domenica 3 ottobre 2010

Nè razzista nè xenofobo

Geert Wilders non è razzista nè xenofobo (gli olandesi stanno aprendo gli occhi)

Su Repubblica di oggi, 03/10/2010, due servizi che accusano di razzismo e xenofobia Geert Wilders. Il primo, da Berlino, di Andrea Tarquini, il secondo di Anais Ginori che analizza la situazione olandese, preceduto da un nostro commento. Repubblica continua a etichettare il politico olandese con le solite accuse, mentre Wilders, e con lui una parte notevole, e in continua crescita, della popolazione olandese - aggiungiamo noi anche europea - non è affatto razzista nè xenofoba. Ha semplicemente capito in quale Europa vivremo fra qualche decennio, e ritiene la prospettiva un grave pericolo. Del pezzo di Tarquini indovinato il titolo.

Andrea Tarquini: "Wilders, l'Islam è come il nazismo"

BERLINO - Geert Wilders, la star della nuova destra radicale e anti-islamica europea, sbarca a Berlino. Ed esorta i conservatori tedeschi delusi da Angela Merkel a seguire il suo esempio: fondare un nuovo partito, difendere «l´identità nazionale, la democrazia e la prosperità dalla minaccia dell´ideologia islamica». Ieri, proprio alla vigilia del ventesimo anniversario della riunificazione, e proprio mentre a casa sua la nuova coalizione olandese nasceva grazie al suo appoggio esterno, Wilders ha parlato a un convegno organizzato da Die Freiheit, il nuovo movimento che punta a creare appunto nella Repubblica federale un partito simile a quello del leader olandese. «La Germania», ha detto Wilders, più volte interrotto da applausi, «ha bisogno di un partito che difenda la sua identità nazionale, la sua prosperità, la sua democrazia, il suo successo economico, e si opponga deciso all´islamizzazione». Il suo obiettivo, puntare a diventare il leader della nuova destra anti-islamica a livello europeo, è chiaro. E Wilders ieri ha lanciato una sfida personale alla cancelliera Angela Merkel, attaccandola di persona e accusandola in sostanza di vigliaccheria verso l´islam. Due concezioni diametralmente opposte della destra - quella della Merkel, e quella delle nuove destre antimusulmane - si confrontano quindi a Berlino.

«Uno spettro s´aggira per l´Europa, lo spettro dell´islamizzazione», ha detto Wilders parafrasando a modo suo l´inizio del Manifesto di Marx ed Engels. E ha continuato: «Noi non siamo come Angela Merkel, perché non condividiamo i suoi vili silenzi sulla minaccia dell´Islam, noi non siamo come lei perché non accettiamo l´islamizzazione». L´Islam è una minaccia alla libertà, ha insistito più volte. Esponendo duri paragoni storici con il passato tedesco: «Anche la Repubblica di Weimar (la fragile democrazia tedesca in vigore tra la fine della Prima guerra mondiale, nel 1918, e l´ascesa di Hitler al potere nel 1933) non riconobbe il pericolo per la libertà, e ciò ebbe conseguenze spaventose, devastanti». L´islam come il nazismo, insomma. Per riflettere sulla portata della minaccia islamica, ha sottolineato Wilders, «non c´è alcun luogo migliore di Berlino, che fu la capitale dell´Impero del Male nazista e fu poi oppressa dal comunismo… L´ideologia politica dell´islam non è moderata, non lo sarà mai». Wilders è stato invitato a Berlino dal nuovo partito Die Freiheit (La libertà). L´obiettivo di Die Freiheit è entrare l´anno prossimo nel Parlamento di Berlino, e costituire pian piano una nuova forza politica a livello nazionale.

Anais Ginori: "E in Olanda il suo partito va al governo. Stop agli immigrati e divieto di burqa"

Il titolo è scorretto, Wilders non è per uno stop agli immigrati tout court, ma è l'immigrazione musulmana che va fermata, per motivi che adesso hanno imparato a conoscere anche gli olandesi. Anche l´ultimo argine si è rotto. Nel paese dei polder, la marea montante di Geert Wilders è ormai inarrestabile. Dopo 112 giorni di paralisi politica, l´Olanda deve arrendersi all´evidenza. Impossibile formare un governo senza il Pvv, il Partito per la Libertà che Wilders ha creato solo quattro anni fa e che, a colpi di film contro il Corano e di insulti agli immigrati, è diventato la terza forza politica del Paese alle elezioni del giugno scorso. Il leader populista e xenofobo è stato ufficialmente sdoganato ieri anche dai cristiano-democratici che hanno votato a favore di un´alleanza di governo insieme a lui. In un sofferto congresso straordinario, il Cda ha dato il via libera a un nuovo esecutivo composto con i liberali di destra del Vvd, ma soprattutto con l´appoggio esterno di Wilders.

E così ha vinto il pragmatismo del nuovo segretario del Cda, Maxime Verhagen, che ha superato mesi di trattative e minacce di scissione. Alla fine, la necessità di costruire una maggioranza ha spazzato via le resistenze interne: 68% sì contro 32% al congresso di ieri. «Un milione e mezzo di olandesi hanno votato per il Pvv - ha ricordato Verhagen - è inutile cercare di tenerli ai margini del nostro sistema». Alcuni dirigenti cristiano-democratici hanno osteggiato l´accordo. «Wilders ha creato una frattura nella società, trasformando i musulmani in cittadini di seconda classe», ha spiegato Hirsch Ballin, ministro della Giustizia del governo uscente. «L´alleanza con Wilders - ha continuato il membro del Cda - porterà solo più esclusione e problemi». Protagonista di quasi tutti i governi dal dopoguerra in poi, il partito cristiano-democratico non si è ripreso dalla batosta delle ultime elezioni, quando è passato da 41 a 21 deputati, da prima a quarta forza politica del Paese.

Entro poche ore Mark Rutte, il leader del Vvd, probabile premier, presenterà la lista dei ministri. La durata del governo non è sicura: sarà infatti il primo esecutivo di minoranza dal lontano 1939. Per ottenere l´appoggio dei 24 deputati di Wilders, Rutte ha inserito nel programma numerose concessioni al Pvv. Tra le misure annunciate, il bando del burqa negli uffici pubblici, l´obbligo per gli immigrati di superare un esame di «integrazione», l´espulsione degli imam più radicali, e la perdita della cittadinanza per gli immigrati che commettono reati gravi. È prevista anche una riduzione significativa dell´immigrazione, con tagli fino al 50 per cento dei flussi da Paesi non occidentali e del 25 per cento per i richiedenti asilo politico. "È il governo di Wilders", titola De Volkskrant. «Anche se non figura nella lista dei ministri - spiega il quotidiano progressista - la sua influenza è enorme».

Il nuovo governo nasce sotto una cattiva stella. Da domani Wilders dovrà affrontare il processo per il suo film Fitna e l´accusa di incitamento all´odio razziale. Il leader olandese ha definito l´Islam una religione «fascista» e ha paragonato il Corano al Mein Kampf di Hitler. «Si tratta dell´esercizio della libertà di espressione», commenta il suo avvocato Bram Moszkowicz. Wilders vive da diversi anni sotto scorta, a causa delle minacce di estremisti islamici. Con il processo rischia un anno di prigione e una multa di 7.600 euro. Una condanna significherebbe anche la sua ineleggibilità al parlamento. Il verdetto è atteso per il 4 novembre, due giorni dopo l´anniversario dell´omicidio di Theo Van Gogh, il regista ucciso nel 2004 da un giovane marocchino fondamentalista. Il trauma nazionale sul quale Wilders ha costruito la sua ascesa.

2 commenti:

Massimo ha detto...

Che repubblica consideri Wilders razzista e xenofobo mi rassicura, vuol dire che Wilders è un'ottima persona. Del resto repubblica ha fatto della battaglia contro le personalità che maggiormente possono contribuire alla nostra società, la ragion d'essere della sua esistenza. Basti pensare a quante ne dice contro Berlusconi ... ;-)

Eleonora ha detto...

Senza alcun dubbio. :)