domenica 6 novembre 2011
Disarmanti ovvietà
Il governo tecnico è una rapina di Francesco Forte
Si riparla di continuo di governo tecnico, presieduto da un’eminente personalità del mondo finanziario a cui la sinistra ha dato la sua disponibilità, come il vero modo per risolvere i problemi del nostro debito pubblico. Il cittadino normale potrebbe essere stupito di questa alleanza, apparentemente anomala, tra il Pd, Nichi Vendola e il cosiddetto salotto buono del mondo degli affari. Come si possono mettere assieme interessi così diversi?
La risposta però c’è. Si chiama imposte patrimoniale e sul risparmio, in cambio delle quali la sinistra accetterebbe un nuovo patto sociale il cui contenuto per altro è molto dubbio, dato che la Cgil rifiuta sia i contratti aziendali di Fiat, sia la possibilità che esistano contratti di lavoro a tempo indeterminato, che prevedano la possibilità di licenziamento per la necessità di ridurre la forza lavoro sulla base di congrui ammortizzatori sociali, allo scopo di agevolare le nuove assunzioni, in un periodo caratterizzato da incertezze, per le imprese. Che una guida cosiddetta tecnica abbia come suo elemento caratterizzante la tassazione del risparmio lo si desume chiaramente da ciò che hanno dichiarato i candidati a questo esecutivo, del mondo degli affari, da ciò che ha fatto il governo di Giuliano Amato,nel luglio del ’92,che pose le basi della politica di concertazione tra Confindustria e Cgil al timone della coalizione sindacale unitaria centralizzata che fu varata il mese dopo. Amato nel 1992, nottetempo, varò due patrimoniali straordinarie, una del 6 per mille sui depositi bancari eun’altra della metà sugli immobili e le aree fabbricabili sulla base del loro valore catastale rivalutato. La prima imposta straordinaria generò un considerevole terrore nei risparmiatori e diede luogo a un grande esodo di risparmi dalle nostre banche a quelle svizzere e di altri rifugi. La seconda imposta, formalmente straordinaria, divenne ordinaria perché mentre i denari e i titoli possono scappare all’estero, gli immobili non possono farlo.
Essa si trasformò nell’Ici: con una beffa, perché l’Ici che si era progettata doveva comportare l’abolizione delle imposte di registro e di successione sugli immobili, mentre queste sono rimaste e anzi inasprite in particolare con il decreto legge Visco-Bersani che ha ingessato il mercato immobiliare, alla vigilia della crisi del 1997, facendo «piovere sul bagnato». Il progetto di tassare i patrimoni è ora tornato e si trova in salse diverse, in tutti i menu dei governo tecnici e nei programmi della sinistra. Si va dal progetto di Amato che vorrebbe tassare tutti i patrimoni di un terzo degli italiani, cioè 20 milioni, con un tributo straordinario medio di 30mila euro, che darebbe luogo a un gettito di 600 miliardi, pari al 33% del Pil, a quello del professor Pellegrino Capaldo, vicino all’Udc, che la vuole di gettito analogo sugli immobili, sul loro aumento di valore dagli anni postbellici, pagabile a rate e garantita da ipoteca sugli stessi, a quella di Alessandro Profumo, ex ad di Unicredit, aspirante ministro del governo tecnico, di importo pari a 400 miliardi, con base imponibile indeterminata, a quella poi di Emma Marcegaglia, presidente uscente di Confindustria che voleva una patrimoniale ordinaria di 1,5 per mille sopra 1-1,5 milioni di euro, tra titoli, depositi e immobili, che darebbe 6 miliardi. Luigi Abete, altro candidato a governi tecnici, la vuole dell’uno per mille, ma con gettito di 9 miliardi e base imponibile a livelli inferiori. Infatti, nelle discussioni sul governo tecnico, ora la base della patrimoniale ordinaria è scesa a un milione e per la Cgil a 800mila euro. Il Pd, invece, la pone fra 1,2 e 1,7 milioni, ma con un’aliquota del 5%, ossia 3,3 volte quella confindustriale e dello 0,8 oltre 1,7, ossia 8,3 volte. Vendola vuole una «patrimoniale pesante» e la tassazione delle rendite finanziarie «per ridurre il debito e rilanciare la crescita». Mario Monti non si sbilancia, ma allude chiaramente alla patrimoniale, dicendo che tutti debbono fare i sacrifici. poiché i partiti che lo sostengono hanno, come scelta obbligata, la patrimoniale, egli ne sarebbe lo sponsor. Frattanto i capitali scappano perché, come la storia insegna, la tassazione dei risparmi si espanderebbe dall’alto verso il basso. Le banche potrebbero maneggiare le operazioni di smobilizzo degli impieghi di risparmio, per consentire ai loro clienti di raggranellare il liquido per il nuovo tributo o gruppo di tributi.
Il ritorno degli zombie. Ossia, la lunga ombra dell'orrida prima repubblica.
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10 commenti:
E' che a questi gli piace vincere facile. E' in atto un colpo di stato, senza troppi giri di parole. Esautorare, bypassandolo, il potere del popolo, che è la base della democrazia (lo dice pure la parola) per metterci i loro capobastone. Che pensano di risolvere tutto con una bella patrimoniale, tasse a scelta e con svariate liste di proscrizione: e l'Italia, magicamente, si salverà.
Ma per cortesia...
Bhe, per intanto salveranno l'italia da B. secondo poi, accontenteranno quei poteri occulti che spingono B. fuori dai coglioni e tutti saranno felici e contenti.
E chi non ha la memoria corta, queste cose se le ricorda, e sa bene cosa successe dopo quel '92: fuga dei capitali all'estero, trafficanti di valluta dall'Italia verso la Svizzera, e quant'altro.
Tutti quelli che pensano a rifare quegli esperimenti, in assenza di altri provvedimenti, pensando con ciò di salvare l'Italia, sono degli emeriti ignorantoni oltre che gran buffoni (gente capace solo di far ridere. Vedi trio di quella foto).
Oddio Marsh, più che ridere fanno venire i conati di vomito tutti e tre. Non è che hanno memoria corta. La memoria ce l'hanno eccome ma vogliono ricominciare daccapo e rimettere i culi in quelle poltrone. Come se il disastro Ue non ci bastasse.
Giovanni ha fornito nel suo blog una ottima interpretazione. Marcegaglia, Montezemolo, Profumo e quei capitalisti che sbavano per la patrimoniale probabilmente ci guadagnerebbero di più spalmando su tutti i contribuenti l'onere del risanamento che se dovessero subire un taglio dei rendimenti dei titoli di stato che, probabilmente, hanno in numero esorbitante e, probabilmente, gli interessi che incassano da tali titoli di stato sarebbero ben superiori alla loro quota patrimoniale.
Ma che Berlusconi abbia raccattato parecchia spazzatura al solo scopo di vincere è anche questa una realtà. DC - con in testa le potentissime consorterie bianche in Lombardia- e clientele amministrative di ogni tipo -queste ultime soprattutto in Meridione o agganciandosi ad enclavi meridionali al Nord. Con l'idea che se ci si faceva affari si poteva farci politica. Adesso la paga politicamente e con lui tutto il Paese. Anche la Lega ne sa qualcosa ma è un altro vaso di Pandora ancora.
Assolutamente vero. Basta leggere le liste per vedere che ci sono tanti (ex?) dc per comodità di entrambi. Ma, ovviamente, come democristiani vogliono sempre qualcosa di più. Solo che la sinistra al governo proprio non si sopporta. -_-
Io ho smesso di votare a sinistra in parte perchè mi sono resa conto che NON ero di sinistra -dico sempre che ho smesso di votare a sinistra ascoltando Radio Popolare, ed è la verità-, in parte perchè durante il secondo governo Berlusconi mi resi conto che avvallavano qualunque insulto al premier, al Paese e agli Italiani provenisse da chicchessia pur di riprendere il comando -senza dover governare, Bertinotti insegna. La cosa mi mandava il sangue al cervello ieri come oggi.
L'idea più vicina a me sarebbe la Lega -autosputtanatesi- o un vero partito di destra laico, ambientalista in senso di difesa del territorio, non dell'anacardo del Burundi, seriamente federalista sia in senso economico che culturale, e quindi seriamente nazionalista. Non vedo niente all'orizzonte di questo tipo.
Anche io sto cercando un partito come lo hai descritto tu. Sarebbe troppa grazia se esistesse davvero.
Temo che i cittadini dovranno vivere un interregno senza veri rappresentanti dei loro interessi. E comunque in passato, dietro la maschera del "tecnico" Amato e Ciampi, c'era dietro il cartello delle sinistre.
Ora in Grecia si replica: mandano al potere il banchiere centrale Lucas Papademos con dietro il cosiddetto "governo di emergenza". Cioè loro.
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