mercoledì 13 ottobre 2010

Il dittatore e il vaticano


Cari amici, vi piace il mondo moderno? Siete contenti di avere gli antibiotici se vi ammalate, il cellulare e internet per comunicare, i supermercati se volete fare la spesa, le ferie per tutti, la possibilità di vivere come vi pare, senza essere obbligati a vivere come qualcuno vi impone? Usate l'automobile, andate a ballare, bevete ogni tanto una birra? Non vi dispiace se qualcuno fa dell'ironia, della satira e magari anche racconta storia irriverenti? Male, malissimo. Preparatevi a smettere, se volete salvarvi l'anima e magari anche il corpo.

Dovete sapere che "il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad" ha scritto una lettera a Benedetto XVI, cui ha proposto «una collaborazione fra religioni divine» per fermare «il secolarismo e la crescente tendenza dell'uomo a concentrarsi solo sulla vita materiale». Il presidente iraniano è preoccupato «della mancanza di riguardo dell'umanità per gli insegnamenti delle religioni divine diffuse da» queste «scuole» di pensiero.Nella lettera Ahmadinejad ha chiesto ai fedeli delle «religioni divine» di guidare la battaglia per «instaurare la giustizia, sradicare l'oppressione e sconfiggere le pratiche discriminatorie». In sintesi il presidente iraniano, si legge nel sito web della presidenza iraniana, ha offerto al Papa la disponibilità dell'Iran a creare un «cambiamento nell'attuale ordine mondiale» (qui)

Il papa non si è limitato a "ricevere il vicepresidente iraniano" latore della missiva e "ringraziarlo", ma ieri ha tenuto una "meditazione a braccio" (così "L'avvenire") al sinodo dei vescovi sul Medio Oriente (magari davvero improvvisata, magari scritta prima, ma la coincidenza è comunque significativa), in cui condanna "le grandi potenze della storia di oggi, pensiamo ai capitali anonimi che schiavizzano l'uomo, che non sono più cosa dell’uomo, ma sono un potere anonimo al quale servono gli uomini, dal quale sono tormentati gli uomini e perfino trucidati. Sono un potere distruttivo, che minaccia il mondo. E poi il potere delle ideologie terroristiche. Apparentemente in nome di Dio viene fatta violenza, ma non è Dio: sono false divinità, che devono essere smascherate, che non sono Dio. E poi la droga, questo potere che, come una bestia vorace, stende le sue mani su tutte le parti della terra e distrugge: è una divinità, ma una divinità falsa, che deve cadere. O anche il modo di vivere propagato dall'opinione pubblica: oggi si fa così, il matrimonio non conta più, la castità non è più una virtù, e così via." (qui)

Condannare il terrorismo e la droga va benissimo, magari si sarebbe potuto spiegare che hanno intensi rapporti fra loro e da dove vengono (la cocaina dalle zone "liberate" dalla guerriglia in Colombia e dal regime progressista della Bolivia, l'eroina dall'Afganistan talebano, le bombe dagli islamisti). Ma scusate, questi "capitali anonimi che schiavizzano l'uomo al quale servono gli uomini, dal quale sono tormentati gli uomini e perfino trucidati", non vi ricorda la congiura demo-pluto-giudeo-massonica della buonanima di Mussolini, o il Marx più antisemita, o i deliri antiamericani di Ahmadinedjad? e questo "modo di vivere propagato dall'opinione pubblica" (cioè in fondo la democrazia) non sarà quella modernità che tanto vi piaceva all'inizio di questa cartolina?

Insomma, la lettera del dittatorello iraniano sembra essere arrivata a orecchie sensibili in Vaticano. Naturalmente la Chiesa è molto più complessa, ma permettetemi di notare che tutte le volte in cui nelle organizzazioni internazionali si parla dei diritti delle donne, della libertà di pensiero e di espressione contrapposta alla sacrale inviolabilità dei simboli religiosi (cioè in sostanza alla possibilità di prendere in giro anche santi e profeti), il fronte della Santa Alleanza delle religioni rischia di rinsaldarsi. E dato che ci siamo, c'è un altro punto di contatto il Sinodo, nel suo documento di lavoro e anche nelle dichiarazioni di oggi sulla proposta di legge sulla cittadinanza israeliana (il famoso giuramento), è chiaramente sbilanciato contro Israele, definito causa di ingiustizia e di guerra. Ahamadinedjad in queste ore getta ritualmente delle pietre contro il "piccolo Satana". Entrambi dicono di non avere nulla contro gli ebrei, ma Israele non gli garba. Anche in questo caso, le differenze ci sono, eccome: il Vaticano non sta certo preparando bombe atomiche e missile nei giardini dietro San Pietro, da una quindicina d'anni ha riconosciuto lo stato di Israele (era ora...). Ma anche se in Israele i cristiani sono perfettamente accettati e al sicuro mentre nel mondo arabo e islamico sono perseguitati e repressi e spesso ammazzati, la Chiesa si sente dalla parte dei palestinesi e non degli israeliani. Mistero teologico o santa alleanza?

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