venerdì 23 settembre 2011

Punti di vista


“L’Islam, proprio perché è molto decaduto, ha assunto una rigidità che gli rende difficile poter conciliare i propri valori con quelli democratici.” Forte e chiaro il messaggio di Giovanni Sartori sulla cultura islamica, così come sono chiare le sue posizioni sulla crisi economica mondiale, il ruolo del governo italiano, le rivoluzioni arabe, l’Islam e i processi di integrazione sociale. A dieci anni dall’11 settembre possiamo affermare che gli U.S.A. hanno definitivamente perduto il ruolo guida nello scacchiere geopolitico internazionale? Il ruolo guida no ma hanno perso la partita economica, tutto l’occidente ricco è in crisi. Questa globalizzazione fatta senza criteri ha creato e creerà ancora disoccupazione: a parità di tecnologia, se un’operaio costa mezzo dollaro in Cina e dieci dollari negli Stati Uniti, il lavoro finisce in Cina. L’ingegnosità ce l’hanno anche i cinesi, non abbiamo più molte possibilità da giocarci. La verità è che i nostri politici si sono fatti cogliere di sorpresa.

E nel frattempo Al Quaeda è tornata a minacciare il mondo ipotecando anche le rivoluzioni arabe. È vero che c’erano le giunte militari ma erano proprio le giunte militari che tenevano basso il fervore islamico. Ora invece esplode e sono curioso di vedere se ci saranno elezioni democratiche. Non è semplice far funzionare la democrazia, non ci riusciamo nemmeno noi dopo un secolo. Non è pensabile un sistema democratico nei paesi islamici dove conta solo la volontà di Dio, non certo il costituzionalismo e il laicismo. Io sono molto preoccupato di questa situazione instabile perché indubbiamente possono vincere forze islamiche estreme. Le dittature militari erano capaci di controllare l’islam, ora siamo in balia degli eventi

Però la gente gridava libertà e democrazia. E non bruciava bandiere americane. Una cosa è inneggiare, altra cosa è perseguire e saper fare. Io non le chiamerei nemmeno rivoluzioni, sono rivolte. La rivoluzione ha un progetto e un parco di cognizioni che nessun popolo che ha vissuto con le dittature mediorientali ha acquisito. Si capisce che libertà e democrazia sono parole popolari e l’occidente le incoraggia ma io credo che poi il conflitto sarà tra gerarchie militari e Islam. L’Egitto è quello con più chance democratiche perché alfabetizzato e infiltrato dal turismo europeo, il Marocco sta bene perché il Re è anche il capo della religione. Qui la partita è tutta aperta e secondo me l’Islam della rivincita viene alimentato da tutto questo. La stessa Turchia sta facendo enormi passi indietro.

Lei descrive uno scenario alla Samuel Hungthington, di scontro di civiltà. Lo scontro di civiltà c’è, perché negarlo. E’ unilaterale perché l’Occidente è laico e l’Islam è teocratico. Però se si estremizza, l’Islam teocratico diventa aggressivo. Ora la contrapposizione si fa più forte perché le dittature militari che tenevano a bada le forze islamiche sono state abbattute. Il principio fondante dell’Islam è che tutto dipende da Allah, le democrazie si fondano sulla volontà popolare; possono funzionare male tutti e due ma sono due principi opposti.

Ma le democrazie, per loro natura pluraliste, non dovrebbero continuamente rinegoziare i loro valori con chi le abita? L’integrazione è solo l’accettazione dei valori etico politici di un sistema, non della religione, non dei costumi, delle credenze. Di solito chi arriva si integra nelle società che li ospita. Invece l’Islam, proprio perché è molto decaduto, ha assunto una rigidità che gli rende difficile poter conciliare i propri valori con quelli democratici.

Anche il Cristianesimo è stata una religione aggressiva e poco tollerante. Non abbiamo la responsabilità storica di partecipare all’evoluzione dell’Islam? Le due religioni monoteiste (Israele è troppo piccola per contare) erano alla pari come crudeltà solo che l’Occidente dopo le guerre di religione si è laicizzato e la Chiesa non ha più il potere della spada; noi siamo diventati laici mentre l’Islam resta una civiltà teocratica. Questo si può ovviare, ma non è semplice.

Quindi non c’è speranza di dialogo. L’ evoluzione dell’Islam deve essere endogena. L’unico strumento utile per gli immigrati è la scuola: abbiamo bisogno di classi miste perché è importante socializzare. Attraverso questa apertura dei giovani tra di loro possiamo sperare che si sviluppino delle generazioni più sofisticate mentalmente.

E i nuovi arrivati? Accelerare le procedure di ottenimento della cittadinanza può essere utile per loro? La cittadinanza non è importante. Io sono residente negli Stati Uniti da molti anni ma resto cittadino italiano. La questione è, invece, accogliere e riconoscere i diritti, tranne quelli di elezione politica. Perché non concedere il voto? Perché questa pratica ricrea il blocco islamico, che altrimenti si disperderebbe.

La sua paura è che possa crearsi un blocco islamico in Italia? Gli italiani sono legati alla propria casa e non spostandosi così facilmente non creano quartieri ghetto come succede invece a Parigi e a Londra. Gli inglesi sono scappati dalle zone di infiltrazione islamica, gli italiani soffrono ma non vanno via. Il processo di integrazione non funziona in queste periferie omogenee, i flussi migratori andrebbero distribuiti in tutto il territorio; questo vale per qualsiasi civiltà monoteista.

Due battute sulla politica interna. Il governo attuale sarà in grado di gestire questa situazione economica difficile? La crisi è forte, ci vorrebbe un personale esperto, qualificato e di prestigio internazionale. I tedeschi farebbero una “grosse koalition”. Un governo tecnico da noi, che comunque dipenderebbe dal Parlamento, sarebbe auspicabile.

La nostra classe dirigente non Le pare all’altezza? Berlusconi è un bravissimo affarista, in un epoca di contrabbando sarebbe stato un grandissimo contrabbandiere ma poi l’uomo è di un’ignoranza totale. Se uno riuscisse a penetrare dietro alle formule si capirebbe, ma a lui basta sapere quello che sa per rimanere dov’è.

Faccia un nome per la guida del governo tecnico. Mario Monti è l’ uomo giusto, è cordiale ma ha una volontà di ferro. La forza di un governo tecnico guidato da lui sarebbe anche quella di poter prendere delle decisioni impopolari, i partiti non vogliono assumersi questa responsabilità.

6 commenti:

Maria Luisa ha detto...

OTùùmi viene da piangere, se penso al SudTirolo di 20 anni fa
http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2011/09/22/news/gli-aggressori-del-carabiniere-sono-profughi-5009600

Nessie ha detto...

Sartori è un vecchio barbagianni idiota. Innanzitutto dovrebbe spiegare quel che invece omette: le rivoluzioni "colorate" del mondo arabo sono state esportate per la bisogna dai suoi amici americani. Tant'è vero che Obama li ha pure ringraziati, in un suo recente discorso, omettendo di ringraziare l'Italia, il quale deve sorbirsi il peso degli extra sulle nostre coste.
Inoltre, capirai che salto di qualità, far dimettere il Berlusca per mandare al governo il solito "tecnico" promosso a pieni voti dalle cancellerie Ue, Mario Monti. Ma che vada a farsi ricoverare alla Baggina, il Sartori!

marshall ha detto...

Punti di vista, hai detto bene. Ma chi ha dato la patente da filosofo a costui? I primi paragrafi, tutto ok, tanto che stavo per scrivere condivido, poi però s'è perso nei meandri dei luoghi comuni contro Berlusconi, dicendo che è un contrabbandiere e un ignorante totale. Ma chi si crede d'essere costui, che sputa sentenze di questo tenore? Che se ne stia a New York dove ha la residenza.

Eleonora ha detto...

Ha detto bene oggi Fedele Confalonieri, cosa cambierebbe della crisi mettendo Monti al posto di Berlusconi? Assolutamente niente.

Nessie ha detto...

No, peggiorerebbe Ele. E te lo dice una che a questo governo non ha mai risparmiato critiche feroci. Ma siamo sempre al "servi" (il governo) e" più servi" (i tecnici messi lì da Trichet-BCE).

Eleonora ha detto...

No, si, o meglio, Confalonieri diceva che poco può Berlusconi visto che la crisi è mondiale e Monti in teoria è uguale a Berlusconi che poco può anche lui. Che poi il governo tecnico o di larghe intese peggiorerebbe la situazione, bhe, è appurato. Sul servilismo, concordo con te. Siamo servi e basta. Su questo governo, bhe, sai come la penso. Avevo votato per quello che credevo essere un centrodestra... e invece...