sabato 27 aprile 2013

Il nostro disagio e il nostro disgusto... non necessità, virtù

Un lungo commento di Gondor: "Come dare torto a Veneziani per quello che ha scritto ?! Una sola eccezione: "fare di necessità virtù". Siamo sicuri che la necessità di formare un governo con questa composizione sia ora una virtù? A ben pensare, il Governo Letta è l'esatta fotocopia di quello precedente (dominato dai Poteri forti transnazionali) e poco conta a tale riguardo l'assenza tra le sue fila del Commissario liquidatore dell'Italia (M. Monti), già mandato dai Poteri forti sovranazionali a blindare la morte del Sistema Italia (precedente e, a ben vedere, propedeutica di quella della Nazione Italia). Una informazione prezzolata fatta da troppi pennivendoli-schiavi (... e pure arroganti) lascia passare del tutto inosservato (tra le tante altre cose) che il Fiscal Compact, vero e proprio cappio al collo dei popoli economicamente, politicamente e socialmente deboli, sta per stringersi in maniera definitiva intorno al nostro (dopo quello greco, spagnolo, ecc ecc). Sanno gli italiani che a Ottobre, dopo la stangata estiva dell'IVA, la Commissione Europea (non eletta da nessun cittadino europeo!) avrà potere di veto e indirizzo assoluto sulle nostre manovre finanziarie, a partire da quella del prossimo Ottobre? Conoscono gli italiani e gli altri popoli europei i contenuti del Trattato di Lisbona in termini di gestione poliziesca del dissenso e delle residue prerogative politiche ed economiche lasciate ai governi nazionali? Le dismissioni dei beni pubblici (da regalare ai privati a prezzi stracciati e, al tempo stesso da fare apparire e accettare al popolo-gonzo come la ben nota “carota”, anche se si tratta del solito e proverbiale “cetriolo”), l'estrazione del (residuo) sangue dalle nostre vene con ulteriori tasse ecc ecc, lo strozzamento finale da parte delle banche della piccola e media impresa e dell'artigianato (bastioni storici dei popoli antichi e delle loro tradizioni culturali, sociali e civili) sono mosse sapientemente articolate da combriccole autoreferenziali, violente e senza Patria, che dominano da tempo la scena mondiale e l'Europa, in particolare. Il concetto stesso di Sovranità politica dei popoli dovrà essere cancellato in quanto opposto alle strabordanti visioni globalizzanti e massificanti dei Poteri forti, a tutto vantaggio delle Tecnocrazie finanziarie (e non solo) che mirano alla creazione di una Gotham City planetaria nella quale possedere, amministrare e dirigere tutto: dalla giustizia (la Corte internazionale dell’Aja è solo un esercizio preliminare) alla politica (l’EU e le tante Unioni commerciali ed economiche tra paesi e di interi continenti sono solo passi preliminari), dal commercio (WTO) alla società (Internet e i social network sono un vero veleno messo sapientemente nelle mani di giovani ignoranti e senza autocoscienza). Altri (e ben tristi) esempi sono sotto gli occhi di che vuole guardare. La stessa globalizzazione dei diritti (ne stiamo morendo ubriachi sulla carta, ma drammaticamente privi nella realtà), incluso quello delle adozioni per le coppie gay (la Francia dei giorni scorsi è solo l’ultimo stato, morente, che ha accolto questa nefandezza), è un modo come un altro per dire: l’Uomo e i Diritti naturali, la Storia e il Presente non sono nulla ed è necessario sostituire a essi un nuovo Pantheon, un nuovo Codice e una nuova Civiltà (Civiltà???!!) per il futuro (tutto questo e anche di più, se possibile, viene chiamato “Nuovo Ordine Mondiale”). Il tutto da inoculare rapidamente e a piccole dosi affinchè questi veleni possano essere metabolizzati, senza creare eccessive resistenze, nel sangue ormai annacquato e fiaccato delle vittime globali globalizzate, incoscienti e narcotizzate. Non a caso non si parla più dei Doveri, il fondamentale contrappeso dei Diritti, fonte di Valori archetipali e quindi necessari alla convivenza comune e alla stessa essenza dell’Individuo. A mio modo di vedere, quindi, è del tutto necessario che il popolo italiano (prima ancora che altri, in virtù della sua Storia e Nobiltà antiche di millenni) si svegli e comprenda che (tra le altre mille cose) ha i giorni contati. E’ diventato del tutto inutile, oltre a essere controproducente, dividersi politicamente tra destra e sinistra. Questo antico (ma per molti vecchio e logoro) discrimine sociale e economico (poi divenuto politico) nato a metà dell’800 aveva ragion d’essere in un mondo proto-industriale e industriale maturo che ha terminato di essere effettivo negli anni scorsi, con ogni evidenza dalla caduta del Muro di Berlino e dalla successiva globalizzazione dei commerci e del terziario avanzato. Il vero e cruciale discrimine politico dei nostri giorni è un altro, ben più drammatico e centrale delle contrastanti visioni (per l’appunto di destra o di sinistra) sulle modalità di creazione e distribuzione della ricchezza e dei frutti del progresso tecnologico. La nuova categoria centrale e discriminante nella politica di oggi (e ancora per poco tempo, temo) è il concetto di Sovranità nazionale. In un certo senso, la Destra tende, per sua natura storica e sociale, a volerla preservare (anche perché considerata come la sommatoria politica dei Diritti naturali individuali). Al contrario, la Sinistra tende a considerarla una categoria storica con ampie ricadute economiche e sociali assolutamente avverse alla formazione di una massa popolare omogenea (da indottrinare e dirigere nell’utopia dell’Uomo Nuovo). Per i motivi appenna accennati, non c’è da meravigliarsi del fatto che la (vera) Destra italiana (ormai allo “zero-virgola” dal punto di vista dei consensi e delle capacità di creare un serio dibattito storico, culturale e politico) non parteciperà al Governo della Tecnocrazia e della Finanza, mentre la quota-parte della Sinistra, già metabolizzata e ridotta a scendiletto dei Poteri forti (ovvero il PD), ne farà parte in modo più o meno entusiastico. In questo senso, il PDL ha due possibilità: la prima è di partecipare al banchetto per contrattare un’agonia dell’Italia il più indolore possibile (si può davvero??); l’altra è di far finta di nulla per lucrare grazie a posizioni di rendita. Che la Destra (quella “accomodante” e maggioritaria in Italia) estragga dal cilindro magico un coniglio che si chiama “uscita dall’Euro” (la vera riconquista della Dignità e Sovranità nazionale, a mio parere auspicabile,) è tutto da verificare, ma molto improbabile. A quel punto il Governo cadrebbe dopo un secondo anche se la Sinistra si opponesse con tutte le sue (residue) forze in virtù della sua “sciocca” e proverbialmente “sciagurata” vocazione europeista. Nella realtà, la Sinistra storica mira alla distruzione della Sovranità dei popoli ed è per questo motivo un ottimo e ideale (temo non inconsapevole) alleato della Finanza globale e della Tecnocrazia globalizzante (nonché di visioni europeiste retoriche, infondate ed astruse). Quest’ultima tende a sfruttare masse enormi non più solo di lavoratori, ma di interi popoli mentre la Sinistra politica ed elitaria mira semplicemente a rappresentarle. Ben diverso è il caso della sinistra popolare (SEL, in Italia) che, non a caso, non parteciperà al nuovo (nuovo??) Governo. Se lo scenario presente e futuro è davvero quello prospettato (ma molte evidenze sembrano confermarlo) non c’è da stare allegri; staremmo infatti assistendo alla “fine programmata” di millenni di storia e tradizioni di interi popoli a scala planetaria. Un’operazione enorme e drammatica che proprio perché tale non va nascosta dai suoi artefici, ma, al contrario, resa manifesta e addirittura condivisa con le masse in virtù del vecchio adagio secondo il quale “per nascondere davvero occorre palesare”. Siamo in grado di individuare e contrastare questo scenario? Non c’è più molto tempo per agire!"


Non solo a sinistra si vivono le larghe intese con largo disagio. Anche a destra, se permettete. Ci sembra di star solo cambiando incubo. Ma la realtà ci impone di prenderne atto e fare di necessità virtù. E allora un governo transitorio d'emergenza dev'essere sì incentrato sulle urgenze e dunque sul fare, ma deve pur avere alle sue basi una scintilla per accendere il motore, una visione comune. Quell'idea comune non può essere la Resistenza o la Costituzione, a cui pur va il nostro rispetto, ma qualcosa che esprima il Bene Comune. Non riesco a trovare altra sintesi che questa: l'Italia e gli italiani, ovvero la loro salute e la loro sovranità, popolare e nazionale. Ognuno poi avrà le sue aspettative e le sue priorità, ma la priorità unitaria sia quella. Poi lo spirito con cui partire non è «siamo alla frutta, altrimenti c'è il baratro» ma l'opposto: si azzera il pregresso, palla al centro, si inizia daccapo. Si ricostituisce su basi unitarie e sul reciproco riconoscimento la fase successiva quando ciascuno andrà a rappresentare la sua parte. Arrivano morte la destra, il centro e la sinistra, sfiniti i loro leader e i loro simulacri. Erano l'ultimo retaggio del Novecento. Questo interregno serva a cambiare le forze politiche e la loro cultura, i loro leader e i loro dirigenti. Impresa temeraria quasi come uscire dalla crisi. Ma l'unico modo per accettare il promiscuo vagone Letta che sta partendo è istradarlo su questo binario, Bene Comune e politica nascente. Senza una visione comune il treno non parte o deraglia.

2 commenti:

Josh ha detto...

anche dietro a concetti come "Bene Comune" si nascondono parecchie insidie.

Anche Riccardi e la Kyenge allora si occupano di "Bene Comune".
Anche il globalismo e il mondialismo, eppure....

Eleonora ha detto...

Josh, "bene comune" per me equivale a dire mondialismo o nuovo ordine mondiale. Non c'è alcuna differenza. Insomma, ci troviamo a dire sempre le stesse cose. Gli altri non le vedono le cose che vediamo noi?