mercoledì 20 ottobre 2010

Ban Ki Moon e l'immigrazione


E' un fiume in piena il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon. "In Europa sta emergendo un trend pericoloso, una nuova politica polarizzante". L'argomento è l'immigrazione e i suoi strali sono rivolti a quei leader della Ue, la tedesca Merkel, l'olandese Wilders, il francese Sarkozy, lo svedese Akesson, che hanno usato toni aspri e poco diplomatici per risolvere la questione. Ban ki Moon li accusa di invocare "valori liberali per cause illiberali" e di governare con "la paura" ed il "sospetto" manipolando quelle opinioni pubbliche che altrimenti sarebbero molto più "ragionevoli". Questi leader sfruttano la crisi economica e i problemi legati all'immigrazione per "giustificare politiche discriminanti e che tendono all'esclusione", e rincara la dose, "si nascondono dietro il tema della cittadinanza per accusare gli immigrati di violare i valori europei, quando invece troppo spesso sono proprio coloro che si ergono a grandi accusatori i primi a sovvertire quei valori...". Per cui, degna conclusione, "i più oscuri capitoli della storia europea sono stati scritti in un linguaggio come questo". Ci mancava la nuova Kristallnacht per completare il quadro. E chi sono le prime vittime del razzismo imperante? Gli immigrati musulmani. Quelli verso cui si dovrebbe mostrare "tolleranza" e che dovrebbero avere le stesse "opportunità di successo" degli altri cittadini, senza badare alle loro origini. "I diritti umani non sono un menu da cui si può scegliere ed estrarre qualcosa a discapito di altre".

Un bel sermone quello del segretario generale, attraversato dal sacro fuoco della solidarietà. Se non fosse che non ci sembra di ricordare bacchettate così solerti inflitte alla comunità dei Paesi musulmani per la mancanza di libertà o la fine che fanno fare alle minoranze religiose a casa loro (sarà perché detengono una sorta di maggioranza silenziosa all'interno del Palazzo di Vetro). Come pure non si ha notizia di una particolare stizza mostrata da Ban ki Moon verso il governo di Pechino che ha confinato la moglie del Premio Nobel per la pace Liu Xiaobo temendo qualche commento sgradito alle autorità comuniste. Lasciamo perdere, sappiamo come funzionano le cose alle Nazioni Unite. Se mai vorremmo azzardarci a dare un piccolo suggerimento a Ban ki Moon, a proposito di cittadinanza, integrazione e comunità arabe e musulmane insediate nelle grandi metropoli europee. Il segretario generale dell'Onu provi a farsi un giro nei quartieri accanto alla City di Londra, nelle periferie di Amsterdam o di Londra, nei "ghetti" dove si sono autoreclusi vivendo felici e contenti quegli immigrati di fede islamica che non hanno alcuna intenzione di riconoscere un altro stile di vita che non sia il loro. Si faccia un giro da quelle parti e poi ne riparliamo.

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