lunedì 15 luglio 2013

Del dito e la luna

Ohh, ci siamo arrivati finalmente... nel frattempo, la signora Bonino (a suo tempo paladina dei diritti umani) si dice "rammaricata" per il caso kazako. E i giornali continuano a blaterare sul caso Calderoli.

La Lega: «Kyenge serve a coprire il caso kazako». «Enfasi mediatica per distrarre. Calderoli? Non si dimette».

Gli insulti razzisti al ministro Cecile Kyenge? Solo una bomba mediatica. Eccola, la difesa ufficiale della segreteria politica della Lega Nord: «L'enfasi mediatica attribuita alle vicende delle dichiarazioni del senatore Roberto Calderoli ha avuto l'effetto di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalla vicenda incredibile e scandalosa della deportazione della piccola Adua in Kazakistan».

BISOGNA PARLARE D'ALTRO. Insomma, la tattica in via Bellerio è la stessa da due giorni: non bisognerebbe parlare di Calderoli, ma di lavoro, esodati, o al massimo del caso Ablyazov. Proprio su questo argomento la Lega ha affermato di aver «deliberato di lavorare per incalzare il governo su questa vicenda senza capri espiatori».

MARONI: «BASTA STRUMENTALIZZARE». E Maroni? Il premier Enrico Letta lo aveva invitato a risolvere in fretta la vergognosa questione. Il governatore della Lombardia e segretario federale del Carroccio ha risposto così: «Ribadisco ciò che ho già dichiarato. Calderoli ha sbagliato, la Lega contrasta le proposte che non condivide, ma non si devono mai insultare le persone. Calderoli stesso ha riconosciuto l'errore e si è scusato, sia pubblicamente che personalmente con la ministra Kyenge. Ora però basta alimentare polemiche e strumentalizzazioni, utili forse a coprire il rumore di altre questioni che vedono il governo direttamente coinvolto».

SPERONI: «CALDEROLI NON SI DIMETTE». Insomma, Calderoli non ha intenzione di mollare il suo prestigioso scranno da vice presidente del Senato. L'ha confermato ai giornalisti l'europarlamentare della Lega Francesco Speroni: «Si dimette? Penso proprio di no».

«ORA MANIFESTAZIONE ANTI-CLANDESTINI». I padani però non sembrano morire dalla voglia di stemperare i toni. Anzi: la segreteria ha deciso di dare ancora più forza alla sua iniziativa politica organizzando «una manifestazione sulla legalità e il contrasto alla immigrazione clandestina il 7 settembre a Torino».

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