giovedì 3 novembre 2011

Post-Mallett

Ma forse il vero problema è che ci manca sempre l'uomo che fa la differenza.


BOLOGNA - Il nuovo coach dell'Italrugby, il francese Jacques Brunel, 57 anni, si presenta con un proclama a metà: «Entro due-tre anni - dice il tecnico alla presentazione ufficiale a Bologna - l'Italia deve essere in grado di lottare per vincere il Sei Nazioni». Si nota la sfumatura? Non vincere, ma "lottare per": meglio evitare annunci roboanti, difficili da rispettare. E come approccio può essere condivisibile. Perché il XV azzurro può crescere, ma non cambiare pelle in così poco tempo.

AL TOP AI MONDIALI - «La squadra italiana ha già fatto tanti progressi - spiega il tecnico che tanti successi ha collezionato con il Perpignan, campione di Francia nel 2009 - Io spero di farla progredire ancora di più. Il primo obiettivo è cercare di equilibrare meglio le parti di questa squadra. Il nostro obiettivo, alla fine di questo quadriennio, è arrivare ai prossimi Mondiali tra le prime sei squadre al mondo. Credo davvero molto al potenziale di questo gruppo». Brunel raccoglie l'eredità di Nick Mallett, sulla panchina azzurra negli ultimi quattro anni; nel 2011 l'Italia ha mancato la qualificazione ai quarti del Mondiale neozelandese, battuta dall'irlanda nel match decisivo, ed è arrivata ultima al Sei Nazioni, dove però è riuscita a battere la Francia, al Flaminio (22-21), per la prima volta nel Torneo.

DEBUTTO A PARIGI - L'talia di Brunel ripartirà proprio dalla Francia e da Parigi, per la prima giornata del Sei Nazioni 2012. Tra i problemi azzurri da risolvere in maniera prioritaria c'è l'annosa questione del mediano d'apertura, punto debole (anche) del Mondiale in Nuova Zelanda: «Tutte le squadre del mondo - spiega Brunel - cercano un numero 10. L'importante sarà che i giovani abbiano la possibilità di giocare nei campionati di alto livello».

STESSO STAFF - «Abbiamo inseguito a lungo Brunel – dice il presidente federale Giancarlo Dondi, – e siamo entusiasti di averlo finalmente con noi. Il mio augurio è che l’intero movimento lo sostenga perché con lui abbiamo la chance di effettuare un grande salto di qualità». Sulla decisione di mantenere lo staff tecnico attualmente in carica il nuovo ct spiega: «La Nazionale è la vetrina del rugby italiano. Ho sempre lavorato con gli staff che ho trovato sul posto e sicuramente non ho intenzione di cambiare adesso. Chi ha già lavorato con l’Italia conosce l’ambiente e può darmi molto in termini di conoscenza dell’ambiente e dei giocatori».

LA SFIDUCIA DEI BOOKMAKER - Malgrado l'ottimismo del nuovo ct, le case di scommesse non sembrano molto convinte del nuovo corso azzurro, almeno a breve termine. Le quote sul Sei Nazioni 2012 vedono gli azzurri ultimi nei pronostici, per giunta con una quota molto elevate: 150 volte la posta. Lontanissime, almeno per il momento, la Francia prossima avversaria (il 4 febbraio allo Stade de France) e favorita del torneo a 2,75, l'Inghilterra (a quota 3,50) o l'Irlanda (a 7,00). Per gli azzurri si prevede dunque ancora lo scontro tra «poveri» con la Scozia, che per il momento ci sopravanza nettamente nelle quote, a 26 contro uno.

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