto praticamente dovuto. Ciò che va invece contestato è il modo enfatico con cui i media che hanno favorito l'avvento del governo tecnico ed ora lo sostengono con il massimo impegno stanno presentando il comportamento scontato di un esecutivo che non può non ribadire, soprattutto agli occhi europei, la volontà di garantire il rispetto della legalità all'interno del paese. Questi media, infatti, non si limitano a giustificare l'azione governativa in nome delle norme di legge che vietano i blocchi stradali e consentono ai prefetti di applicare la precettazione per assicurare la libera circolazione. Fanno molto di più. Si comportano sulla base di un riflesso pavloviano tipico della stampa dei regime autoritari e, per esaltare l'azione del governo, tendono a criminalizzare ogni forma di dissenso sociale.

Così i tassisti che si radunano di fronte a Palazzo Chigi vengono presentati come teppisti di strada pronti ad ogni nefandezza, i camionisti che scioperano come dei selvaggi disposti a compiere ogni genere di violenza, i farmacisti che protestano come degli ottusi privilegiati che attentano alla salute dei cittadini e via di seguito. Non c'è una sola categoria che agli occhi della stampa di regime che abbia il diritto di manifestare le proprie opinioni e difendere le proprie ragioni nei confronti del governo. Dietro ogni protesta, secondo gli zelanti propagandisti dell'esecutivo di Mario Monti, c'è sempre e comunque lo zampino o la manona di qualche organizzazione criminale. Così dietro il movimento dei “forconi” siciliani c'è necessariamente e solo la mafia. Dietro le agitazioni dei camionisti ci sono gli interessi dei “padroncini” che per definizione sono degli evasori fiscali per di più adusi ad ogni forma di violenza. Ed i tassisti, poi, oltre ad essere anche loro per definizione “brutti, sporchi e cattivi”, rappresentano da sempre le frange più dure ed intransigenti di una estrema destra eversiva e tendenzialmente bombarola.

Il governo non è responsabile di questa criminalizzazione del dissenso sociale compiuta con grande partecipazione ed enfasi dalla stampa di regime. Ma accetta ben volentieri di lasciarsi sostenere da questi sostenitori non richiesti nella non dichiarata convinzione che l'entusiastico consenso assicurato all'azione dell'esecutivo dai giornalisti più montiani di Monti possa garantire un identico consenso da parte della maggioranza dell'opinione pubblica del paese. Si tratta di un errore. Non lieve ma gravissimo. Perché la criminalizzazione delle tensioni sociali, oltre ad essere un metodo tipico dei più beceri regimi autoritari, serve solo ad incancrenire ed aggravare i problemi. Non è bollando come “mafiosi” i pescatori e gli agricoltori siciliani massacrati dall'aumento dei prezzi che impedisce loro di lavorare che si creano le condizioni per far loro riprendere l'attività produttiva. E non è bollando come mascalzoni camionisti e tassisti su cui incombe il rischio concreto di veder dimezzati i propri redditi e di subire un processo irreversibile di proletarizzazione, che si può tornare a circolare liberamente nelle città e sulle strade italiane. Al dissenso sociale vanno date risposte. Non anatemi. Monti si guardi dai suoi forsennati sostenitori mediatici. Sempre che voglia rimanere Monti e non diventare Fidel Castro!

2 commenti:

Nessie ha detto...

"Il governo non è responsabile di questa criminalizzazione del dissenso sociale compiuta con grande partecipazione ed enfasi dalla stampa di regime. Ma accetta ben volentieri di lasciarsi sostenere da questi sostenitori non richiesti".

Ergo se ne deduce che è RESPONSABILE. E del resto perchè Diaconale dimentica che Monti è stato un editorialista illustre del Corriere della Sera?

Eleonora ha detto...

Eh, i giornalisti ogni tanto si scordano di qualcosa. Piccoli dettagli, magari. Il fatto è che, il governo E' responsabile di OGNI cosa accada in italia. E questo governo è responsabile esattamente come tutti gli altri. Noi non lo abbiamo eletto però esiste. Ed è responsabile della criminalizzazione perchè ha criminalizzato queste ultime manifestazioni, altrochè.