martedì 12 ottobre 2010

Qualcuno finalmente si sveglia


I Tea Party americani stanno stringendo un’alleanza al di là dell’Atlantico con il gruppo di estrema destra britannico England Defence League che combatte l’«islamizzazione» delle città della Gran Bretagna. Lo scrive il quotidiano britannico Observer. Ed è anche una prova, secondo alcuni, del peso crescente delle tendenze anti-islamiche all’interno dei Tea Party. I Tea Party, che potrebbero avere un ruolo significativo nelle elezioni del 2 novembre in America, sono nati come movimento contro le tasse, contro il salvataggio delle banche, contro linvadenza del governo nella vita dei cittadini. Devin Burghart, vicepresidente dell’istituto per la ricerca e l’educazione ai diritti umani, con sede in Kansas, è tra coloro che affermano che pian piano l’islamofobia sta catalizzando quella rabbia e quel vigore che alle origini si concentravano sulla crisi economica e il salvataggio delle banche. «L’idea che ci sia una guerra contro l’Islam sta diventando sempre più condivisa».

Secondo l’inchiesta dell’Observer, l’Edl ha invitato in Gran Bretagna alcune figure legate ai Tea Party. Ma la personalità che più d’ogni altra farebbe da collegamento tra le due sponde dell’Atlantico sarebbe Pamela Geller, blogger newyorkese ultraconservatrice legata all’ala anti-islamica dei Tea Party, che ha anche incontrato i leader del gruppo britannico a Manhattan. Geller, 52 anni, madre single di quattro figli, è stata «ritratta» dal New York Times in un lungo articolo di pochi giorni fa. Geller lavora al suo blog dall’appartamento in cui vive: un piano intero nell’East Side di Manhattan. «Si sveglia ogni mattina poco dopo le 7, accende il laptop e combatte la sua guerra santa attraverso Atlas Shrug, un sito web che attacca l’Islam con una retorica così velenosa che PayPal ad un certo punto lo ha definito un sito inneggiante all’odio», scrive il New York Times­. Lavorando da lì, «nelle sue ciabattine pelose», Geller ha chiesto la rimozione della Cupola della Roccia dal Monte del Tempio di Gerusalemme, ha pubblicato immagini di Elena Kagan, la giudice della Corte suprema scelta da Obama, manipolate con Photoshop mettendole così in testa un elmetto nazista; ha sostenuto che a capo del dipartimento di Stato ci sono razzisti islamici e ha definito la riforma sanitaria un atto di «stupro della nazione».

Geller che una volta filmò se stessa in bikini mentre denunciava l’islamofascismo, scrive dal 2005, ma quest’estate è diventata una celebrità nazionale - con apparizioni in tv e sue frasi prese in prestito da Newt Gingrich e Sarah Palin. La sua notorietà è legata alla campagna di cui è stata una dei leader contro la «moschea di Ground Zero». La sua importanza è così cresciuta notevolmente anche all’interno dei Tea Party, secondo Burghart. E’ stata invitata a parlare a molti eventi organizzati da gruppi del movimento o ad esso legati. «Ha acquistato grande credibilità in questo modo». Geller ha sostenuto su internet di «condividere l’ideologia» dell’Edl: «Bisogna incoraggiare gruppi razionali e ragionevoli, che si oppongono all’islamizzazione dell’Occidente».

L’Edl, a sua volta, ha pubblicato sul suo sito web (al momento non online) un link ad Atlas Shrugs. Secondo Nick Lowles, dell’organizzazione anti-fascista Searchlight: «L’Edl è parte integrale di una campagna internazionale contro l'Islam. Mentre alcuni conducono questa lotta nell’arena culturale e politica, l’Edl porta la battaglia nelle strade». Il gruppo organizza manifestazioni di piazza che si definiscono contro i jihadisti, non i musulmani, ma a Londra – ad esempio – membri del gruppo hanno urlato «odiamo i musulmani» contro una manifestazione pro-palestinesi. Le loro proteste attraggono hooligan, naziskin e neonazisti. Non tutti i sostenitori dei Tea Party e della ideologia anti-tasse sono contenti che l’islamofobia stia prendendo piede.

Viviana Mazza

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