venerdì 2 settembre 2011
A favore del governo tecnico...
CERNOBBIO (Como) - Poco struscio e volti tesi sulla terrazza a lago. Un’aria pesante che al Forum Ambrosetti non si era mai respirata negli ultimi pur difficilissimi anni, nemmeno alla vigilia del crac Lehman e nemmeno dopo, quando alla bufera finanziaria è seguito l’affanno economico. Così nero come oggi non hanno mai visto gli imprenditori solitamente e malgrado tutto inclini a sperare in tempi migliori: nel primo sondaggio condotto in mattinata sono in netta maggioranza quelli che affermano di credere al peggiore degli scenari, la doppia recessione, il cosiddetto e pericolosissimo double dip. La stessa platea, almeno in prevalenza, teme addirittura la mancata tenuta dell’euro nei prossimi tre anni o comunque forti difficoltà per la moneta unica.
ROUBINI: L’ITALIA? CAMBI GOVERNO – Per il seguitissimo professore della New York University - uno che per aver previsto la crisi dovette scontare la nomea di menagramo - l’Italia paga sui mercati il deficit di «credibilità politica». Un problema che andrebbe risolto «affidandosi a un governo tecnico di alto profilo». Detto questo, per l’economista l’Italia come l’Europa ha bisogno di crescita. «Stringere la cinghia non basta – sostiene- ci vogliono misure per la crescita».
MONTI: L’ITALIA MOSTRI SERIETA’ – «C’è la grande necessità da parte dell’Italia di avere un comportamento responsabile», ha avvertito il presidente dell’Università Bocconi, già commissario europeo, e da più parti indicato come l’uomo giusto per guidare un governo tecnico. Un comportamento «che non alimenti sospetti nell’opinione pubblica e nei partner europei circa la serietà del nostro Paese». Anche per questo «la confusione» sulla manovra va evitata perché può contribuire a «rinfocolare la diffidenza europea e le preoccupazioni della Bce».
BOMBASSEI: L'ESECUTIVO MOSTRA DEBOLEZZA – A dar voce alle inquietudini degli imprenditori, che tra l’altro sembrano temere che la versione definitiva della manovra non sia quella attuale, è il vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei. «Se avesse la volontà di decidere, un governo forte porterebbe avanti le sue scelte senza badare alle reazioni – afferma -. Invece ogni volta che si prende un’iniziativa c’è qualcuno che mette il veto. Le divisioni vanno superate».
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