domenica 24 marzo 2013

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Un commento: "Bisogna ricordare a questo signore che la crisi economica che noi subiamo è partita dagli stati uniti per la "truffa" dei derivati. E che questa crisi continua perché le banche hanno chiuso il rubinetto in quanto sono strapieni di quei titoli cosiddetti tossici (cioè i derivati targati usa) che ne vuole e loro non riescono a disfarsene senza mostrare il vero marciume che c'è dietro queste transazioni finanziarie. Bisogna anche ricordare che ad esempio in Gran Bretagna per anni tutta una serie di grandi banche hanno alterato l'indice libor, vi potete chiedere è stato arrestato nessuno? La notizia ha avuto una grande sulla stampa? Questa è la situazione la crisi oggi che è rappresentato dal marcio e che significa grandi perdite per le banche e che si ripercuote nell'economia reale con la negazione dei crediti alle imprese."


MILANO - "La ripresa, pur moderata, prevista per la parte finale dell'anno, è minacciata dall'imprevedibilità del quadro politico interno e dal riemergere di turbolenze finanziarie nell'area euro, che potrebbero incidere sulla fiducia degli operatori e sull'attività d'investimento". Lo ha detto il vicedirettore di Bankitalia Fabio Panetta intervenendo a Perugia a un seminario sulla banche e sottolineando il riemergere delle "incertezze sull'evoluzione dell'economia italiana: senza sostegno finanziario non ci può essere ripresa. Le banche devono fornire il necessario supporto creditizio all'attività produttiva".  E' chiaro però che il sistema creditizio debba trasformarsi, favorendo il ricorso diretto delle imprese al mercato dei capitali e spostando in maniera più decisa, mediante l'utilizzo della tecnologia, l'attività dai canali distributivi tradizionali a quelli più avanzati, conseguendo una decisa riduzione dei costi operativi (fino a -30% nel medio termine). A cominciare dalla riduzione degli sportelli che, in Italia, sono troppo: "Nell'ultimo ventennio - dice Panetta - a fronte di una bassa crescita della domanda di servizi, è quasi raddoppiato. Ognuno movimenta attività per 111 milioni contro i 170 nell'Eurozona". Drammatico il bilancio della crisi tracciato dal banchiere: "Dall'avvio della crisi, il Pil è sceso di 7 punti percentuali, il numero di occupati di 600.000 unità. L'economia italiana - ha proseguito Panetta - sta attraversando una fase di profonda difficoltà, in cui le debolezze strutturali sono acuite dallo sfavorevole momento congiunturale. Nell'arco di un quinquennio essa ha dovuto far fronte alla crisi finanziaria, all'instabilità del mercato del debito sovrano, a due profonde recessioni".

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