domenica 5 dicembre 2010

Sospetti


MILANO - Drammatica svolta nelle indagini sulla piccola Yara: la tredicenne scomparsa nove giorni fa da Brembate Sopra (Bergamo) sarebbe stata uccisa ed il suo corpicino nascosto da qualche parte. E' stato fermato domenica mattina, con l'accusa di omicidio, sequestro di persona e cccultamento di cadavere l'immigrato - a quanto si apprende, sarebbe un marocchino 23enne - bloccato sabato sera dai carabinieri mentre cercava di lasciare l'Italia a bordo del traghetto Berkane, diretto a Tangeri, in Marocco. L'immigrato è arrivato nella caserma del Comando provinciale dei carabinieri di Bergamo, in via delle Valli, intorno alle 23 di sabato. E' stato interrogato, nel carcere di Bergamo in via Gleno, da parte del pm Letizia Ruggeri. In un primo tempo si era parlato anche del fermo di un italiano, ma la circostanza è stata poi smentita dagli inquirenti.

RICERCHE NEL BOSCHETTO - Le ricerche, purtroppo a questo punto rivolte a trovare il corpicino della piccola, in mattinata si sono spostate nella zona di Barzana, a nord di Brembate Sopra (ascolta l'audio di Claudio Del Frate). Nel pomeriggio si sono concentrate nel bosco che ricopre una collina a ridosso del centro sportivo del paese di Ambivere, a pochissimi chilometri da Brembate Sopra. La strada di accesso alla collina è stata sbarrata, mentre vigili del fuoco e militari perlustravano il bosco.

L'INTERCETTAZIONE - «Che Allah mi perdoni, ma non l'ho uccisa io». Secondo indiscrezioni, sarebbe stata questa frase, intercettata al telefono, a convincere i Carabinieri che investigavano sulla scomparsa di Yara Gambirasio della responsabilità del marocchino. Analoga frase l'uomo avrebbe pronunciato sabato dopo essere stato bloccato dai carabinieri. Pare che i sospetti fossero indirizzati nei suoi confronti quando l'uomo si è assentato dal lavoro nei giorni successivi alla scomparsa di Yara. L'uomo lavorava proprio nel cantiere del centro commerciale di Mapello dove i cani avevano più volte condotto gli investigatori. Sul marocchino si sarebbe indirizzata l'attenzione degli inquirenti quando l'uomo ha lasciato il suo luogo di lavoro e residenza abituale ed è partito per Genova, con l'intenzione di imbarcarsi sul traghetto diretto in Marocco. A quel punto è scattato il blitz per impedire la fuga. Accertamenti sono tuttora in corso sull'eventuale presenza di complici.

LA TRAGICA NOTIZIA - Intorno alle 12 di domenica, subito dopo che è stata diffusa la notizia del fermo per omicidio, il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Roberto Tortorella si è recato nell'abitazione dei genitori di Yara per comunicare loro gli ultimi sviluppi. Il comandante si è fermato a casa Gambirasio per una trentina di minuti e uscendo non ha voluto dire nulla. In mattinata la strada di accesso alla famiglia di Yara è stata sbarrata all'accesso anche per i giornalisti.

LE REAZIONI - Primi segni di intolleranza a Brembate Sopra quando si è sparsa la notizia del fermo: nel primo pomeriggio di domenica, davanti alla casa della ragazza si è fermato un suv Audi dal quale è sceso un uomo che ha esposto un cartello con la scritta «Occhio per occhio, dente per dente». Un uomo con un giubbotto verde è passata più volte urlando «Fuori marocchini e albanesi dalla Padania». «Marocchini fuori da Bergamo», si legge su un altro cartello. Un compaesano ha inveito contro l'omicida: «Io non ce l'ho con lui perché è uno straniero, non mi interessa di che razza sia, voglio però che sia fatta giustizia, vorrei che facessero a lui quello che ha fatto alla ragazzina». «Qui non siamo razzisti - ha aggiunto un'altra signora di passaggio - ma ci piace l'ordine e la tranquillità e qui non era mai successa una cosa come questa». «La nostra comunità non reagirà mai con una caccia all’uomo, siamo uniti, solidali, abbiamo speranza: non c’è alcun timore. Questo è un episodio ma non è nella nostra natura né in quella della nostra terra. Non c’è una preoccupazione generalizzata ma solo episodica», ha detto in una breve intervista telefonica con Sky Tg 24 Diego Locatelli, sindaco di Brembate di Sopra. Il Paese è amministrato da una giunta leghista.

L'OPERAZIONE SUL TRAGHETTO - La complessa operazione congiunta delle forze dell'ordine è avvenuta nel massimo riserbo al largo del porto di Sanremo (Imperia); insieme ai carabinieri, è intervenuta anche un'imbarcazione della locale Guardia Costiera. Intorno alle 17 di sabato un ufficiale dei carabinieri di Bergamo ha contattato la direzione marittima di Genova, chiedendo di fermare la partenza del traghetto Berkane, della compagnia marocchina Comarit, partito nel primo pomeriggio da Genova e diretto a Tangeri, in Marocco. In quel momento, tuttavia, il traghetto era già partito e si trovava a 17 miglia dalla costa, in acque territoriali internazionali, dove non era possibile alcun intervento. A quel punto, il direttore marittimo della Liguria ha personalmente contattato il comandante del traghetto, spiegandogli la situazione. Quest'ultimo ha allora invertito la rotta ed è rientrato in acque italiane, dove la nave è stata raggiunta da un'imbarcazione dalla Guardia costiera, a bordo della quale vi erano anche alcuni carabinieri. I militari sono saliti sulla nave ed hanno fermato l'uomo, che è stato fatto salire a bordo dell'imbarcazione militare e portato al Comando dei carabinieri. L'operazione è stata effettuata anche grazie alla collaborazione fornita dalla Procura della Repubblica di Sanremo, che si è coordinata on quella di Bergamo.

IL «GIALLO» SULL'OMONIMO - In un primo tempo gli inquirenti, ingannati da una omonimia, avevano pensato che l'immigrato si fosse imbarcato sulla motonave Excellent, della compagnia Grandi Navi Veloci. I carabinieri del comando provinciale di Genova, a supporto dei colleghi di Bergamo, sabato pomeriggio hanno effettuato un sopralluogo sulla nave in partenza alle 18.45 per Tangeri, con scalo a Barcellona. Cercavano un marocchino di nome Mohamed, che viaggiava in cabina con altre due persone. I militari sono saliti a bordo, hanno raggiunto i passeggeri nella cabina, identificato e fermato l'uomo; poi però sono stati avvisati che si trattava di un omonimo, mentre il ricercato si trovava sulla Berkane, salpata da Genova alle 13. Secondo quanto appreso a Genova, pochi minuti prima dell'ora prevista di partenza è stato dato l'ok alla partenza della Excellent, con tutti i passeggeri a bordo. Intanto il blitz sulla Berkane era già stato organizzato.

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