mercoledì 6 marzo 2013

Non c'ero, se c'ero dormivo...


ROMA - «In politica non si lascia traccia di nulla e dico questo non perché‚ tutti sono cattivi e io sono l'unico buono ma perché‚ mai il sottoscritto ha ricevuto un ordine scritto di fare o non fare qualcosa. Le cose si dicevano sempre a voce, in politica si fa così». L'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, accusato di essersi appropriato di circa 25 milioni di euro di fondi pubblici destinati alle casse del partito, nel corso di dichiarazioni spontanee fatte davanti ai giudici della IV sezione penale dove compare come imputato, assieme ad altre tre persone, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. Abito grigio, in silenzio con le mani sul capo, intento a leggere una bibbia francescana poggiata sul banco dell'aula 4 del tribunale di Roma. Così l'ex tesoriere della Margherita ha affrontato la seconda udienza del processo a suo carico. Un atteggiamento che il senatore ha tenuto anche durante la prima udienza del 25 febbraio scorso.

DOMICILIARI - Nel corso della dichiarazioni spontanee ha poi aggiunto: «Il comitato federale di tesoreria era l'organo politico di controllo del bilancio ed è giusto così altrimenti il tesoriere sarebbe stato un dittatore». L'ex tesoriere ha poi ribadito che dal 2007 ha pagato «fatture il cui oggetto non corrispondeva al vero perché‚ ma solo perché‚ me lo chiedevano le singole correnti del partito. Pagavo una cosa la cui prestazione non era mai pervenuta: si tratta di fatture false». Le parole del senatore, che si trova attualmente agli arresti domiciliari in un convento in Abruzzo, sono arrivate dopo quelle del senatore ed ex presidente Comitato della tesoreria della Margherita, Giampiero Bocci, sentito come testimone dell'accusa. Bocci ha riferito di non essere «mai stato a conoscenza di accordi fiduciari con Lusi per la gestione del patrimonio del partito». «Non ho mai saputo» ha proseguito Bocci «di accordi fiduciari con Lusi per l'acquisto di immobili&». «L'istruttoria dibattimentale» affermano i legali della Margherita, gli avvocati Titta e Nicola Madia «sta dimostrando chiaramente l'assoluta correttezza nella gestione dei fondi della Margherita da parte dei suoi dirigenti. Al di là dei tentativi di Lusi di confondere le acque, si conferma l'accusa che lo stesso si è appropriato di ingenti somme del partito».

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