lunedì 6 dicembre 2010

Niki Vendola e i soldi


Bari - Il vitalizio non può attendere. E così per fronteggiare questa inderogabile emergenza sociale e pagare quindi le liquidazioni agli otto consiglieri che non sono stati rieletti ad aprile, la Regione Puglia decide di attingere ad altre risorse. La strada scelta dalla giunta guidata dal governatore Nichi Vendola, leader di Sinistra e Libertà e aspirante candidato premier del centrosinistra, è quella di una variazione di bilancio che azzera la disponibilità «di competenza» dei fondi dedicati all’acquisto di libri di testo per gli studenti. Una mossa che ha innescato accese polemiche, anche perché tutto ciò avviene proprio mentre proseguono le proteste contro la riforma universitaria del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. L’obiettivo della Regione Puglia è quello di garantire liquidazioni e vitalizi, che tra l’altro da queste parti sono i più alti d’Italia. Insomma, per i delusi delle urne, e cioè per i consiglieri regionali che hanno dovuto ingoiare il rospo della mancata rielezione nell’aprile scorso, si profila un Natale consolatorio niente male, visto che la giunta è riuscita a mettere insieme due milioni e seicentomila euro attraverso il fondo di riserva.

La cosa non è passata inosservata, neanche a sinistra. Al punto che il sindaco di Bari, Michele Emiliano, presidente regionale del Pd, è intervenuto sulla vicenda attraverso Facebook. E non ha usato mezzi termini. «Voglio sapere – si legge sulla sua bacheca online - se questa cosa è vera. Se così fosse ci sarebbe davvero da mandare tutti al diavolo»; e ancora: «Spero di riuscire ad avere una risposta dall’assessore del mio partito. Non è sempre facile avere risposte, neanche per me», aggiunge il primo cittadino. Ma dalla Regione respingono le accuse e si difendono: spiegano che si tratta solo di un passaggio tecnico; i soldi non sono stati sottratti a nessuno perché ad agosto è stato fatto un accordo con il ministero che eroga direttamente quel contributo; sempre dalla Regione precisano inoltre che su quel capitolo non c’era disponibilità di cassa ma soltanto una certa cifra iscritta come «competenza». E aggiungono che le somme prelevate dai fondi per il diritto allo studio saranno liquidate già a partire dal 2 gennaio. In poche parole secondo la giunta pugliese non ci sarebbe nulla di cui preoccuparsi. Sarà. Ma rimane il fatto che gli studenti dovranno attendere, mentre i politici rimasti fuori dall’aula consiliare possono dormire sonni tranquilli: il vitalizio è salvo. E si tratta di cifre che sono piuttosto cospicue. La Puglia è infatti l’unica regione d’Italia che assegna ai consiglieri uscenti un assegno annuale che arriva fino al 90 per cento dell’indennità di carica più una somma di fine mandato pari a un anno di stipendio per ogni legislatura in servizio. Fatti i conti la pensione mensile può raggiungere anche 10.400 euro lordi.

L’assessore regionale a Bilancio e Programmazione, Michele Pelillo, Pd, getta acqua sul fuoco. «È incredibile l’accusa che ci viene rivolta di aver utilizzato i fondi per i libri di testo per pagare le liquidazioni dei consiglieri regionali non rieletti», scrive in una nota spiegando di aver chiesto al governo «di versare quei fondi direttamente ai Comuni per pagare i libri». Pelillo tiene a ribadire che «una posta di bilancio regionale, per competenza e non per cassa, è risultata inutile perché non utilizzata». E «con l’ultimo assestamento di bilancio, sostiene ancora, «abbiamo utilizzato la competenza di quel capitolo per altre necessità». L’assessore sottolinea che si è trattato di un «adempimento tecnico» e non risparmia una stoccata a Emiliano: «Evidentemente – scrive – il sindaco di Bari, forse disinformato, non deve essersi accorto che il suo Comune ha già ricevuto direttamente dal governo centrale circa 560mila euro per i libri di testo, ovvero quanto gli spettava». Le precisazioni non hanno però spento le polemiche. Che si aggiungono a quelle sorte qualche giorno prima per una delibera della giunta che riserva un’altra gradita sorpresa natalizia a consiglieri e assessori regionali. I quali, nel nome di un aggiornamento sempre più tecnologico, avranno la possibilità di scegliere se accontentarsi di un tradizionale personal computer o se invece ricorrere all’iPad, il nuovo gioiellino dell’informatica.

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