martedì 26 ottobre 2010

Fini e la magistratura veloce...


MILANO - «Nessuna truffa». I pm di Roma che si sono occupati dell'inchiesta sulla casa di Montecarlo hanno chiesto l'archivazione del procedimento penale. Il procuratore della Repubblica di Roma, Giovanni Ferrara, e l'aggiunto Pierfilippo Laviani hanno accertato l'insussitenza di azioni fraudolente in merito alla vendita di un appartamento di proprietà di Alleanza Nazionale a una società offshore, per cui erano indagati sia il presidente della Camera, Gianfranco Fini, sia l'ex tesoriere di An Francesco Pontone. Lo riferiscono fonti giudiziarie. Adesso sarà il gip a decidere nelle prossime settimane se archiviare o meno l'inchiesta.

INDAGATI - I pm, ascoltati testimoni e studiate le carte giunte dal Principato di Monaco, ritengono che non ci sia stata alcuna frode nella vendita della casa, precedentemente donata all'ex partito di Fini da una sostenitrice, la nobildonna Anna Maria Colleoni. L'appartamento in questione è occupato attualmente da Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Fini, Elisabetta Tulliani. La notizia che Fini e Pontone fossero stati iscritti sul registro degli indagati non era mai stata diffusa in precedenza. L'inchiesta era nata dalla denuncia di alcuni esponenti del partito La Destra di Francesco Storace, nella quale si chiedeva di accertare se l'immobile ereditato dalla contessa Annamaria Colleoni fosse stato oggetto di una svendita.

SEDE CIVILE - «Qualsivoglia doglianza sulla vendita a prezzo inferiore - sostengono i pm - non compete al giudice penale ed è eventualmente azionabile nella competente sede civile». Il valore dell'immobile, secondo quanto comunicato dal Principato di Monaco, era triplicato al momento dell'alienazione rispetto a quello dichiarato a fini successori, 273mila euro. «Tale valutazione - si spiega - della Chambre Immobiliere Monegasque, è stata effettuata in astratto, senza tener conto delle condizioni concrete del bene, descritto dai testi come fatiscente».

LE REAZIONI - «Sono contento e soddisfatto - commenta il senatore di Futuro e libertà, Pontone - in questo modo è stato dimostrato che si tratta di un'azione sballata presa contro il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e contro il sottoscritto». Il vicepresidente dei deputati di Futuro e Libertà, Benedetto Della Vedova, esulta invece sul proprio profilo di Facebook: «E andiamo avanti!». Di tenore diverso la reazione di Storace: «Il processo breve, brevissimo si applica solo a Gianfranco Fini».

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