giovedì 17 novembre 2011

Per quanti non vogliono capire...



C’era una volta il manuale Cencelli, l’aurea guida che regolava la spartizione delle poltrone tra i partiti. Si componeva dunque di un unico capitolo, quello politico. Mario Monti ne ha editato una nuova versione, assai più evoluta: il Cencelli dei tecnici. Esiste un Cencelli di primo impatto. Un ambasciatore agli Esteri, un prefetto all’Interno, un economista all’Economia, un banchiere allo Sviluppo/Infrastrutture, un rettore universitario all’Istruzione e un suo collega alla Cultura, un avvocato alla Giustizia, un ammiraglio alla Difesa, due alti dirigenti ministeriali (Agricoltura e Ambiente) ai vertici dei rispettivi dicasteri. Lettura facile e divertente. Ma c’è di più. C’è un secondo livello del Cencelli montiano. È quello che consente di scoprire i politici sottotraccia. Ed ecco che il professor Renato Balduzzi (Sanità) fu consulente legislativo del ministro Rosy Bindi: era scritto da lui il disegno di legge sui «Dico». Al professor Francesco Profumo (Istruzione) l’inverno scorso fu offerta dal Pd la candidatura a sindaco di Torino per il dopo-Chiamparino, invito declinato. Il commercialista Piero Gnudi, l’erede di Michela Vittoria Brambilla al Turismo, bolognese come Casini e Prodi, fece da scudiero proprio a quest’ultimo all’Iri mentre Piero Dino Giarda (Rapporti con il Parlamento) fu sottosegretario al Tesoro con Dini, Prodi, D’Alema e Amato ininterrottamente dal 1995 al 2001.

Ma il vero capolavoro del professor Monti è aver creato il Cencelli dei Poteri Forti. Banche, università private, società quotate, giornali che contano. A Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa San Paolo, va il superministero dello Sviluppo economico più Infrastrutture: dovrà promuovere o difendere opere cui partecipa la sua banca, tuttavia per lui è vietato parlare di conflitto di interessi. Il Welfare è andato a uno dei due vicepresidenti del medesimo istituto, Elsa Fornero, specialista di politiche previdenziali. Ma il Cencelli dei Grandi non dimentica gli altri giganti creditizi. Gnudi, gran privatizzatore dell’Iri, siede nel cda di Unicredit: ha avuto più fortuna di Alessandro Profumo, l’ex amministratore delegato che si era candidato a leader del centrosinistra. L’altro Profumo, l’ingegner Francesco, ha fatto parte del cda di Unicredit Private Bank. Invece il secondo Piero del nuovo governo, Giarda, nel 2005 fu eletto presidente della Popolare di Lodi dopo il crac della gestione di Giampiero Fiorani e da lì è approdato nel consiglio di sorveglianza del Banco popolare, l’istituto di Verona quotato in Borsa che assorbì la Bpi lodigiana.

Ed ecco il Cencelli dei superatenei. Monti è presidente della Bocconi. L’attuale rettore dell’università economica milanese, Guido Tabellini, è in predicato di diventare viceministro. Il nuovo titolare della Cultura, Lorenzo Ornaghi, è rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove Giarda occupa una cattedra di prestigio. E Paola Severino, avvocato penalista outsider, è vicerettore dell’università Luiss di Roma dopo esserne stata preside della facoltà di Giurisprudenza: tra i suoi clienti il neo Guardasigilli annovera Prodi, Francesco Gaetano Caltagirone, Cesare Geronzi e aziende come Fininvest, Telecom, Eni. Tra le università statali, primeggiano quelle del Piemonte: Balduzzi insegna all’università del Piemonte orientale, Elsa Fornero è ordinario di Politica economica a Torino, Profumo è stato a lungo rettore del Politecnico della città sabauda che ha abbandonato per la presidenza del Consiglio nazionale delle ricerche dopo aver detto (a Repubblica) che «in Italia il sistema politico è troppo pervasivo». Società quotate. Gnudi è stato presidente Enel fino a pochi mesi fa ed era stato consigliere di Stet, Eni, Enichem, Credito Italiano; oggi siede nei cda di Astaldi e Sole 24 Ore. Del quotidiano di Confindustria è editorialista Elsa Fornero, consigliere di Buzzi Unicem, moglie dell’economista Mario Deaglio, editorialista della Stampa. Profumo appartiene ai cda di Telecom, Pirelli e Fidia. Passera rappresenta il suo istituto nel patto di sindacato di Rcs Mediagroup, editore del Corriere della Sera. E nel Cencelli dei giornali, oltre a CorSera e Sole, non dimentichiamo che Ornaghi è vicepresidente di Avvenire, il quotidiano dei vescovi.

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