sabato 15 ottobre 2011

L'indignado Mario Draghi e altre notizie...

E' che... a volte sarebbe meglio tacere e dare impressione d'essere scemo... piuttosto che... E poi, altre notizie. Ed è inutile dire che "non sapevano" o "erano solo pochi facinorosi".


La manifestazione degli indignati è velocemente degenerata in una vera guerriglia urbana. Come non se ne vedevano da tanto tempo in Italia. Eppure tutto era già stato scritto, programmato e previsto. Il 14 ottobre su Indymedia, un network della sinistra radicale, compare un comunicato anonimo che pianifica la guerriglia che oggi ha paralizzato la Capitale e terrorizzato i romani. Un testo che prevede quasi militarmente come agire durante la manifestazione. "SICURAMENTE le FORZE di POLIZIA ci ATTACCHERANNO anche non dovesse esserci il minimo intento conflittuale (che comunque ci sarà e DEVE ESSERCI da parte nostra): dobbiamo tutti, rivoluzionari di ogni tendenza, comunisti, libertari e tutto/i coloro che saranno lì per rabbia e coscienza del baratro nel quale ci vogliono gettare DEFINITIVAMENTE, COMBATTERE !!!!! Non come a Gneova nel 2001 ! Non come il 14 Dicembre 2010 ! Non dobbiamo fermarci ! Portare con se' di "tutto" per PRENDERE e TENERE la 'PIAZZA' !", scrive la mano anonima che ha lanciato questo messaggio nel forum del sito internet. Un post da cui ha preso le distanze anche lo stesso Indymedia ma che - così scrivono gli amministratori del sito -, non è stato rimosso perché "non presenta violazione di policy". Se lo dicono loro... Polemica anche tra i commentatori del network: c'è chi stigmatizza il comunicato e chi invece decide di sostenerne la linea: "Sicuramente questo comunicato è molto violento, è vero! Ma smettiamola di dire che bisogna manifestare in maniera pacifica", scrive un altro commentatore anonimo. Volevano la guerriglia e guerriglia è stata.


Sono da poco passate le tre di pomeriggio. Il primo assalto dei black bloc ha già fatto saltare in aria tre automobili, le vetrine delle banche sono state sfondate e i supermercati sono stati saccheggiati. Ed è proprio tra i manifestanti "in nero", quei black bloc che hanno organizzato e messo in atto la guerriglia, la telecamera inquadra un bambino. Non ha più di dieci anni, accanto a lui il padre che ghigna in faccia alle forze dell'ordine. Anche il bambino ha il volto travisato. Una kefiah ne nasconde i lineamenti. E' solo l'inizio di una protesta che un'ora dopo degenererà in scontro a fuoco, negozi devastati, sassaiole e bombe carta. Eppure la guerriglia era già stata prevista. L'intelligence italiana aveva fatto sapere, nei giorni, scorsi che ci sarebbero state alte possibilità di scontri. E alla fine i black bloc si sono infiltrati nella manifestazione e l'hanno monopolizzata.

Solo giovedì scorso il leader del Partito democratico, Pierluigi Bersani, si era presentato a Otto e mezzo a dire di "capire le motivazioni che spingono gli indignati a protestare". Nelle ore a seguire in tanti si sono poi accodati a questa opinione. "Incidenti? - si era chiesto proprio Bersani qualche giorno fa - mi auguro di no, ma capisco che quando nascono movimenti che hanno una piattaforma comune e ospitano presenze organizzate e non... Spero che non avvenga niente, perché se avviene qualche atto di violenza viene deformato il senso di queste proteste". Così non è stato. E nel giro di poche ore il numero uno di via del Nazareno ha preso le distanze dai manifestanti: "Oggi a Roma si sono viste cose incredibili e vergognose. Bisognerà capire come sia possibile che una banda di centinaia di delinquenti abbia potuto devastare, aggredire, incendiare e tenere in scacco per ore il centro di Roma".

Insomma, prima l'appoggio poi la retromarcia. Così in tutti i partiti del centrosinistra. "La dimensione mondiale della protesta degli indignati dice che siamo ad un punto di non ritorno - aveva detto Nichi Vendola poco prima che iniziasse il corteo - dalla crisi si uscirà solo con politiche fondate sulla sostenibilità sociale e sulla conversione ecologica. Una generazione intera denuncia il delitto sociale della precarietà del lavoro e della vita". Per il leader del Sel, la sinistra ha il dovere di "rispondere in modo credibile a questa travolgente domanda di cambiamento". Sulla stessa linea anche il comunista Oliviero Diliberto che aveva parlato di "spinta per lottare ancora di più contro Berlusconi e il suo governo".

Bisogna fare un salto a qualche settimana fa per capire che i politici hanno contribuito ad alzare l'asticella dello scontro. "Prima che ci scappi il morto, mandiamo a casa questo governo", diceva ai primi di settembre Di Pietro. Poi, nei giorni scorsi, il leader dell'Italia dei Valori aveva spiegato che "è impossibile non sentirsi profondamente solidali con i giovani e non condividerne l’indignazione". "Come si fa a non sentirsi indignati e offesi - aveva tuonato l'ex pm di Mani Pulite - scoprendo che quelli che hanno provocato la crisi, dopo essersi fatti salvare a spese dei contribuenti, si sono arricchiti più che mai mentre intorno a loro la stragrande maggioranza della popolazione s’impoveriva sempre di più?". Eppure, una volta che si sono consumate le violenze nel centro della Capitale, anche il presidente del gruppo Idv alla Camera Massimo Donadi si è limitato a parlare di "un vero peccato". "Ancora una volta - ha spiegato l'esponente dipietrista - la violenza e la stupidità di pochi rischia di appannare e pregiudicare le buone ragioni di una grande maggioranza che sta manifestando pacificamente la propria legittima indignazione di fronte alla drammaticità della crisi".

Già nei giorni scorsi il centrodestra aveva puntato il dito contro le opposizioni che avevano messo in scena una serie di manovre antiparlamentari, a partire da quella di non partecipare ai lavori della Camera. Tanto che Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl a Montecitorio, aveva accusato il Partito democratico di essere in profonda sintonia con gli indignados. "E' uno scenario di guerriglia urbana programmato e progettato - ha detto oggi Cicchitto - evidente che la radicalizzazione dello scontro politico alla fine avrebbe potuto avere anche effetti di questo tipo". Per questo, l'esponente del Pdl si augura che "il Pd e l'Idv si dissocino da queste follie".

E infine, eccola qua... forse la più demente e la più lobotomizzata di tutti. Ma lei, lei è una moralmente superiore... Ma vai a lavorare, imbecille.
 

Chi è la causa della crisi mondiale? Ovviamente Silvio Berlusconi. Questo il credo comune delle opposizioni italiane che ogni giorno scaricano qualsiasi contro il presidente del Conisglio. Ma c'è un finiano che riesce a fare ben di più. La causa degli scontri di oggi? Sempre Berlusconi. "Se ieri si fosse dimesso - spiega la futurista Barbara Contini - forse oggi non sarebbe successo nulla"

"Il deplorevole spettacolo a cui abbiamo assistito oggi fa ancora una volta il giro del mondo, mettendo sempre più in dubbio la credibilità e l’immagine dell’Italia all’estero - spiega la senatrice responsabile del dipartimento Esteri di Fli - protestare contro il Governo e indignarsi per la pessima gestione di questa congiuntura negativa è più che legittimo, ma non possiamo assolutamente assolvere coloro i quali hanno strumentalizzato una contestazione". Secondo la Contini, "se Berlusconi avesse lasciato, molto probabilmente, oggi non ci sarebbe stato il caos". "I giovani hanno ragione finchè protestano pacificamente - sottolinea la senatrice futurista - ma l’ira spropositata di oggi è la prova provata che questa generazione non accetta più vecchi incapaci di cambiare e vedere il futuro". "Dal partito della gnocca ai manifestanti che assediano la propria capitale - conclude la Contini - è giunto il momento di reagire, sia la classe politica che quella dirigente non hanno più alibi".

2 commenti:

Nessie ha detto...

Grazie del Link. Ti avevo messo un commento nel post "Criminali" ma stranamente non è comparso.

Eleonora ha detto...

No, Nessie, il tuo commento non c'è. Ho controllato anche se percaso fosse finito nello spam ma niente. >.<