mercoledì 24 aprile 2013

Da un goldman ad un bilderberg... stiamo migliorando

Un commento: "Enrico Letta da buon bilderberghino era anche uno dei più agguerriti sostenitori alla lotta al contante. Questa una sua frase a febbraio durante la campagna elettorale: “Noi siamo per la lotta senza quartiere contro l’evasione fiscale, perché solo in quel modo si possono ridurre le tasse a chi le paga. Il nostro provvedimento principale sarà quindi una forte limitazione all’uso del contante e una forte tracciabilità dei pagamenti, perché chi paga le tasse non ha nulla da temere da questi controlli” Quando lo sentirete parlare di moralizzazione della vita pubblica o lotta alla corruzione (come se la corruzione avvenisse tramite poche centinaia di euro in contante) sappiate che intende anche quello.


Napolitano ha scelto Enrico Letta. Il vicesegretario del Pd è salito al Quirinale, dove Letta è arrivato da solo a bordo della sua Fiat Ulysse, ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo, esattamente due mesi dopo le elezioni. Una scelta più politica rispetto al nome di Giuliano Amato, che era in testa nelle quotazioni dopo le consultazioni di ieri, e che comunque si dice “assolutamente soddisfatto”. Così come Pierluigi Bersani, segretario dimissionario del Pd, che commenta: “Benissimo”. Poi, ai microfoni di Servizio pubblico, in onda domani su La7, aggiunge: “Il Paese ha bisogno di soggetti politici in grado di prendere delle decisioni, non di spazi politici. Io ho detto rischiamo – se non correggiamo questo difetto – di non essere servibili per il Paese che, invece, ha bisogno di noi: perché se non ci siamo noi, non vedo soluzioni, francamente”. Tra le cose che si rimprovera, Bersani cita “non aver detto qualcosa prima ai miei”. Letta, 46 anni, nipote del pidiellino Gianni, ha accettato con riserva e dovrebbe tentare la strada di un governo di larghe intese. “Ho accettato, ma sento questa responsabilità più forte delle mie spalle”, ha commentato subito dopo aver ricevuto l’incarico al Quirnale. La prima esigenza, ha proseguito, è “dare risposte sul fronte dell’economia”. Ma la seconda è restituire “credibilità” alla politica agli occhi del Paese. Un obiettivo da raggiungere con le riforme, tra le quali Letta annovera la “riduzione del numero dei parlamentari“, la revisione del “bicameralismo“, e una nuova legge elettorale. Per fare questo, ha chiarito, “parlerò con tutte le forze politiche in Parlamento”.

“In questi giorni”, ha aggiunto, “al mio nome sono stati associati altri due nomi di due toscani come me: Renzi e Amato. Confermo che il rapporto tra noi sarà molto utile per aiutarmi individuare le parole giuste da rivolgere al Paese e per dare un programma utile al Paese”. Di rimando il deputato renziano Matteo Richetti scrive su Twitter: “L’incarico a Enrico Letta è unasplendida notizia. Serve una persona capace di affrontare immediatamente le emergenze sociali del nostro paese”. Dopo Letta ha preso la parola il presidente Napolitano, che ha confermato la via delle larghe intese come l’unica percorribile. E ha ribadito l’ennesimo appello ai partiti perché finalmente dispieghino “la massima collaborazione”. Ma non solo loro. ”Confido che tutti cooperino, anchei mezzi di informazione per creare il clima di massima distensione piuttosto vecchie tensioni”, ha voluto sottolineare il presidente. Napolitano ha voluto precisare di aver scelto il nome di Letta in completa autonomia: “Dai partiti, già predisposti a collaborare, non sono state poste pregiudiziali sul nome e mi è stata data tutta la libertà e massima autonomia” di azione.

Ma ancora prima che la sua convocazione fosse resa ufficiale, ha ricevuto l’avvertimento del segretario del Pdl Angelino Alfano, preoccupato dalle divisioni emerse in seno al Pd dopo la direzione nazionale di ieri e l’implosione scatenata dal tormentato voto per l’elezione del presidente della Repubblica. Per Alfano “è desolante la lettura, sui giornali di questa mattina, delle dichiarazioni di numerosissimi esponenti del Partito Democratico. Un florilegio di attacchi al Popolo della Libertà, al suo leader e alla storia del nostro partito, unito a organigrammi, nomi, poltrone e cadreghe varie”. Di conseguenza, continua il segretario, “è bene chiarire al Pd che per noi non ci sarà un nuovo caso Marini, non daremo il sostegno a uno di loro cui loro non daranno un sostegno reale, visibile, con nomi che rendano evidente questo sostegno e con un programma fiscale chiarissimo e inequivocabile”. Alfano ribadisce quanto chiesto da Berlusconi nelle consultazioni di ieri: “O il governo è forte, politico (con i tecnici abbiamo già dato), duraturo e capace di affrontare la crisi economica oppure -conclude- se si tratta di un governicchio qualsiasi, semibalneare, lo faccia chi vuole, ma noi non ci stiamo”.

Nella conferenza stampa al Quirinale, a Letta è stato chiesto conto delle perplessità espresse da Alfano. Ma il presidente del consiglio incaricato non è entrato nel merito, e si è limitato a rispondere che “il governo non nascerà a tutti i costi“. Poco dopo è arrivata la dichiarazione confortante di Roberto Speranza, capogruppo Pdl alla Camera. “L’incarico a Enrico Letta consegna al Pd una grande responsabilità. Occorre dare al paese un governo in grado di risolvere le grandi urgenze nazionali, a cominciare dalle difficoltà. Il Pd sosterrà convintamente” il nuovo esecutivo. Intanto la Lega nord non si sbilancia: “Su Amato il presidente Napolitano ha dato ascolto alla Lega. Bene. Incontreremo Enrico Letta per sentire cosa propone per il Nord’’, scrive si Twitter Roberto Maroni, segretario del partito e presidente della Lombardia. Nessuno sconto, invece, dal Movimento Cinque Stelle: ”Un inciucio annunciato da tempo!”. Così Vito Crimi, capogruppo al Senato, commenta l’incarico con un post su facebook. Il capogruppo pubblica un’infografica con la scritta e il volto di Letta sullo sfondo. Vengono poi elencate una serie di date con dichiarazioni annesse: “13 luglio 2012 – Letta dice: “Il Popolo della libertà è meglio di Beppe Grillo. 20 aprile 2013 – il Pd non vota Stefano Rodotà presidente della Repubblica e rielegge Giorgio Napolitano con Berlusconi, Monti, Lega, Udc. 24 aprile 2013 – Letta designato da Napolitano presidente del Consiglio per guidare il governo Pd-Pdl-Udc-Monti”. E Beppe Grillo rincara la dose dal suo blog: “Enrico e Gianni sono un’unica famiglia”. Nonostante la chiusura totale, Letta fa sapere che il Movimento Cinque Stelle è incluso nel giro di consultazioni di domani in vista della formazione del governo.

Quanto a Mario Monti, l’ex capo del governo tecnico scelto a suo tempo da Napolitano per sostituire Silvio Berlusconi si mette a disposizione dell’aspirante successore: “Il presidente Monti e l’intero governo uscente sono fin d’ora a disposizione del presidente incaricato Letta per agevolarlo il più possibile nell’assunzione del gravoso compito a lui affidato dal Capo dello Stato”, si legge in una nota. Letta è “la persona giusta” anche per Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc. Una disponibilità che, come ampiamente annunciato, non arriva da Sel: “Auguri a E. Letta, noi faremo opposizione costruttiva e responsabile a #governo con azionisti gli autori sfascio cioè la destra berlusconiana”, scrive su Twitter Nichi Vendola. Un altro no arriva dal fronte opposto. Per Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni twitta: ”Governo Letta rischia di essere un Monti bis. Fratelli d’Italia non ne farà parte. All’opposizione ci occuperemo dei problemi degli italiani”.

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