sabato 5 giugno 2010

Fannulloni


Roma - "Lo sciopero dei magistrati è uno sciopero politico". Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, punta il dito contro l'Anm che ieri ha proclamato lo sciopero contro i tagli presenti nella Finanziaria: "Il governo chiede ai magistrati un sacrificio così come lo chiede alle altre componenti del Paese, però mi batterò e mi impegnerò a fianco dei giovani magistrati perché su questo aspetto si chiede un costo individuale troppo alto".

I giovani magistrati. "Ai giovani magistrati si chiede un costo individuale troppo alto a fronte di un gettito complessivo abbastanza basso per il Paese, quindi mi impegnerò per risolvere nel percorso di conversione questo aspetto del problema", ha detto Alfano a Lussemburgo per il consiglio giustizia. Per il Guardasigilli, "il governo chiede ai magistrati un sacrificio così come lo chiede alle altre componenti del Paese". Però, ha aggiunto, "c’è un aspetto su cui mi batterò e mi impegnerò a fianco dei giovani magistrati". Perché, ha spiegato, quello delle giovani toghe "è un ambito di un problema più ampio" e a loro "si chiede un costo individuale troppo alto a fronte di un gettito complessivo abbastanza basso per il Paese. Quindi mi impegnerò per risolvere nel percorso di conversione questo aspetto del problema".

Anm: "Non è uno sciopero politico". L’Associazione nazionale magistrati respinge al mittente l’accusa di aver promosso uno sciopero "politico" contro la manovra. "C’è ben poco di politico in questo sciopero", dice Luca Palamara, presidente dell’Anm, parlando a margine della presentazione del rapporto di Legambiente sulle ecomafie. Per Palamara "il sistema giudiziario versa in una grande crisi di credibilità, e questa situazione Alfano la conosce molto bene, poiché è proprio la Costituzione che questo compito assegna al ministro". "Vedendo la manovra - prosegue il rappresentante della magistratura associata - sicuramente ci sono degli aspetti che ci portano a ritenere che sia mossa da aspetti punitivi".

Pd: i tagli sono punitivi. "Quando una associazione come l’Anm decide di indire uno sciopero, la cosa può piacere o meno, ma una cosa è certa: sta solo facendo il suo lavoro. Colpisce quindi che il ministro definisca questa scelta politica", dichiara Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Pd. "Alfano si interroghi piuttosto su quanto sono (stavolta sì) politici i tagli che la manovra contiene. Politici in quanto punitivi in un settore come quello della giustizia che ha già subito nelle precedenti finanziarie tagli notevolissimi, che ne mettono in discussione lo stesso funzionamento. Tagli tanto più gravi, perché fatti in assenza di seri progetti di riorganizzazione di un servizio essenziale a tutti i cittadini come quello della giustizia".

Di Pietro: sciopero giusto. "I tagli apportati dal governo alla categoria sono frutto di un sentimento di pura vendetta e ritorsione". Lo afferma in una nota il Presidente dell’Italia dei Valori, Antonio di Pietro. "La verità è sotto gli occhi di tutti: questo Esecutivo, colpevole di non aver saputo arginare la crisi economica, ne fa pagare il prezzo alle persone per bene, a chi combatte la criminalità ogni giorno. È noto a tutti come questo governo continui tutti i giorni ad umiliare i magistrati, oltre che con le parole, con i fatti, ossia con gli ingenti tagli economici e con i tantissimi provvedimenti che attentano alla loro autonomia e indipendenza".

Berruti: no comment dal Csm. Lo sciopero dell’Anm contro la manovra economica del governo? "Non commento, il Csm non è un sindacato". Queste le parole del togato di Unicost Giuseppe Maria Berruti. Una protesta decisa ieri dalla giunta del sindacato delle toghe che domani verrà portata di fronte al comitato direttivo centrale dell’associazione. Berruti ha fatto notare che "non spetta ai componenti di Palazzo dei Marescialli dare un giudizio sullo sciopero visto che si tratta di un organo istituzionale".

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