domenica 17 ottobre 2010

Processo a Geert Wilders


Dopo l’interruzione di giugno, il processo a Geert Wilders e’ ripreso martedi’ 12 ottobre e terminera’ con il verdetto finale il 4 novembre 2010. Nella Corte di Giustizia di Amsterdam, Geert Wilders deve rispondere a due capi di imputazione: il primo, per aver eguagliato il Corano al Mein Kampf nel suo documentario “Fitna”, il secondo, per incitamento all’odio e alla violenza. Il giudice Birgit Van Roessel ha prosciolto Wilders dalla prima imputazione, perche’ il paragone fra i due libri non costituisce un reato perseguibile a norma del codice penale perche’ l’offesa si riferirebbe ad un libro e non ad un gruppo di persone. Tuttavia rimane in piedi la seconda accusa, anche perche’ ogni giorno, contro il parlamentare olandese si rinnovano denunce, una dopo l’altra. Ma chi incita all’odio e alla violenza non e’ certo Geert Wilders che oltretutto vive blindato, ma lo sono quelli che, fuori del tribunale, avvolti nella kefiah agitano cartelli che istigano al geerticidio; lo sono gli assassini di Pym Fortuyn e di Theo Van Gogh che, nel suo film “Submission”, difendeva le donne dall’abuso della legge islamica e lo sono quelli che per la stessa ragione vogliono uccidere Ayaan Hirsi Ali e l’hanno costretta a nascondersi in America; chi istiga alla violenza sono quegli antisemiti che l’anno scorso, minacciosi, in corteo nelle strade di Amsterdam, auguravano agli ebrei di ritornare di nuovo nei forni crematori dei campi di sterminio.

Questi sono i veri istigatori all’odio e non Geert Wilders. Con lui e’ sotto accusa tutta la civilta’ occidentale basata sulla liberta’ d’espressione e di parola che e’ la madre di tutti i diritti ed anche la piu’ vulnerabile: infatti e’ la prima a cadere quando la democrazia mostra segni di debolezza. Ed e’ quello che sta accadendo in Olanda e precisamente ad Amsterdam, dove un quarto della popolazione e’ musulmana, e ha sempre piu’ un crescente potere elettorale per imporre la Sharia che, con il suo codice di leggi, e per l’incremento demografico soverchiera’ e smantellera’ la democrazia, che in millenni di Storia e’ il solo sistema - non perfetto, ma perfettibile - che garantisca i diritti civili e il pluralismo religioso a tutti i cittadini, uomini e donne, compresi quelli di origine musulmana, che vogliano vivere ed integrarsi in una societa’ moderna e democratica.  Ma purtroppo nello stato olandese, considerato da sempre un vecchio bastione di democrazia, vige nell’ombra un anti-stato islamico e antidemocratico, i cui guardiani sono come un Argo dai cento occhi che spiano e dalle cento lingue che riportano, e che creano un’atmosfera di paura e di intimidazione.

Le leggi di questo anti-stato sono raccolte nel codice Sharia, che usa il Corano in senso politico, per cui Stato e Moschea sono un tutt’uno in un unico corpo, altro che separazione, altro che "dare a Cesare quello che e’ di Cesare e dare a Dio quello che e’ di Dio", altro che laicita’ dello stato. E’ un anti-stato in cui potere religioso e potere politico si identificano. Gli stessi immigrati musulmani sono intimiditi, ricattati e brutalmente assassinati se mostrano segni di volersi integrare nelle societa’ di accoglienza specialmente le donne. Ne sono un esempio gli “honor killings”, ossia i delitti d’onore e le percosse di cui sono vittime nell’ambito del clan familiare le donne; e altri esempi sono la morte riservata agli apostati e la mutilazione dei genitali riservata ancora alle donne... C’e’ dietro l’Islam un disegno politico di un governo brutale, oppressivo e poliziesco che controlla ogni aspetto della vita del singolo, che in ultimo mira a sostituirsi al buon governo della democrazia.

Non per niente l’Islam e’ un ordine politico totalitario che con la sua massa schiaccia l’individuo e le sue liberta’ individuali, come il Nazismo e il Comunismo. Geert Wilders nel 2004 ha fondato un nuovo partito, il P.V.V. il Partito della Liberta’uscendo fuori dal Partito Liberale. Da allora e’ in costante ascesa per consensi e popolarita’ e, nelle ultime elezioni ha conquistato 24 seggi. Appoggia dall’esterno un governo di minoranza che ha un programma di bandire il burqa, di dimezzare l’immigrazione, e obbliga gli immigrati a seguire corsi per la cittadinanza a loro spese. Geert Wilders e’ stato trascinato in giudizio dalla sinistra multiculturale che ha modificato espressamente l’anno scorso, il Codice di Procedura Penale art.137 C che commina pene sanzionatorie, multe o carcere, contro chi offenda a parole o per iscritto o con immagini, un gruppo di persone, per la loro razza, religione e credo, come ci dice Ayaan Hirsi Ali nel suo articolo del W.S.Journal dell’11 ottobre 2010. Ma l’art. 137 si applica solo per il reato di islamofobia, non si applicherebbe quando si tratta di antisemitismo, di misoginia e di omofobia. Double Standard, Due pesi e due misure, quindi!

2 commenti:

Massimo ha detto...

Il processo a Geert Wilders, come il carcere imposto a David Irving in Austria, è solo l'antipasto di quel che ci preparano con le leggi che vorrebbero imporci cosa dire e cosa pensare. E con le intercettazione che ci impedirebbero anche di esprimerci liberamente in privato.

Eleonora ha detto...

Massimo, ma Wilder come Irving, non ha ammazzato nessuno. Ha solo detto la verità, che il corano andrebbe bandito dalla faccia della terra.

Comunque, il processo farsa si è concluso bene. http://www.ilgiornale.it/esteri/olanda_wilders_vince_sua_battaglia_non_ha_istigato_lodio_anti-islam/16-10-2010/articolo-id=480392-page=0-comments=1

anche se, gli imbecilli continuano a chiamarlo "leader xenofobo".