martedì 2 agosto 2011

Un pò di notizie

Calderoli ci dice che: "di fronte ad una crisi come questa, i politici non hanno diritto di andare in ferie questo agosto". Il quirinale si toglie poco più d'una settantina d'euro al mese per restituirli alle casse dello stato... epperò poi, succede che zitti zitti (fin quando le notizie non escono sui giornali), la regione lazio aumenta gli stipendi dei manager, Fassino si regala un portaborse da 187 mila (n)euri l'anno e il parlamento, ovviamente, a carico dei contribuenti, paga ancora i portaborse del psi (che NON esiste più). E nel frattempo, le bestie arrivate da lontano fanno scoppiare guerre civili che in un paese civile non si fanno ormai più.


Pretendono il documento che attesti il loro status di rifugiati politici ma, per dare un’accelerata alla lentezza della burocrazia, da ieri mattina e fino alle due del pomeriggio, oltre cento immigrati libici del «Care» (Centro accoglienza richiedenti asilo) di Bari hanno assaltato polizia e carabinieri, bloccato strade e binari della ferrovia e, tenuto in ostaggio migliaia tra automobilisti e passeggeri delle Fs. E, mandato all’ospedale una cinquantina tra poliziotti e carabinieri, feriti dal lancio di sassi e dai colpi di spranga dei neri ma, anche semplici passanti e giornalisti.

Il bilancio degli scontri è gravissimo: oltre cinquanta tra poliziotti, carabinieri e finanzieri sono finiti inospedale per le ferite riportate durante la guerriglia scatenata dagli extracomunitari, provenienti nei mesi scorsi da Lampedusa. In pronto soccorso è finita un’altra ventina di persone, semplici passanti e cronisti. Durante la sommossa provocata da gli immigrati, nordafricani e qualche libico, medici e operatori del 118 sono intervenuti sul posto per curare gli automobilisti divenuti oggetto di un fitto lancio di sassi da parte dei dimostranti oppure intossicati dai lacrimogeni sparati della polizia.

I «ribelli» hanno distrutto tutto ciò si sia materializzato lungo il loro percorso: cassonetti della spazzatura dati alle fiamme, auto private e delle forze dell’ordine distrutte a colpi di spranga e di grossi sassi. Inutili anche i tentativi dei della Questura di Bari che hanno cercato di convincere i capi rivolta ad abbandonare strade e ferrovia. La risposta è stata di tipo ricattatorio: «Prima i documenti e poi andiamo via». Un poliziotto ha commentato amaramente l’aut aut dei dimostranti. «In questo Paese aspettiamo dei mesi per una Tac oppure per ottenere un documento ma nessuno reagisce come stanno facendo oggi gli immigrati, dando alle fiamme uffici e cose dello Stato o private. E noi siamo a casa nostra». Alla fine «solo» una trentina di libici è finita in Questura per accertamenti.

Gli scontri sono esplosi nella zona vicina al Care, nei pressi dell’aeroporto militare di Bari–Palese. Gli immigrati sono fuggiti dal Centro di accoglienza e hanno invaso i binari della ferrovia che passano a ridosso del perimetro del Cara. Gli stranieri hanno invaso anche la statale 16 bis su cui si concentra gran parte del traffico automobilistico barese. Poliziotti, carabinieri e finanzieri in assetto antisommossa si sono fronteggiati con i dimostranti, cercando di disperderli tra le vicine campagne. Prima dell’arrivo dei rinforzi, le forze dell’ordine sono state costrette in qualche caso ad arretrare sotto la furia dei rivoltosi «fuggiti dalle loro guerre civili, ma per portarla in Italia», commentava rassegnato un funzionario della Questura barese. La protesta è terminata grazie alla mediazione del prefetto vicario, Antonella Bellomo e che ha promesso un vertice in Prefettura per domani in cui esaminare le loro richieste. In serata, stavolta a Crotone, altri incidenti. Una trentina di immigrati del Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto (Crotone) sono evasi inscenando una protesta all’esterno della struttura. Anche qui scontrandosi con le forze dell’ordine.

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