martedì 23 luglio 2013

Cineserie impossibili da debellare

La crisi economica impazza: dilagano i prodotti cinesi contraffatti. Sequestrati 7 milioni di oggetti tra calze, cosmetici e giocattoli destinati a invadere il mercato italiano di Tiziana Paolocci

La crisi economica in Italia ha un solo vincitore: il traffico di prodotti contraffatti. Si trova di tutto, dalle borse firmate alle false scarpe griffate fino alla merce più semplice, come calze, cosmetici, profumi e sciarpe, tutte squisitamente finte. Ma si può anche incappare pericolosamente nei giocattoli costruiti senza rispettare i vincoli minimi di sicurezza. Proprio per questo bisogna stare più che mai attenti e non lasciarsi conquistare dalle occasioni. Lo sanno bene gli uomini della guardia di finanza che in questo periodo estivo hanno stretto ancora di più le maglie della sicurezza. Ieri i finanzieri del Comando Provinciale della capitale hanno effettuato un maxi sequestro di sei milioni e settecentomila prodotti cinesi contraffatti, che non rispondevano agli standard di sicurezza, denunciando quindici persone. I militari, infatti, hanno scoperto due importanti centri di stoccaggio e smistamento merci: uno dove c'erano quattro milioni di cosmetici in gran parte pericolosi per la salute e l'altro con oltre due milioni e mezzo di paia di calze «Pompea» contraffatte.

Tutti capi destinati a partire alla volta delle altre città italiane per invadere il mercato. L'attenzione degli investigatori si è fermata per prima in un capannone, in via Prenestina, dove c'era un continuo andirivieni di stranieri e di autoveicoli. Inizialmente i militari hanno pensato si trattasse di un centro di smercio di abbigliamento. Ma, approfittando dell'arrivo di un grosso articolato con targa lituana, i finanzieri sono intervenuti per controllare il contenuto sia del mezzo che del magazzino, trovando circa 1.500 «scatoloni» contenenti oltre 2 milioni e mezzo di paia di calze recanti i loghi appunto della «Pompea», azienda nazionale leader del settore dell'intimo. I successivi accertamenti hanno consentito di verificare non solo l'illecita riproduzione del marchio ma anche dei più importanti brevetti industriali dell'azienda, tra cui quello denominato «no stress», riportato regolarmente sulle calze.

La merce, proveniente dalla Cina, era giunta nel nostro paese dopo essere stata sdoganata in Gran Bretagna e aver attraversato alcuni Paesi comunitari senza dare troppo nell'occhio. Probabilmente era destinata all'intero mercato nazionale, dove sarebbe stata collocata a un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello dei prodotti originali. Gli investigatori stimano, «a livello prudenziale», che il valore delle calze sequestrate ammonti a non meno di 4 milioni di euro. Il responsabile di tutta questa organizzazione era un imprenditore cinese, di 49 anni, attivo nel settore della commercializzazione di accessori di abbigliamento, che è stato denunciato a piede libero per detenzione e commercializzazione di oggetti con marchio falso. Nel secondo intervento, attuato nella stessa area di via Prenestina, le fiamme gialle del II Gruppo hanno scoperto quasi quattro milioni fra cosmetici, prodotti per la cura della persona, materiale scolastico e articoli per la casa, non conformi alla normativa vigente in tema di sicurezza. Gli oggetti sequestrati, in gran parte destinati ai bambini, erano tutti privi delle prescritte etichettature di sicurezza, delle istruzioni d'uso e della composizione chimica. Numerose sono le confezioni di prodotti decorativi per la pelle e le unghie composti da colle di origine sospetta e, addirittura, in uno dei magazzini, erano conservati cosmetici contenenti ioni metallici (nichel piombo e cromo-esavalente), riconosciuti pericolosi per la salute.

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