giovedì 25 agosto 2011
Nel frattempo...
... la premiata ditta imbecilli (francia, gran bretagna e italia) capitanata dal premio nobel per la pace (l'abbronzato d'oltreoceano), ha fatto in libia circa ventimila morti e ha dato possibilità al terrorismo islamico di insediarsi al posto di Gheddafi. E adesso, bisogna in qualche modo ripagare il disastro creato... poi, se l'italia farà parte della libia fondamentalista... non è dato di sapere. Ma i 350 milioni di euro bisogna sborsarli. Ripetiamo parte di questo articolo che ho postato qualche giorno fa: "E la cosiddetta «Dichiarazione costituzionale» presentata dal governo transitorio giovedì scorso ne è la conferma. Un documento in 37 articoli il quale sancisce, tra l’altro, che «l’islam è la religione e la sharia la principale fonte legislativa»." E basterebbe solo questo per prendere atto dell'errore madornale della cacciata di Gheddafi.
MILANO - Fondi di stato libici sbloccati dalle banche italiane e una tranche di 350 milioni di euro pronti da consegnare al nuovo stato libico per far fronte all'emergenza. È quanto ha garantito il premier Silvio Berlusconi al presidente del Consiglio nazionale transitorio libico Muhamad Jibril, dopo l'incontro di giovedì in prefettura a Milano Al vertice ha partecipato anche l'amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni.
SBLOCCATI I FONDI DI STATO - Una prima tranche di 350 milioni di fondi di stato libici «scongelati» dalle banche italiane per sopperire all'emergenza (raccolta di armi e corpi dalle strade e servizi principali per la popolazione) la creazione di un comitato d'accordo tra i due Governi (leader sarà Franco Frattini) . E ancora la fornitura gratuita da parte dell'Eni di gas e carburanti alla popolazione libica, mentre verrà garantito un supporto nella formazione e nella sanità, nonchè nell'addestramento militare. È quanto accordato tra Silvio Berlusconi e il primo ministro del Cnt libico Muhamad Jibril. «La battaglia di Tripoli è ancora in corso - ha detto Jibril - ma la Libia deve pensare al suo futuro. E gestire l'emergenza: abbiamo bisogno di un aiuto urgente, ci sono persone che non ricevono uno stipendio da mesi. Nel caso in cui il Cnt non riuscisse a fornire i servizi base e a pagare gli stipendi, si andrebbe in contro al fallimento del Consiglio transitorio e quindi all'intero processo di stabilizzazione del Paese». Per quanto riguarda l'addestramento delle forze di sicurezza libiche, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha dichiarato: «Da due mesi è a Bengasi un team di militari italiani, con scopi di addestramento - ha detto ai microfoni di Radio 24 - abbiamo mandato già 15-20 militari italiani per l'addestramento tecnico di alcune unità di forze armate libiche, ma pensiamo di estenderlo anche alla polizia, con particolare riferimento alla polizia di frontiera e alla guardia costiera libica».
H24 LA RICOSTRUZIONE - Il primo ministro del Consiglio nazionale transitorio libico ha elencato le priorità che dovrà affrontare nelle prossime settimane, per rimettere in piedi un Paese devastato da sei mesi di guerra civili e 42 anni di dittatura: «Le nostre priorità sono riportare l'ordine, avviare un sistema di giustizia, avviare i primi passi per la costruzione di un esercito nazionale. Nel mese prossimo speriamo di poter riaprire le scuole e fornire assistenza con cure trattamenti alle persone ferite, che ora si trovano distribuite in vari ospedali tra Tunisia, Italia e Grecia». Jibril ha parlato anche di infrastrutture: «Dobbiamo ricostruire le nostre centrali elettriche e tutte quelle strutture e infrastrutture che sono state distrutte. Ma per fare tutto ciò dobbiamo disporre dei necessari soldi. E il governo transitorio, che mercoledì si è trasferito da Bengasi a Tripoli, non dispone dei mezzi finanziari necessari per erogare questi servizi». Infine il neo leader libico ringrazia l'Italia: «Avete protetto i nostri civili, ora la nostra speranza è che gli italiani svolgano un ruolo ancora più importante nel prendersi cura dei civili».
PRIMA IL GAS DEL PETROLIO - Privilegiare la ripresa della produzione di gas rispetto a quella di petrolio. Lo ha riferito Paolo Scaroni, ad del gruppo Eni, a margine dell'incontro tra Berlusconi e Jibril: «Noi - ha spiegato il manager - privilegiamo la ripartenza del gas perchè, mentre non esistono problemi di sicurezza dell'approvvigionamento per quanto riguarda il petrolio, affrontare invece l'inverno con una delle fonti tradizionali ferma, devo dire la verità, non mi piace per niente». Il gas libico, continua Scaroni, pesa per «il 10-12% dei nostri consumi e confermiamo che possiamo vivere senza le forniture di gas della Libia. Però non è che le altri fronti ci diano totale tranquillità». Scaroni si è detto preoccupato per la situazione dell'ordine pubblico nel paese nordafricano perchè lì «tutti hanno un'arma». L'accordo che l'Eni firmerà il prossimo lunedì a Bengasi con il Cnt conterrà la fornitura da parte della società italiana di benzina e gasolio alla «nuova» Libia, con pagamenti in petrolio quando i campi di estrazione saranno nuovamente funzionanti. Lo ha affermato l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, parlando con i giornalisti alla conclusione dell'incontro tra Berlusconi e Jibril. Nel memorandum d'intesa dovrebbe essere anche contenuto un intervento dei tecnici Eni per studiare la ripartenza di alcuni campi petroliferi in Cirenaica.
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4 commenti:
Questo articolo l'ho letto e mi ha fatto girare non poco i cosiddetti... I soldi per queste cose si trovano sempre, no? Chissà: se li scaleranno i nostri parlamentari dallo stipendio, oppure facendo una colletta?
Che schifo
Lo stesso pensiero l'ho avuto anch'io... a noi ci tartassano e x loro (allogeni vari), i soldi ci sono! Ma Berlusca li darà di tasca sua? In fondo cosa sono 350 mil. di euro x lui?
Mi unisco allo schifo...
Bhe, siamo andati a distruggerla la libia, e bisogna pagare pegno per la ricostruzione. Quindi, doppiamente imbecilli visto che stiamo dentro ad una crisi di enorme portata. Ma i soldi per aiutare i libici li prenderanno dalle pensioni, no? -_-
Certo! E le pensioni però poi toccherà pagarle a noi (noi della nostra generazione di giovani e semi-giovani senza futuro né tutele) con le tasse e i tagli... Che bello!!!! Che felicità!
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