lunedì 1 aprile 2013

Il golpe

Prima qui e poi qui.


Il presidente Napolita­no ha deciso di non decidere. Non un nuo­vo incarico, non la conferma di quello dato giorni fa a Bersani, non le di­mi­ssioni ventilate nelle ulti­me ore. Non avremo quindi un nuovo governo, né tor­neremo a votare. In com­penso due commissioni composte da presunti saggi incaricati da Napolitano stesso tenteranno di sbro­gliare la matassa. Cioè il nul­la assoluto, ben sapendo che in Italia le commissioni si insediano quando si vuo­le prendere tempo invece che risolvere il problema. Ma non solo. Detto con ri­spetto, il Quirinale non ce la dice giusta, né tutta. Per questo ci poniamo qualche domanda. 1) Napolitano l’altra sera aveva lasciato intendere che in mancanza di soluzio­ne si sarebbe dimesso per accelerare la nomina del suo successore, non poten­do lui sciogliere le Camere in scadenza di mandato. Perché nella notte ha cam­biato idea, allontanando co­sì il voto? E con chi si è consi­gliato? Forse le stesse «enti­tà» che lo spinsero, nel no­vembre del 2011, al blitz che insediò Monti e il gover­no dei tecnici pur di sbarra­re la strada sia a Berlusconi sia alle elezioni anticipate? 2) Come mai il custode della Costituzione ha fatto una scelta senza preceden­ti e palesemente incostitu­zionale come quella di dare il mandato esplorativo a due commissioni? E per­ché permette a un governo, quello di Monti, di restare in carica e operare senza aver avuto la fiducia del nuovo Parlamento? La co­sa non sta in piedi da qua­lunque parte la si giri. 3) Grillo ha teorizzato che si può governare senza go­verno (dove non vuole né può entrare) perché basta il Parlamento (dove lui è deci­sivo). È un caso che questa operazione lo accontenti? 4) Ed è ancora un caso che a trarre enorme vantag­gi­o da questa melina sia so­lo il Pd, sconfitto prima nel­le urne e poi dall­a sciagura­ta scelta di Bersani di esclu­dere il Pdl? La sinistra era in­fatti con le spalle al muro: o elezioni o accordo con Ber­lusconi. Napolitano le ha spianato la via d’uscita e concesso il tempo per rior­ganizzarsi. Più in là saran­no eventuali elezioni, più è possibile per il Pd rottama­re definitivamente Bersani e schierare Renzi, avversa­ri­o ben più ostico per il cen­trodestra. 5) Come mai a Bersani non è stato ritirato il manda­to esplorativo ch­e gli era sta­to affidato la scorsa settima­na? Strano, no? 6) Sta di fatto che l’amico (di Napolitano) Mario Mon­ti potrà continuare a con­trollare indisturbato le leve economiche del Paese in mesi complicati e decisivi. Non è che per caso la Ger­man­ia e le centrali finanzia­rie e bancarie internaziona­li, che con Monti si trovano benissimo, abbiano chie­sto a qualcuno garanzie in tal senso? 7) Insomma, chi coman­da in questo Paese? C’è più che qualcosa di losco in que­sta operazione. Sa di golpe, di un tentativo per congela­re gli inaspettati otto milio­ni di voti raccolti dal centro­destra e imbrigliare la vo­lontà popolare. Non c’è da fidarsi.

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