venerdì 18 novembre 2011

Ci ricorda tanto Ciampi...


MILANO - Il primo test parlamentare è stato un successo. Il nuovo governo formato da Mario Monti ha incassato al Senato 281 sì su 306 votanti (un record per l'insediamento di un esecutivo nella storia della Repubblica) e si appresta a bissare il risultato alla Camera. Dalle 10 è in corso il dibattito sulle comunicazioni del governo.

IL DIBATTITO - Il primo a prendere la parola è stato Dario Franceschini. Il capogruppo dei deputati del Pd ha voluto ringraziare il neo-presidente del Consiglio augurandosi che il suo mandato duri «fino alla fine della legislatura». «Grazie - ha affermato Franceschini - per aver messo la sua credibilità internazionale e le sue competenze al servizio del paese. Ci ricorda tanto Ciampi che si assunse l'onere di mettere a disposizione la sua credibilità internazionale per far uscire l'Italia da un momento di crisi». «L'Italia ha bisogno di una legge del buon esempio», ha voluto specificare il capogruppo Idv Massimo Donadi, mentre la Lega con Pierguido Vanalli ha ribadito il suo «no» al governo Monti. «Senza la disponibilità del Pdl e di Silvio Berlusconi ad appoggiare il governo Monti, ora ci sarebbero state le elezioni anticipate», ha sottolineato con forza nel suo intervento il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto. «Berlusconi - ha aggiunto - ha fatto due atti di responsabilità: ha dato le dimissioni e ha deciso di dare l'appoggio a questo governo e senza questo appoggio non staremmo a discutere qui ma a preparare le elezioni. Quindi rivendichiamo un ruolo di responsabilità».

«L'EX PREMIER NON PARLA» - Alle 12 è prevista la replica del premier Monti e a seguire, e fino alle 14, le dichiarazioni di voto dei gruppi. Si era parlato di un intervento dello stesso Silvio Berlusconi per il Pdl. In mattinata però il deputato Osvaldo Napoli ha annunciato al Tgcom24 che la dichiarazione di voto verrà fatta da Angelino Alfano, «mentre Berlusconi non parlerà». «Nelle parole di Monti ho visto passione civile e orgoglio italiano, la voglia di unire equità e crescita», ha detto Pier Luigi Bersani commentando il discorso di Monti al Senato. Il segretario dei democratici, come il Cavaliere, interverrà a Montecitorio durante il dibattito sulla fiducia.

I SALUTI, LA FASCIA NERA, GLI APPUNTI - «Traffico» di saluti ai banchi del governo e qualche nota di colore durante la seduta. Domenico Scilipoti si è presentato a Montecitorio con una vistosa fascia nera al braccio. Molti deputati si sono avvicinati ai collega per chiedere il perché di quella fascia. Scilipoti non ha risposto ma ha consegnato a tutti un volantino che riproduce un manifesto mortuario in è rappresentata una croce nera con sotto scritto «oggi è morta la democrazia parlamentare. Il popolo Sovrano ne dà il triste annuncio al Paese». Durante la discussione, il premier Molti ha mostrato molta attenzione e ha preso appunti, probabilmente per prepararsi alla replica.

«NON SIAMO I POTERI FORTI» - Giovedì al Senato Monti ha ottenuto una larga maggioranza su un programma ambizioso e articolato, annunciando numerose misure su temi quali Ici, pensioni, lavoro. Lega a parte, ha avuto il sostegno di tutti i partiti. In Aula Monti ha anche respinto l'accusa di essere a capo di un «governo dei poteri forti» servitore della multinazionali e compiacente con l'asse franco-tedesco. «Restiamo uniti o falliremo», l'appello del neo-premier a tutte le forze politiche.

INCONTRO CON IL PAPA - Primo incontro tra il nuovo capo del governo e il Pontefice venerdì mattina all'aeroporto romano di Fiumicino. Monti ha accolto Benedetto XVI direttamente sotto la scaletta dell'elicottero con cui il Papa è arrivato alle 8.42 dal Vaticano. Una lunga stretta di mano e uno scambio di saluti ha suggellato l'incontro, particolarmente cordiale. Il nuovo presidente del Consiglio ha poi accompagnato il Santo Padre fino alla scaletta dell'aereo, un Airbus A330 dell'Alitalia, che lo condurrà in Benin.

«FIDUCIA PER IL PAESE» - Dopo il sì al Senato intanto, il professore nominato premier incassa anche la benedizione della Sir, l'agenzia dei vescovi. Bisogna «tradurre la fiducia» ottenuta nelle aule parlamentari «in un'iniezione di fiducia per il Paese tutto», «che non solo ne ha bisogno, ma anche la desidera. A partire dai giovani», ha scritto l'organo della Conferenza episcopale.

MARTEDÌ A BRUXELLES - Martedì prossimo il premier sarà a Bruxelles per presentare il suo piano di riforme al presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy.

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