sabato 15 ottobre 2011

Vale davvero la pena?

Qui, in tre post tutto quel che ci costano gli immigrati.


Cosio Valtellino, 15 ottobre 2011 - Devastazioni per attirare l’attenzione delle autorità su di sé. Questo il movente del movimentato episodio dell’altra sera all’albergo-ristorante Bellevue di Cosio Valtellino, secondo quanto riferito da fonti esterne, dove da alcuni mesi sono ospitati 13 profughi. Un gruppo di 6 migranti sudanesi e libici, all’improvviso, ha iniziato a sfasciare suppellettili e porte delle camere da letto, quelle del terzo piano che, per fortuna, in quel momento non avevano all’interno clienti dell’hotel. Una figlia del titolare Giulio Salvi, a un certo punto, avrebbe sentito un gran trambusto provenire dalla zona dell’edificio (affacciato sulla statale 38 dello Stelvio) fra il 2° e il 3° piano ed è allora salita lungo le scale per accertarsi di persona su cosa stesse succedendo. La giovane Silvia, secondo le poche notizie filtrate sull’accaduto, sarebbe stata strattonata con violenza e ferita a un avambraccio. Quando finalmente è tornata la calma il gruppetto, particolarmente alterato, si è allontanato dall’hotel Bellevue di Cosio Valtellino incamminandosi a piedi verso la zona della caserma dei carabinieri di Morbegno, nel frattempo allertati dall’albergatore che, in queste ore, è impegnato a quantificare i danni e a chiedere preventivi alle ditte di serramenti della Valtellina per provvedere alla rapida sistemazione degli arredi e delle porte danneggiati dalla furia dei migranti.

A sera inoltrata una «gazzella» dell’Arma di Morbegno era ancora parcheggiata nel piazzale antistante l’albergo, mentre 4 carabinieri all’interno completavano i rilievi, anche fotografici. Nelle prossime ore, inoltre, è probabile vengano formalizzate le denunce per danneggiamento e lesioni volontarie.Abbiamo appreso, inoltre, da fonti provinciali che l’albergatore Giulio Salvi, che da subito quando era scoppiata l’emergenza profughi con gli sbarchi a Lampedusa aveva manifestato la disponibilità all’accoglienza (remunerata dallo Stato con circa 40-45 euro a testa a pensione completa), ha immediatamente informato la Prefettura di Sondrio, l’amministrazione provinciale e il sindaco di Cosio Valtellino, Fausta Svanella, mentre ad alcuni amici e clienti avrebbe espresso la preoccupazione sua e della famiglia di subire ulteriori danni o, peggio, aggressioni fisiche da parte di alcuni profughi, alla luce anche del ripetersi di episodi di tensione con risse, scazzottate e danneggiamenti verificatesi anche nelle vie limitrofe alla struttura ricettiva, seppure mai della portata dei fatti avvenuti l’altra sera.

«Sarebbero da allontanare dalla Valtellina al più presto, prima che feriscano qualcuno», sarebbero i commenti raccolti fra i familiari dell’esercente. E nel pomeriggio di ieri uno dei migranti, presente testimoni, ha minacciato l’albergatore: «Se non interviene al più presto la Caritas, oggi demoliamo l’albergo». E pensare che la famiglia Salvi, per rendere meno monotona la permanenza in Valtellina degli extracomunitari che per legge, al momento, non possono essere impiegati in attività lavorative, avrebbe anche pagato ai 13 stranieri l’iscrizione al Ctp (Centro territoriale permanente) di Delebio, per consentire loro di imparare l’italiano, cosa poi avvenuta da parte delle autorità preposte. «I danni vanno riparati al più presto – avrebbero confidato alcuni familiari di Salvi a clienti del ristorante – anche perché abbiamo le prenotazioni per una nuova tappa di “Morbegno in Cantina”. E non vorremmo che ai danni si aggiungesse anche la beffa di perdere i nostri tradizionali clienti per l’inagibilità di alcune camere».

di Michele Pusterla

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