giovedì 29 settembre 2011
Pisapia e compagnia
Pisapia, la Caritas e la Feltrinelli tentano il blitz Raccolta firme per dare il voto agli immigrati di Andrea Indini
Prima firma? Giuliano Pisapia, sindaco di Milano. Seconda firma? Basilio Rizzo, presidente del Consiglio comunale. Inizia così la battaglia della sinistra italiana che guarda ai futuri elettori: una raccolta firme per presentare due proposte di legge di iniziativa popolare sui temi della cittadinanza e del diritto di voto per gli immigrati. L'obiettivo? Raggiungere 50mila firme per portare i due documenti al vaglio del parlamento. L'appuntamento è per sabato prossimo. Da Torino a Milano, da Bologna a Firenze. E ancora: Roma, Bari e decine di città in tutto il Paese. I comitati locali della campagna allestiranno banchetti e organizzeranno incontri di sensibilizzazione. L'Italia sono anch'io è il nome dell'inziativa, subito sottoscritta dal neosindaco di Milano, per dare agli immigrati la possibilità di votare alle amministrative. Una iniziativa che sarà sviluppata in modo capillare in tutto il Paese. Nomi illustri tra i sostenitori: l'editore Carlo Feltrinelli, parte del mondo cattolico (dalla Caritas alle Acli), la Cgil e la fondazione Migrantes.
La prima proposta di legge va a riformare la legge sulla cittadinanza. Si punta a sostituire lo ius sanguinis con lo ius soli, passare cioè dalla cittadinanza trasmessa per via del sangue (quindi solo se si è figli di italiani) alla cittadinanza trasmessa a chiunque nasce in Italia. I promotori vorrebbero, infatti, modificare la normativa vigente con il diritto alla cittadinanza per chi nasce nel Belpaese da almeno un genitore legalmente presente da un anno nel nostro Paese, per chi fa domanda entro i due anni successivi al 18esimo anno di età ed è nato in Italia o vi è arrivato prima dei dieci anni soggiornando legalmente, per gli adulti che soggiornano regolarmente da cinque anni o su proposta dei sindaci. La seconda proposta punta, invece, a concedere il diritto di elettorato attivo e passivo alle elezioni amministrative (comunali, provinciali e regionali) agli stranieri residenti regolarmente in Italia da cinque anni.
La proposta, promossa dal sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio, non è piaciuta alla Lega Nord. "Ma che stiamo scherzando?", sbotta l'europarlamentare Lorenzo Fontana: "Attualmente la legislazione va già bene... anche se io la restringerei, soprattutto per gente come gli islamici che fanno davvero fatica a integrarsi nel tessuto sociale del Paese in cui vanno a vivere". L'esponente del Carroccio porta l'esempio della Svezia che, pur offrendo agli immigrati uno stato sociale davvero alto, sta progressivamente chiudendo le frontiere ai nuovi arrivati. "In un momento di crisi così forte come quello che stiamo vivendo - continua Fontana - non possiamo permetterci di mantenere tutte le persone che arrivano nel nostro Paese". D'altra parte la preoccupazione non è solo a livello europeo, ma va a colpire anche le amministrazioni locali. A Milano, per esempio, dove Pisapia sta per tagliare oltre 50 milioni di euro proprio ai servizi sociali destinati ai milanesi, l'opposizione di centrodestra promette battaglia. "E' l'ennesima carota che Piaspia dà a una parte marginale della città - ha commentato Alessandro Morelli, ex assessore comunale - mentre ai milanesi viene dato il bastone con tasse e tagli ai servizi". Morelli fa infatti sapere che alla proposta di legge di L'Italia sono anch'io la Lega ne contrapporrà un'altra per dare i punteggi per la graduatoria per le case popolari in base agli anni di residenza. Una proposta di legge già sperimentata a Verona dove, durante l'amministrazione di centrosinistra, quasi il 90 per cento delle case popolari veniva assegnato a cittadini extracomunitari. Adesso è stata invertita la rotta. Qualora la raccolta firme raggiungerà il numero necessario per portare le due proposte di legge in parlamento, la Lega assicura che si metterà di traverso. Se infatti la sinistra punta a formare una pletora di "nuovi italiani" e potenziali nuovi elettori, il Carroccio intende difendere lo stato sociale del Paese. "Per ottenere il diritto di voto - conclude Fontana - bisogna essere integrati e la maggior parte degli immigrati che risiedono in Italia non sanno nemmeno scrivere...".
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3 commenti:
Ecco: questo è un esempio calzante di cosa si intenda con "risorse"...
Eh, si, se intendono e si interessano al bacino voti, senza dubbio "POTREBBERO" essere risorse ma si sa già che i musulmani faranno dei loro partiti basati unicamente sulla sharia. E con lo ius soli arriveranno ulteriori orde insieme a quelle dei clandestino.
Ma questo loro non lo sanno... Vivono ancora nel mito del buon selvaggio da istruire ed educare al sol dell'avvenir.
Il problema è che a venire saranno solo guai seri, se si continua così. Ma loro questo non lo sanno...
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