venerdì 16 settembre 2011

Coop, Esselunga, togherosse e censura


Milano - Guai a chi tocca le cooperative: la guerra della mozzarella finisce nelle aule di tribunale. Ve lo ricordate il libro Falce e Carrello? Il volume, pubblicato nel 2007, fece molto scalpore: era la denuncia di Bernardo Caprotti, fondatore del gruppo Esselunga, nei confronti della politica che attraverso le cooperative mette le mani sulla spesa degli italiani. Apriti cielo: guai a toccare la sinistra e tutte le sue declinazioni, anche quelle economiche. L'impero Coop è intoccabile: la Coop sei tu, chi può darti di più? Beh, diciamo che dove non arrivano le lunghe mani delle cooperative arrivano quelle dei magistrati. A distanza di quattro anni arriva la vendetta. Il Tribunale di Milano ha deciso che il libro è "un'illecita concorrenza per denigrazione ai danni di Coop Italia". Tutto qui? Assolutamente no: risarcimento di 300mila euro, ritiro del pamphlet dalle librerie e "divieto di reiterarne la pubblicazione e diffonderne gli scritti". Una punizione esemplare e non facilmente comminabile. Vogliamo chiamarla censura? Il precedente è piuttosto inquietante: se scrivi male delle cooperative ti "bruciano" il libro. Sotto la tagliola della procura finiscono anche la casa editrice Marsilio, il coautore del libro Stefano Filippi (inviato del Giornale) e pure l'economista Geminello Alvi, reo di aver steso la prefazione di Falce e Carrello.

Al quartier generale della Coop festeggiano: "Abbiamo sempre respinto ogni accusa che viene mossa da un libro che si fonda solo sull'acredine dei suoi autori nei confronti di un sistema di imprese di successo che gode della fiducia di oltre 7 milioni e mezzo di italiani. Riteniamo che questa sentenza renda ragione anche a loro". E poi sanciscono anche un nuovo principio: la superiorità morale della mozzarella Coop rispetto a quella della rivale Esselunga: "Va aggiunto anche il recente pronunciamento della Corte di Giustizia dell'Unione Europea che riconosce la distintività delle imprese cooperative in merito alle esenzioni fiscali che non devono essere considerate come aiuti di stato. Le cooperative sono diverse dalle imprese private, rette da principi di funzionamento particolari, ma esempi di correttezza e lealtà imprenditoriale". Che è un po' come dire: lo stato ci aiuta economicamente perché siamo migliori. Alla faccia del liberismo. Perché i soldi, quando li maneggiano loro, hanno sempre un odore migliore rispetto a quelli degli altri. Insomma la Coop sei tu, ma non proprio tu, un tu migliore da quello che compra la mozzarella all'Esselunga: è la guerra del carrello, bellezza.

2 commenti:

marshall ha detto...

La vicenda si commenta da sè: siamo in mano al partito dei giudici. Guai a pensarla diversamene da loro; hanno il potere di rovinarti se non gli vai a genio.

Nessie ha detto...

INCREDIBILE! Il libro ritirato? Meno male che ho provveduto a tenerne una copia in biblioteca. Perseguire poi chi fa una recensione è una persecuzione da Gestapo e KGB insieme. E dire che ne avevo pure parlato sul blog di questo pamphlet!