mercoledì 26 ottobre 2011
Dittatura delle minoranze
Un commento all'articolo: "Continuiamo a sbagliare. Sono loro a dover essere tolleranti e rispettuosi nei confronti delle nostre usanze. Questo é il significato di integrazione. E' un problema loro se non sopportano cristiani, ebrei, buddisti, taoisti, cioé tutti quelli che non sono come loro. Oltre a cio' non dobbiamo concedere un centimetro a chi non rispetta la nostra civilta' e ci uccide nei propri paesi per quello che rappresentiamo. E' ora di dire basta, nessuna concessione speciale per i musulmani. Hanno la possibilita' di vivere liberi e in democrazia nei nostri paesi e di professare liberamente la loro fede. Se questo non gli basta vanno espulsi. Noi non cambieremo la nostra civilta' per la loro!A tutte le anime buone e comprensive: guardate le loro societa' e cosa é successo nei paesi dove l'islam si é stabilito, se non facciamo qualcosa diventeremo cosi' anche noi. Volete questo per i vostri figli?"
Niente preghiere in aula. Niente festività religiose. Niente quadri della madonna in aula. La stretta laica arriva anche all'istituto Andrea Sole di Borgo Molara, nel palermitano. A causare l'eliminazione di ogni simbolo religioso dalla scuola materna ed elementare di Palermo le rimostranze di una famiglia musulmana, preoccupata che la figlia potesse essere discriminata religiosamente dalla presenza dei simboli cristiani nell'istituto. Una decisione che per accontentare una singola famiglia, scontenta di fatto tutti gli altri genitori della scuola, che oppongono alla decisione sostanzialmente la stessa motivazione. Non è giusto discriminare nessuna posizione religiosa. Sia essa islamica o cristiana. Passi forse l'abolizione delle preghiere all'inizio delle lezioni, ma la rimozione del quadro della vergine dai muri dell'istituto, decisa dalla dirigente del plesso scolastico, si scontra con le idee dei genitori che commentano il fatto e fanno presente che i loro figli hanno diritto a mantenere l'identità religiosa e culturale con la quale sono cresciuti. Dal canto suo la preside, a capo di di una direzione didattica che comprende 5 plessi, e quindi un migliaio di alunni, spiega che "la mamma della bambina musulmana ha soltanto rivendicato il diritto di non aver impartiti insegnamenti cattolici. Sono garante di un’istituzione che deve vedere tutti egualmente rappresentati. Avevo persino pensato di realizzare un angolo interreligioso". Nessun problema, almeno in questo caso, è stato avanzato invece per la presenza in aula del crocifisso, anche perché, spiega sempre la dirigente scolastica, "ci sono sentenze europee che lo consentono" e dell’albero di Natale.
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