lunedì 7 novembre 2011

Democratici cristiani

Braccio di ferro Pdl-Dc di Alessandro Sallusti

Sono passati quasi trent’anni da quando Luigi Pintor, fondatore del quotidiano il Manife­­sto , scrisse un celebre articolo inti­tolato: «Non moriremo democri­stiani». Ne era sicuro, ma la storia ha avverato solo in parte quella si­nistra (di provenienza) profezia. Finita ingloriosamente la glorio­sa stagione di comando, i demo­cristiani superstiti alla scompar­sa della Dc sono stati salvati dalle ciambelle di salvataggio lanciate da Berlusconi. Alcuni lo hanno fatto convinta­mente, altri, la vecchia guardia, si sono comportati da camaleonti in un ambiente a loro in realtà estraneo: il berlusconismo. In molti casi la definizione più giu­sta è: opportunisti. Sono stati i pri­mi a salire sulla barca di Silvio quando aveva il vento in poppa, sono i primi a scendere sdegnati in vista delle secche. Sono fatti co­sì. Da Cirino Pomicino (esperto di tangenti) a Beppe Pisanu (esperto a coprire banche in falli­mento, come l’Ambrosiano) a Vincenzo Scotti (esperto di pastic­ci coi fondi neri dei servizi segre­ti), ogni giorno porta un nuovo voltagabbana targato Dc. Chi va diritto con Fini (Pisanu), chi vuo­le allearsi alla sinistra (Casini), chi basta che non ci sia Berlusco­ni ( Formigoni), chi basta che salti fuori qualche cosa (Scajola). Pisanu, Scotti e Cirino hanno 220 anni in tre, da una vita trama­no dietro le quinte della politica e ancora non hanno smesso. Ma og­gi servono, sono merce preziosa per chi vuole fare cadere il gover­no. Fini e Casini, quelli del rinno­vamento politico ed etico, li accol­gono a braccia aperte. Non han­no più voti elettorali ma hanno il loro voto in Parlamento. Saranno usati e poi, comunque vada, riget­tati dietro le quinte. Perché non sono affidabili per nessuno. Si ac­contentano della foto sui giorna­li, degli applausi dei nuovi fan (fi­no a ieri nemici). Sono felici come bambini alle giostre. Sono in gra­do di fare danni, ma non ci faran­no morire democristiani. Perché i democristiani veri erano, e so­no, cosa diversa da loro.

2 commenti:

samuela ha detto...

Da notare la grande democrazia dei commenti sotto: siccome Allam è dell'UDC -vade retro lo dico io stessa- allora non può esprimersi contro la liquidazione della maggioranza. Gli stessi votanti che plaudono ad un Fini e in contemporanea danno contro ad un Renzi. La realtà è un optional.
Uno ha scritto che il Priapo avrebbe gettato nella disperazione Chiesa, Europa, Napolitano e Confindustria quindi si deve dimettere. Mi basterebbe che due su quattro di questi fossero davvero disperati per svegliarmi bene la mattina.

Eleonora ha detto...

Che sono gli stessi che vorrebbero Monti a capo del governo. Ognuno ha diritto di esprimere il suo pensiero ma preferisco un berlusconi (che comunque contesto spesso e volentieri) immobile che un seguace della Bilderberg. Cosa di gran lunga peggiore ad ogni altro genere di governo. In grecia a Papandreou gli succederà l'ex vice presidente della Bce. E non possono avercela vinta questi massoni del ciufolo. Ma se vincono, la colpa (come dice Allam) è anche e soprattutto della balena bianca in combutta con le sinistre. O a questo punto, sono io che sto in pieno delirio perchè mi preoccupa il mio futuro.