giovedì 2 dicembre 2010

Terzo polo, la balena bianca


MILANO - Da una parte Silvio Berlusconi, dall'altra il terzo polo. Alla verifica parlamentare mancano ancora dodici giorni, ma la crisi della maggioranza sembra subire in queste ore una brusca accelerazione. Il presidente del Consiglio è determinato: non intende dimettersi prima del voto del 14 dicembre (come fa capire il ministro Ignazio La Russa) e boccia senza appello la mozione di sfiducia annunciata da Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli. «È da irresponsabili non mantenere la stabilità in Italia» ha detto il Cavaliere. La Lega se la prende in particolare con l'ex leader di An: «È un grave errore politico la decisione di Fini di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del governo» fanno sapere Federico Bricolo e Marco Reguzzoni. Il terzo polo, però, a questo punto entra in gioco a tutti gli effetti, stando almeno ad annunci e comunicati, e non sembra disposto a tornare sui suoi passi. Tanto da far dire al leader del Pd Pier Luigi Bersani che «ormai è chiaro: ci sono le condizioni perché la crisi politica del governo Berlusconi, che da mesi e mesi segnaliamo, abbia finalmente una formalizzazione parlamentare». «I deputati di Udc, Fli, Api, Mpa, Libdem, La Malfa e Guzzanti del gruppo misto, che si riconoscono in un'area di responsabilità politico-istituzionale convengono sulla necessità di assicurare al Paese un governo solido e sicuro, in grado di affrontare la seria crisi economico-sociale e di evitare un inutile e dannoso ricorso alle urne» si legge nella nota redatta dopo il vertice Fini-Casini-Rutelli svoltosi in mattinata a Montecitorio. «Alla luce della comprovata inadeguatezza dell'attuale esecutivo, i deputati del terzo polo ribadiscono anche l'invito al presidente del Consiglio a dimettersi per facilitare l'apertura di una nuova fase ed evitare ulteriore logoramento politico e istituzionale e inutili manovre di palazzo. A tal fine - specificano - sarà depositata nei prossimi giorni una mozione di sfiducia sottoscritta da tutti i deputati dell'area di responsabilità».

«LA FIDUCIA NON C'È» - Il presidente della Camera e leader di Fli è il più esplicito di tutti: «Le firme dimostrano che la fiducia alla Camera non c'è. Spero che con questo documento non si arrivi al 14», avrebbe detto Fini auspicando le dimissioni del premier. «La mozione sarà responsabile - ha proseguito - centrata sull'assoluta necessità per l'Italia di non fare un salto nel buio». Quanto alla possibilità di elezioni anticipate, il presidente della Camera ha specificato di escluderle «ragionevolmente, anche per la crisi economica». «Anche se adesso si andasse a votare, e io non lo credo - ha voluto comunque sottolineare Fini, abbiamo qualche motivo in più per far capire a Berlusconi che le elezioni non le vince».

«AMPIA CONVERGENZA» - «C'è una convergenza ampia e solida» ha detto il leader dell'Api Rutelli al termine della riunione con Fini e Casini, alla quale hanno preso parte anche l''esponente di Api Bruno Tabacci e Italo Bocchino. «Siamo a quota 317, sommando le firme della nuova mozione di sfiducia Fli-Udc-Api-Mpa, che verrà depositata, alla mozione già presentata da Pd e Idv» ha detto il il capogruppo dei finiani alla Camera. Carmelo Briguglio, uno dei «falchi» finiani, mette intanto le mani avanti e suggerisce una possibile via di uscita che eviti il confronto in Aula: «Il nome di un presidente del Consiglio contro cui sarebbe sottoscritta una mozione di sfiducia non può essere nè riproposto nè accettato da coloro che hanno firmato la sfiducia. Berlusconi vada al Quirinale e si dimetta prima». Il leader centrista, dal canto suo, replica direttamente al Cavaliere: «Irresponsabile - ha detto Casini - è chi si attarda in giochini di palazzo. Piuttosto Berlusconi si dimetta e magari cerchi lui stesso di contribuire ad aprire una fase nuova nel Paese. I modi e le forme - ha aggiunto - si possono vedere, non si deve fare sempre la stessa cosa...». Casini, d'altra parte, nuovo sentire parlare di «terzo polo», ritenendo «necessario che nasca una nuova proposta politica».

MARONI - Nell'esecutivo c'è chi vede l'intesa Fli-Udc-Api come il preambolo di una nuova maggioranza. «Vedremo, il futuro riposa sulle ginocchia di Giove...Lasciamo un po' di suspence, oggi in Aula si è vista plasticamente il quadro di una possibile nuova maggioranza» sottolinea il ministro dell'Interno Roberto Maroni rispondendo, all'uscita dall'Aula, alla possibilità di una mozione di sfiducia comune da parte del Terzo Polo. Maroni ha poi commentato l'approvazione alla Camera del decreto sicurezza, aggiungendo che ora bisogna «fare in modo che si arrivi all'approvazione definitiva entro la scadenza definitiva del 12 gennaio. Sono molto soddisfatto perchè il provvedimento è stato confermato nell'impianto, migliorato in alcuni aspetti e modificato ma senza conseguenze in altri. Ora l'impegno è che al Senato vengano affrontati quei due temi, sulla specificità delle forze di polizia e sui prefetti».

L'IDV: «NOI LA VOTIAMO» - Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, ha già fatto sapere che la mozione, se verrà presentata, lui e il suo gruppo la voteranno. Indipendentemente da altre valutazioni di ordine politico: «Per il solo tempo del battito d'ala di una farfalla siamo pronti a votare qualsiasi mozione di sfiducia al governo. Nel Palazzo sono partite le trattative di coloro che vogliono mantenere la poltrona. Vedremo. Noi siamo pronti. Vogliamo stanare coloro che il sabato annunciano il crollo dell'impero e il lunedì se ne dimenticano».

IL PD: «FATTO POSITIVO» - Quanto al Pd, il capogruppo Dario Franceschini si limita a dire che il fatto che il suo partito possa votare o no il testo dei centristi «è l'ultimo dei problemi». Enrico Letta parla invece della mozione come di «un fatto positivo»: «Abbiamo sempre detto - ha spiegato - che c'era bisogno di un passaggio dalle parole ai fatti, di istituzionalizzare la crisi. Questo fatto riporta nei binari istituzionali la crisi». Non solo: «Questa è la dimostrazione che Fini e Casini sono persone serie che fanno seguire i fatti alle parole, come sapevamo e come eravamo sicuri che sarebbe accaduto».

«NON NE SO NULLA» - Interpellato dai cronisti in proposito a margine del vertice Ocse di Astana, il premier Berlusconi si era inizialmente limitato a dire: «No, non so nulla». E il ministro degli Esteri, Franco Frattini, da Dubai ha detto di continuare «a essere ottimista sul risultato del 14 dicembre». «Ci sono stati molti incontri tra l'Udc e il partito di Fini, che hanno incluso anche molte volte Rutelli - ha fatto notare l'esponente del Pdl - . Ci sono delle riflessioni in corso. Io francamente non credo che molti colleghi del Fli si saranno sentiti a loro agio a preparare una mozione di sfiducia al governo di cui facevano parte fino a qualche settimana fa».

«FLI SOPRA L'8%» - Generazione Italia, il movimento politico-culturale espressione dei finiani, ha diffuso intanto i dati di un sondaggio Crespi secondo cui Futuro e Libertà sarebbe stabile sopra quota 8 per cento, in una situazione che vede «il Popolo della Libertà al 26,3 per cento, il Pd fermo al 23, la Lega che scende al 12,2. Salgono invece Udc (6,7), Sinistra ecologia e Libertà (7,2) e Italia dei Valori (6,7). Gli indecisi risultano però sempre primo partito, con il 36 per cento. Il gradimento di Berlusconi scende al 34, distante tre punti da quello del Governo, che scende a quota 37. Tra i leader politici guida sempre Gianfranco Fini (44 per cento), seguito da Bersani, Vendola (entrambi al 36) e Casini (34)».

3 commenti:

Nessie ha detto...

Ma chi fa queste classifiche ottimistiche?
FLI all'8%??! ma non scriviamo delle castronerie.
Fini è tanto se piglierà il 4%. Per questo al voto non ci vuole andare.

Eleonora ha detto...

L'hai notata anche tu la castroneria corseristica?

Nessie ha detto...

E per forza! Paolo Mieli è pappa e ciccia nonchè primo sostenitore del finismo. L'unica cosa che mi consola è che non ne ha mai azzeccata una. Ricordi l'endorsement verso Prodi? Durò neanche due anni.