lunedì 14 novembre 2011

Effetto Monti, spread a 500 punti. Il ricattatore

Prima qui e poi anche qui. E poi era B. che denigrava la costituzione italiana... e invece, sono proprio quelli che fino a poco fa, ci si riempivano la bocca parlando appunto di costituzione. Ci si sono puliti le scarpe e il didietro anche.


MILANO - «La politica può lavorare per trasformare questo momento difficile in una opportunità». Ma per questo è necessaria «coesione» e i partiti dovranno dimostrare di sapersi assumere la propria responsabilità: non importa se saranno i leader politici a metterci direttamente la faccia; quello che conta è che diano il loro appoggio convinto. Lo ha spiegato il presidente del Consiglio incaricato, Mario Monti, in una conferenza stampa a Palazzo Giustiniani al termine della prima giornata di consultazioni. «Che i segretari dei partiti che appoggeranno il governo siano presenti in esso non mi sembra condizione indispensabile - ha precisato il premier in pectore -. Che ci sia un convinto appoggio da parte loro sull'ispirazione, le caratteristiche, i valori e la prospettiva operativa del governo mi sembra indispensabile». Non solo: l'ex rettore della Bocconi si è detto indisponibile ad affrontare un incarico con presupposti di breve termine. Per questo, ha sottolineato, l'«orizzonte temporale» che si prefigura per il nuovo esecutivo, qualora nascerà e otterrà la fiducia in parlamento, va di qui «alla fine della legislatura, nella primavera del 2013». «Ma è chiaro - ha aggiunto - che il Parlamento in qualsiasi momento può decidere che un governo non gode più della sua fiducia».

DONNE E GIOVANI - Monti ha ribadito l'impegno a rilanciare l'economia del Paese e ha sottolineato che con le riforme «l'Italia potrà avere un ruolo di protagonista nel mondo». Il presidente incaricato ha poi annunciato di volere incontrare i rappresentanti istituzionali delle donne e dei giovani. Per quanto attiene alla composizione della squadra, sgombrato il campo dalla necessità di un impegno diretto dei rispettivi segretari, Monti ha spiegato che «la compagine sarà efficace e convincente» e di conseguenza potrà raccogliere un consenso ampio in sede parlamentare.

LA PAZIENZA DEI MERCATI - «Mai usato il termine lacrime o il termine sangue - ha poi evidenziato il presidente incaricato rispondendo ad un cronista -. Il termine sacrifici forse sì, ma trovo positivo che le forze politiche abbiano percepito la serietà del momento che stiamo attraversando». «Sono sicuro - ha detto poi Monti - che i mercati avranno un impazienza temperata dalla razionalità».

PDL E LEGA - Intanto i partiti hanno espresso le loro prime valutazioni dopo la prima tornata di incontri tra Monti e i leader politici a Palazzo Giustiziani. Il Pdl ha fatto sapere che non darà a Monti un «consenso al buio». È Fabrizio Cicchitto a farsi portavoce della brusca frenata del suo partito nei confronti dell'economista incaricato di formare il nuovo governo. Il partito di Silvio Berlusconi avrà sì un «atteggiamento costruttivo», ma a condizione che ci si confronti sul programma e sulla struttura del futuro esecutivo. In ogni caso, spiega Maurizio Gasparri, «il Pdl ritiene che non ci debbano essere politici in questo governo». Insomma questo è un «momento molto delicato. Giornata ricca di incontri... e siamo ancora a metá!», scrive su Twitter Angelino Alfano. Dal canto suo Umberto Bossi non cambia idea. Impossibilitato a recarsi a Palazzo Giustiniani per le consultazioni, il Senatùr, ha contattato telefonicamente il premier designato confermandogli l'indisponibilità della Lega a votare la fiducia al nuovo esecutivo. Quanto ai singoli provvedimenti, il Carroccio si impegna a valutarli «caso per caso».

L'IDV E TERZO POLO- Mentre Antonio Di Pietro , subito dopo aver parlato con Monti, ha spiegato: «Noi non ci metteremo di traverso per far nascere il Governo Monti, ma decideremo se votare la fiducia sulla base dei programmi e della squadra». Durante l'incontro, infatti, Monti «si è riservato di "svelare" la squadra e il programma più avanti» e per questo «noi ci riserviamo di decidere dopo averlo sentito». Francesco Rutelli si è fatto portavoce del Terzo Polo, alla fine dell'incontro. «Monti avrà il nostro appoggio senza se e senza ma». Le consultazioni di Monti sono cominciate in mattinata e dureranno fino a martedì pomeriggio con Pd e Pdl.

IL CAPO DELLO STATO- L'importanza del momento la si coglie dalle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che parla di una «crisi delicatissima e cruciale». Quello che già in queste ore inizia a delinearsi, stando alle parole dei rappresentanti dei partiti «minori», è comunque un esecutivo tecnico, con personalità di alto valore, «attento all'equità e al rigore». Ma il Capo dello Stato, in pomeriggio interviene a un convegno organizzato dall'Accademia dei Lincei e dall'istituto Treccani di Giuliano Amato. E ribadisce il suo invito al Paese «a darsi istituzioni credibili» in uno sforzo comune di massima coesione.

MINISTRI POLITICI E TECNICI - Il principale interrogativo in queste ore è legato alla presenza di politici oltre che di tecnici nel nuovo esecutivo. Mario Monti vuole una «rappresentanza politica ai massimi livelli» del governo, il che significa anche a livello di ministri, ha detto Roberto Antonione, del gruppo dei Liberali per l'Italia, al termine del colloquio con il presidente del Consiglio incaricato.

IL PROGRAMMA - Quanto al programma, Francesco Nucara, a Palazzo Giustiniani in rappresentanza del Pri, ha riferito poi di un piano «importante, con molti sacrifici» . «Se abbiamo bene interpretato le sue parole - ha aggiunto - tenterà di equilibrare tra lacrime e sangue e i sacrifici saranno accompagnati da interventi per il lavoro dei giovani e per più crescita per tutti». Ancora più esplicito Silvano Moffa, di Popolo e Territorio: il professore Monti, ha riferito al termine della consultazione, «ha detto che forse ci sarà qualche problema per i provvedimenti impopolari» necessari per far uscire l'Italia dalla crisi. Il tutto, avendo come orizzonte temporale il 2013, come ha riferito il segretario dell'Adc Francesco Pionati.

GLI ALTRI PARTITI - «Pensiamo che Monti realizzerà un governo tecnico con persone di grande valore per giungere poi ad un bipolarismo normale nel segno del bipolarismo europeo», ha detto Adolfo Urso, di Fareitalia per la Costituente Popolare (che raggruppa alcuni ex Fli ed ex Pdl). Pieno appoggio anche da parte di Daniela Melchiorre e dei Liberal democratici. «Mario Monti è assolutamente determinato a elaborare il programma economico in base al principio dell'equità», ha riferito il segretario dei socialisti, Riccardo Nencini.

SACRIFICI NECESSARI - In vista del nuovo esecutivo e in attesa di conoscere gli estremi del programma di Monti, il concetto di «sacrifici necessari» viene usato anche da Bruxelles: «La nostra diagnosi dell'economia italiana non cambia solo perché è cambiato governo in Italia», ha detto il portavoce del Commissario agli affari economici Olli Rehn. Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, si è detto certo che Monti rifarà dell'Italia un grande Pese Ue.

L'AGENDA - I due partiti principali, Pd e Pdl, saranno ricevuti per ultimi martedì mattina. Al termine delle consultazioni - la chiusura sarà martedì alle 15 con le parti sociali - Monti metterà a punto la lista dei ministri da portare a Giorgio Napolitano. «La mia previsione - ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini - è che il governo nascerà entro venerdì e riceverà la fiducia da entrambi i rami del Parlamento».

LA LEGGE ELETTORALE - Con le dimissioni di Berlusconi e l'incarico a Monti si apre una partita delicatissima, tutta da giocare. «Se si coglie l'occasione per mettere mano a riforme significative, il ruolo della politica ne sarà rilanciato», ha affermato Massimo D'Alema, sottolineando la necessità, accanto alle riforme economiche, di una nuova legge elettorale. Tema toccato anche da Fini: «Da gennaio il tema della legge elettorale torna ad essere centrale nel dibattito politico» visto che ci sarà la sentenza della Corte costituzionale sul quesito referendario.

IMPRESE E SINDACATI - «Ora i partiti pensino soprattutto al bene del Paese, quindi si abbassino i toni», è l'appello della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, convinta dell'importanza che «questo governo nasca presto e metta mano alle riforme fondamentali per tornare a crescere». La leader Cgil, Susanna Camusso, dal canto suo ribadisce il suo «no» alla reintroduzione dell'Ici ed elenca le proposte che il sindacato farà a Monti: «Una patrimoniale sulle grandi ricchezze, agire sulle rendite finanziarie e sui grandi immobili e le seconde case». Infine una puntualizzazione della leader della Cgil: «Ai governi tecnici, ai governi d'emergenza, ai governi su Marte diciamo con chiarezza: noi l'art.18 non lo cancelleremo mai, perché è un legge a scopo deterrente».

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