mercoledì 10 agosto 2011

Giunta Pisapia


MILANO - Una task force per la prima accoglienza, la raccolta delle richieste d'asilo, l'identificazione e il rilascio del permesso di soggiorno provvisorio, lo screening sanitario e la consegna della tessera sanitaria, la verifica dei casi vulnerabili, l'orientamento legale e le informazioni sui servizi previsti e sul rimpatrio assistito. Cambia così la strategia milanese nelle politiche di accoglienza dei profughi provenienti dal Nord Africa: d'ora in avanti sarà, infatti, il Comune anziché la Prefettura, a coordinare e garantire gli interventi di assistenza a Milano. In particolare, la competenza sarà dell'Assessorato alle Politiche sociali e Servizi per la Salute.

PRATICHE PIU' RAPIDE - Si tratta di una novità a livello nazionale: la città sperimenta un modello di gestione attraverso un centro situato presso la sede della Protezione civile di via Barzaghi, che consentirà di velocizzare tutte le pratiche di riconoscimento svolgendole in un unico luogo. Il progetto è stato reso possibile grazie a un accordo raggiunto nelle scorse settimane tra Comune e Prefettura. «Vogliamo uscire dalla logica dell'emergenza - ha spiega l'assessore Politiche sociali e Servizi per la Salute Pierfrancesco Majorino - con cui è stato affrontato finora l'arrivo dei profughi. Un'adeguata assistenza, peraltro, è il modo migliore per evitare situazioni di tensione come accaduto nel Sud Italia. Il Comune s'impegna a garantire un sistema omogeneo di servizi sin dalla prima accoglienza, a differenza di quanto successo fino ad ora».

I SERVIZI - Un impegno al quale Majorino ha chiamato anche gli altri Comuni e Province perché, ha chiarito, «non si arrivi al paradosso che amministrazioni di centrosinistra danno seguito alle decisioni del Governo, mentre le Giunte leghiste no». L'assessorato verificherà direttamente che gli Enti convenzionati con il Comune offrano nel loro complesso non solo vitto e alloggio, ma tutti i servizi previsti dalla normativa vigente in materia di richiedenti asilo: controllo medico, sostegno psicologico, assistenza legale, mediazione linguistica per la prima fase di accoglienza; percorsi di inserimento sociale attraverso, per esempio, l'orientamento al lavoro e corsi di formazione per chi accede allo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Il tutto a parità di costo rispetto al passato (46 euro giornalieri a persona stanziati dal Governo).

IN ARRIVO 100 PERSONE - Il centro allestito presso la sede della Protezione Civile è pensato per accogliere un numero massimo di 40 richiedenti asilo; l'ospitalità in questa struttura non potrà superare i 15 giorni, nel corso dei quali gli operatori cercheranno di capire chi è la persona arrivata, in quali condizioni si trova e che tipo di esigenze abbia, in modo da predisporre il trasferimento di ciascun ospite in altri luoghi di accoglienza ritenuti più adatti al singolo caso. Per garantire la seconda fase di assistenza sono state individuate ulteriori strutture con disponibilità di posti sufficiente ad accogliere le 100 persone attese sino al 20 settembre, a scaglioni di 20 la settimana (a Milano ci sono attualmente 239 profughi). Chi non avrà ottenuto alcuna protezione internazionale, verrà comunque seguito dal Comune attraverso il programma Rivan, che organizza i rimpatri assistiti.

1 commenti:

Maria Luisa ha detto...

OT

http://www.libero-news.it/news/801469/Asilo-ci-sono-solo-gli-stranieri-Lega-Siamo-noi-discriminati.html