martedì 20 dicembre 2011

La democrazia secondo il rosso


MILANO- Giorgio Napolitano respinge le critiche su come ha gestito la crisi di governo e spiega: «È una grave leggerezza dire che la democrazia è stata sospesa. Il mio dovere era evitare lo scioglimento delle Camere». Anche perché «sono sempre stato imparziale». La nomina di Monti «non è stato uno strappo istituzionale». E ricorda: «Con Berlusconi la sostenibilità internazionale era al limite». Poi invita anche il Parlamento e le forze politiche a fare «i necessari sacrifici finanziari».

IL GOVERNO MONTI - Il Presidente della Repubblica coglie l'occasione di parlare, durante lo scambio di auguri tra le più alte cariche dello Stato. Napolitano è duro con chi lo ha criticato: «Non mi risulta il tradimento della volontà popolare» e cita come esempio la Gran Bretagna. In ogni caso, quello di Monti non è un governo tecnico. La Costituzione, ricorda il presidente della Repubblica nel suo intervento al Quirinale davanti alle alte cariche dello Stato, «non prescrive che i membri del governo, a cominciare dai ministri, debbano essere parlamentari e rappresentanti ufficiali dei partiti - ricorda-, debbano essere, come si usa dire, dei politici e non dei tecnici. Ma non persuade l'uso di quest'ultimo termine. Più semplicemente sono state chiamate da qualche settimana a far parte del governo persone politicamente indipendenti, che hanno accettato di porre al servizio del paese le competenze e le esperienze di cui sono portatrici».

«EVITARE LE URNE» - Insomma, per Napolitano quello di «evitare le urne» è stata la scelta migliore «viste le ricadute dirompenti che ciò avrebbe potuto avere per il nostro Paese nel burrascoso contesto dell'Eurozona, visto l'incombere sull'Italia di un catastrofico aggravarsi della crisi finanziaria, era un mio preciso dovere istituzionale».

LA CRISI- Il governo Monti è stato chiamato per varare la manovra. «Ma la strada è lunga e in salita. Possiamo farcela solo, non mi stanco mai di ripeterlo, attraverso un grande sforzo collettivo, una grande mobilitazione morale, civile, sociale»

BERLUSCONI- E su Berlusconi ha poi aggiunto: «Il presidente del Consiglio, onorevole Berlusconi, prendendo atto di una situazione così critica, dopo l'esito negativo di una votazione significativa in parlamento, si è risolto, con senso di responsabilità, a rassegnare le dimissioni».

L'ANTIPOLITICA- Il capo dello Stato parla del sentimento dell'antipolitica che sta dilagando. «Credo non giovino qualunque posizione di principio o gruppo sociale si rappresenti, i giudizi perentori, le battute sprezzanti, le contrapposizioni semplicistiche. Si discuta liberamente e con spirito critico, ma senza rigide pregiudiziali e non rifuggendo da spinose assunzioni di responsabilità. Intanto, in tempi così difficili per il Paese, si blocchi sul nascere ogni esasperazione polemica».

0 commenti: