lunedì 12 dicembre 2011
Se nessuno li mantiene più...
MILANO — Contrordine: a pagare le conseguenze della crisi non sono i lavoratori immigrati, ma i giovani italiani. Si legge nelle pagine del nuovo rapporto della Fondazione Ismu: l’andamento dell’occupazione complessiva nel nostro Paese nel confronto tra il primo trimestre del 2010 e l’inizio del 2011 ha fatto registrare un aumento di 116 mila unità. «Un risultato positivo ottenuto solo grazie alla componente immigrata», scrivono i ricercatori, cresciuta in un anno del 14 per cento (275 mila in più). Una resistenza alla recessione che è merito soprattutto delle donne, «concentrate nei servizi domestici e di assistenza meno legati agli andamenti ciclici dell’economia».
ITALIANI SENZA LAVORO - Va male invece per gli italiani, soprattutto nelle fasce di età più basse: 160 mila posti in meno nello stesso arco di tempo preso in esame. Tra questi, annota Laura Zanfrini che per l’Ismu ha seguito la ricerca sul lavoro, «sono i giovani a rappresentare le principali vittime», e sono per la prima volta i giovani (due su tre) a considerare l’immigrazione un problema.
NUOVO EQUILIBRIO - I due fenomeni non sono legati: per esser chiari, gli stranieri (ancora soprattutto manodopera non qualificata) non occupano i posti dei ragazzi italiani (con aspettative più «alte» di impiego). Ma sono il risultato, certo, di un andamento complessivo: «In base ai dati del rapporto — scrive ancora la ricercatrice — trova credito l’ipotesi che il mercato del lavoro italiano stia cercando un nuovo equilibrio, ampliando il ricorso a una manodopera straniera a bassa retribuzione, rinunciando a investire sulle giovani generazioni, con effetti preoccupanti per le prospettive di fuoriuscita dalla crisi».
STRANIERI IN FUGA - Nel complesso, però, i nuovi conteggi ribadiscono e accentuano la caduta verticale nella crescita della presenza straniera in Italia: solo 70 mila in più rispetto al primo gennaio 2010 (il totale arriva a 5,4 milioni, irregolari inclusi). Significa che arrivano meno immigrati e sempre di più vanno altrove o rientrano in patria. E questo sì è effetto della crisi. Sulla base dei nuovi dati, il direttore generale dell’Immigrazione e delle Politiche d’integrazione del ministero del Lavoro, Natale Forlani, ha confermato (era già nell’aria e circolavano i primi studi) che il governo si sta orientando per non varare un nuovo decreto flussi nel 2012: «Potrebbe non essere necessario — dice — si possono soddisfare le esigenze del mondo del lavoro con i 300 mila stranieri disoccupati già presenti in Italia e i 40 mila figli di immigrati in cerca di prima occupazione». Il tasso di disoccupazione tra gli stranieri (12,1%) resta comunque più alto di quello che si registra tra gli italiani (8,2%).
Alessandra Coppola
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3 commenti:
Qualcuno si accorgerà che trovare lavoro per gli stranieri e stranieri per il lavoro sono due sport diversi? E che la Bossi-(fu)Fini che legava l'immigrazione ai bisogni del Paese era normale logica? Comunque non credano i giovani Italiani di andare all'estero a trovare vita facile...Vedere Svizzera e frontalieri. Piuttosto il problema è come sempre di qualità e quantità demografica e di costo sociale degli immigrati. Anche il Giappone invecchia ma si guarda bene dal farsi invadere. Ma noi siamo più intelligenti.
Ah, si l'intelligenza che ci viene imposta. Certo, come no.
Gente, ma lo volete capire o no, che noi non siamo più in grado di contare una beata mazza? Prima dovevamo ascoltare quel che voleva l'America e ubbidire; ora invece siamo direttamente commissariati da Gold-Monti, l'uomo della più potente (e criminale) banca d'affari e di investimento statunitense, la Goldman Sachs. Sono le banche che regolano i flussi migratori, per chi non l'avesse ancora inteso. E sono loro che stanno facendo strame della ns. Costituzione. Per favore Ele, leggi qui, sull'articolo 81, che dev'essere cancellato senza neanche lo straccio di una discussione parlamentare, solo per favorire i prelievi fiscali prossimi venturi.:
http://crisis.blogosfere.it/2011/12/toccare-la-costituzione-per-amor-della-finanza.html
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