venerdì 5 aprile 2013

La malvagità luciferina di Riccardi


”Colgo questa felice occasione per portare il saluto del Governo Italiano, e ribadire l’impegno a una rinnovata azione di cooperazione internazionale, misura della fiducia e solidarieta’ con cui un Paese guarda al mondo e si proietta nel futuro”. Inizia cosi’ l’intervento del ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, presente in occasione del meeting internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sulle comuni strategie di cooperazione tenutosi questa mattina a Roma. ”Questo lungo periodo di globalizzazione che stiamo vivendo ha imposto a tutti di ridefinirsi: Stati, popoli, aggregazioni umane. In questo quadro – aggiunge Riccardi – l’annosa transizione italiana si e’ trasformata in un lungo travaglio fatto di cambiamenti, tensioni, domande che cercano alla ricerca di risposte convincenti. Si tratta di una transizione complessa a cui sono stati dati vari nomi, che ha spostato gli equilibri sociali e politici del nostro paese ed ha ingenerato nell’opinione pubblica molta confusione. Stressato da troppi allarmismi sociali – alcuni dei quali hanno descritto il mondo come una minaccia – il paese ha concentrato la sua attenzione solo si di se’, in una forma di introversione che spesso ho descritto come l’anticamera del declino. Eppure la globalizzazione e’ anche una stagione di opportunita’ in tutte le situazioni e di crescita per la cultura e l’economia dell’Italia”.

”Credo che a questo governo vada il merito – aggiunge il ministro – nei pochi mesi che abbiamo avuto e stretti dall’urgenza di evitare il disastro, di aver saputo ridare fiducia nel ruolo che l’Italia puo’ avere in molteplici quadranti geopolitici, a partire dalla ripresa della nostra reputazione in Europa, ma anche in un Mediterraneo che si e’ rimesso in movimento, cosi’ come in tante altre aree”.

”Sul tema della battaglia culturale ho iniziato la mia esperienza di ministro della Cooperazione – prosegue – avvertendo come fosse necessario in Italia un reale cambiamento. La nostra crisi non e’ solo finanziaria ma e’ piu’ profonda. C’era nel paese una crisi di sensibilita’ verso la coperazione: cosa significa – era la domanda di molti – cooperare con altri se siamo in crisi? A cosa serve la cooperazione? Cio’ non era espressione di un calo di generosita’ ma di un processo di introversione, di stanchezza, di ripiegamento che spesso una cattiva politica aveva cavalcato. Per questo ho voluto richiamare tutti a un dibattito nazionale, investire il Paese con il tema della cooperazione ormai da troppo tempo chiuso nel ghetto degli esperti e dei cultori della materia. La tematica della cooperazione e’ un settore delicato. Che vuol dire cooperare nel mondo globalizzato? Un continente che non coopera e’ un continente che declina”.

”Credo che la cooperazione sia una risposta alla crisi europea e una grande via di internazionalizzazione. Credo sia un metodo per concepire le nostre relazioni globali in modo nuovo – conclude Riccardi – con spirito unitivo, quello che costruisce ponti tra Stati, universi culturali, organizzazioni sovranazionali, societa’, mondo del privato profit e non profit, fino allo spazio della cultura e delle religioni. La ricerca di un grande disegno e di una strategia di messa in coerenza del sistema hanno rappresentato il mio indirizzo. Il Forum di Milano dell’ottobre scorso e’ stato il momento piu’ alto di questa ricerca e di questo impegno. La grande partecipazione (3000 persone) e gli echi che ce ne sono stati ci hanno dato la dimensione di quanto grandi fossero le aspettative”.

5 commenti:

Josh ha detto...

dal testo di cotanto ingegno

"...il paese ha concentrato la sua attenzione solo su di se’, in una forma di introversione che spesso ho descritto come l’anticamera del declino. Eppure la globalizzazione e’ anche una stagione di opportunita’ in tutte le situazioni e di crescita per la cultura e l’economia dell’Italia”.

NO, l'Italia NON ha ancora abbastanza concentrato l'azione su di sè, stressata e scorticata da una tassazione iniqua, e latrocinata dallo sgoverno dei servi eurobabbei.

La globalizzazione per l'Italia, in queste condizioni e con queste norme, in cui scelte politico-economiche le fanno CHIUDERE tutte le aziende,
è uno sfacelo, in cui vengono promossi prodotti e "risorse" altrui a discapito dei nostri. Punto!

Josh ha detto...

... ”Credo che a questo governo vada il merito nei pochi mesi che abbiamo avuto e stretti dall’urgenza di evitare il disastro, di aver saputo ridare fiducia nel ruolo che l’Italia puo’ avere in molteplici quadranti geopolitici"

l'Italia è stata uccisa in questo tempo anche TROPPO lungo del vostro governo assassino. Punto.

Basta con sgovernanti non eletti e servi di poteri di fuori!

Josh ha detto...

"....C’era nel paese una crisi di sensibilita’ verso la coperazione: cosa significa – era la domanda di molti – cooperare con altri se siamo in crisi? A cosa serve la cooperazione?"

Non serve a nulla cooperare con altri, se non ne abbiamo nemmeno per noi.
Infatti finora l'Italia strapaga per essere serva in UE senza aver nulla in cambio se non ordini e tassazione iniqua e bombe demografiche esterne da mantenere.

Non serve nemmeno "aiutare" nè là nè, PEGGIO, QUI, le "risorse" quando anche noi non abbiamo lavoro e soldi.
Politiche sbagliate, inique e suicide.

Josh ha detto...

Gente del genere andrebbe ghigliottinata (e sono stato buono)

Eleonora ha detto...

Josh, vedi quanto gliene può fregare a 'sto (ennesimo) maiale illuminato se gli italiani s'ammazzano per colpa della crisi causata da quella globalizzazione che decanta. No, bisogna aprirsi di più, fare di più per gli extracomunitari e per fare in modo che lui (e tutti i porci come lui) ci s'arricchisca più e meglio. Intanto l'italia è diventato un paese da terzo mondo a tutti gli effetti.

No, Josh, la ghigliottinata è un attimo. 'sti maiali andrebbero torturati.