venerdì 15 marzo 2013

Dati


La rilevazione della Confesercenti prospetta orizzonti catastrofici: "Il 2013 si avvia ad essere un anno terribile, ben peggiore del 2012: nel primo bimestre, solo nel settore della distribuzione commerciale, hanno chiuso i battenti circa 10.000 negozi, con un vistoso crollo (-50%) delle aperture di nuove attività commerciali. A Roma e Torino si registra il triste record di chiusure; il Sud e le Isole, a sorpresa, tengono più del Centro-Nord. Se il trend rimanesse invariato, a fine anno si registrerà la scomparsa di 60.000 negozi, con le ovvie conseguenze negative su economia e occupazione nel nostro Paese". Ma entriamo nel merito, scandagliando la delicata situazione dello "stivale". Per quanto concerne l’articolazione geografica delle chiusure relative al primo bimestre 2013, i risultati peggiori si rilevano, come detto al centro-nord, che registra 7.885 chiusure a fronte di 2.054 aperture: saldo nettamente negativo. Sud e Isole resistono un pò di più, con 5.890 cessazioni e 1.938 nuove iscrizioni. Tra i comuni capoluoghi di Provincia, invece, la maglia nera va a Roma, con 553 chiusure; seguono Torino (306 cessazioni) e Napoli, dove gli esercizi commerciali che hanno abbassato la serranda sono state 238. Il presente è nero: ogni giorno spariscono in media 167 imprese commerciali. È il dato peggiore degli ultimi 20 anni. E gli orizzonti che si prospettano non sembrano schiarirsi.

1 commenti:

samuela ha detto...

Diciamo anche che molti hanno aperto ad minchiam in questi anni, e Dio solo sa come facevano a restare aperti -anzi, in qualche caso si sa fin troppo bene. Diciamo che molta gente teneva aperti negozi che vivacchiano di pura rendita familiare come se tenere aperto un negozio contro le regole delle domanda fosse un diritto divino. In più, giri di licenze aberranti, cambi di destinazione illogici che puzzano lontano km, che hanno insozzato l'economia e in cui gli extra si sono infilati i topi nella spazzatura, cinesi in primis. E che all'avvento dell'euro i commercianti italici hanno fatto i soliti furbi. What goes around comes around dicono i signori del nostro feudo.