giovedì 27 ottobre 2011

... meglio tacere e...


Adesso che la guerra intestina che per mesi ha dilaniato e diviso la Libia è finita, bisogna rimboccarsi le maniche e ricostruire. Dall'addestramento delle forze di sicurezza al controllo delle armi chimiche, fino allo sminamento. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa assicura che l’Italia "è pronta a fare la sua parte" per accompagnare il popolo libico nella ricostruzione del proprio Paese. Nel corso di un’informativa a Palazzo Madama, il titolare della Difesa ha, tuttavia, fatto sapere che "per saperne di più sul futuro dell’impegno Nato in Libia occorrerà però aspettare le decisioni della riunione del Consiglio Atlantico di domani".

"Il contributo italiano per il monitoraggio della situazione in Libia potrebbe riguardare la formazione e l’addestramento delle forze di sicurezza libiche, il controllo delle armi chimiche, delle armi antiaeree spalleggiabili e lo sminamento umanitario". La Russa elenca al Senato il contributo che il nostro Paese intende dare al popolo libico per aiutarlo in questo momento di transizione che fa seguito alla morte del raìs. Morte che, sottolinea il ministro, "non rientrava negli obiettivi militari della Nato" e che per questo sarà al centro di un'indagine per vagliarne "le modalità". Per quanto riguarda la collaborazione con il popolo libico, La Russa fa sapere che l'Italia contribuirà in "settori complessi e altamente sensibili" per i quali il nostro Paese è pronto a fornire il proprio contributo, "sia nell’ambito di iniziative internazionali ovvero su specifica richiesta delle autorità libiche anche con accordi bilaterali".

La Russa ci tiene, tuttavia, a ricordare che la copertura finanziaria della missione è scaduta il 30 settembre. Non è, comunque, stato necessario un nuovo rifinanziamento: "Le operazioni successive a quella data non lo hanno richiesto". "Mentre la necessaria copertura giuridico-amministrativa del personale impiegato - ha continuato La Russa nell'audizione a Palazzo Madama - verrà contemplata in un’apposita previsione da collocarsi nel primo strumento normativo utile". Va comunque detto che ieri, durante la riunione dei capi di Stato Maggiore dei Paesi intervenuti in Libia, l'Italia ha già avuto le richieste di una partecipazione a una nuova missione nel Paese del Nord Africa. "Si sono ipotizzate soluzioni che meriteranno un’attenta valutazione da parte italiana - ha spiegato il ministro della Difesa - non si può vanificare lo sforzo ora fatto e disattendere le legittime speranze di un popolo".

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