mercoledì 10 luglio 2013

Riforme strutturali greche

Grecia, scontri tra manifestanti e polizia. Via 4200 tra insegnanti e vigili. Il governo Samaras ha deciso chi sono i 12.500 dipendenti pubblici che entro il mese di dicembre verranno tagliati. Stamane è stata pubblicata la lista dal ministero, andranno in mobilità per 8 mesi (anziché 12) con il 75% di stipendio prima di essere tagliati definitivamente. Abrogate 46 discipline di insegnamento di Francesco De Palo

Era dallo scorso novembre, quando la Cancelliera Angela Merkel visitò Atene, che i nuclei antisommossa della polizia ellenica non impiegavano gas lacrimogeni. E invece oggi, al terzo giorno di sciopero le strade di Atene e di Salonicco, mentre torna “on” il segnale della nuova tv di stato Nertein, la protesta di chi di fatto è stato già licenziato dal suo posto statale è degenerata in scontri tra manifestanti e agenti di sicurezza. Il governo Samaras ha deciso chi sono i 12.500 dipendenti pubblici che entro il mese di dicembre verranno tagliati, i primi 4.200 sono insegnanti e agenti della polizia municipale. Stamane è stata pubblicata la lista dal ministero, andranno in mobilità per 8 mesi (anziché 12) con il 75% di stipendio prima di essere tagliati definitivamente. In quel lasso di tempo si dedicheranno ad altro, come mansioni da non docenti. In queste ore hanno protestato sotto il municipio di Atene e giovedì è convocata mobilitazione in contemporanea ad Atene e Salonicco con comizi e marce a piedi. Quarantasei le discipline abrogate per docenti che insegnavano elettronica, meccanica, gestione personale, costruzioni, elettrostatica, idraulica, falegnameria, taglio-cucito, tecniche di carrozzeria, infermieristica, grafica, materie sociali, ostetricia, arti decorative, puericultura, contabilità, musica.

Bagarre dinanzi alla sede del ministero della Pubblica Istruzione, con dipendenti pubblici che sono arrivati allo scontro fisico con la polizia antisommossa, che ha lanciato lacrimogeni per impedire alla folla di invadere il cortile del ministero. Tutto è cominciato quando i membri della sigla confederale OLME sono stati informati che la riunione con il ministro Costantino Arvanitopoulos era giunta ad un punto morto. Le distanze non sono state colmate, in quanto il ministro si è detto fermo nel rispettare la decisione del governo sui licenziamenti. La procedura prevede che entro settembre vengano tagliati i primi 4.200 e 8.300 nella seconda fase, per un totale di 12.500 dipendenti pubblici. Inoltre entro settembre il numero di pensionamenti raggiungerà 25.000, come descritto nel polynomoschedio presentato in Parlamento martedì. Ma i lavoratori non ci stanno e annunciano un altro sciopero generale per il 16 luglio, promosso dalle due maggiori sigle sindacali, Adedi e Gsee, con un raduno nella consueta piazza Klafthmonos, che domani ospiterà un altro sit in questa volta dei lavoratori dei mega cantieri di Scaramanga.

Intanto da questa mattina è riapparso il segnale della tv di Stato Neritain, che dovrebbe ricominciare a trasmettere a breve con un dimezzamento di costi e dipendenti. Per il momento solo documentari intervallati da news sotto forma di schede immagini, mentre nella vecchia e storica sede ateniese di Agia Paraskevi alcuni irriducibili continuano a trasmettere in streaming. Sul fronte politico invece è stata revocata l’immunità parlamentare a due membri del partito neonazista di Alba dorata: il primo era stato accusato di tentati danni personali e diffamazione contro il sindaco di Atene, George Kaminis aggredito due giorni fa, mentre il secondo era accusato di falsa testimonianza. A favore della revoca dell’immunità 208 voti favorevoli su 300 deputati. Tanta solerzia, invece, osserva qualche commentatore, non c’è stata contro i due ex ministri delle finanze, Papacostantinou e Venizelos (attualmente vicepremier e ministro degli esteri) per la Lista Lagarde, come scrivono oggi alcuni quotidiani greci. Incertezza è la parola d’ordine contenuta nel rapporto che la troika ha redatto sulla crisi greca in occasione dell’Eurogruppo e di cui uno stralcio è stato pubblicato dalla Reuters. Emerge che i creditori internazionali vedono un “buco” che potrebbe raggiungere il 0,5% del PIL in Grecia. Per cui se Atene non soddisferà le condizioni che sono state imposte per ottenere le dosi, le previsioni parlano di un deficit finanziario che supera 1,75%; e per il 2016 oltre il 2%. “Le prospettive finanziarie per il 2013 – 2014 sono ancora oggetto di notevole incertezza – , si legge nel rapporto, – e dopo le misure adottate a maggio per evitare il sorgere di deficit di bilancio nel 2013 e nel 2014, la missione ha individuato nuove carenze che minacciano il raggiungimento degli obiettivi strutturali”.

0 commenti: