domenica 30 gennaio 2011

Fughe


Milano - L'Egitto è in fiamme e sul Paese aleggia l'incubo della guerra civile. In tutte le città è scoppiato il caos, centinaia di detenuti armati sono scappati dal carcere del Cairo. L'esercito è nelle strade e ora ha fatto ingresso anche nel tempio del turismo blaneare dello stato: Sharm el Sheik, una sorta di costola dell'Occidente incastrata in Africa. Molti turisti italiani sono bloccati nella città e non riescono a scappare a causa della mancanza di voli.

Violato il coprifuoco. Migliaia di persone, anche questa notte, hanno violato il coprifuoco imposto da Mubarak per protestare contro il governo. Dopo cinque giorni di scontri e cortei le vittime, secondo i quotidiani arabi, sono almeno cento. Molto diverso il bilancio ufficiale fatto trapelare da fonti governative: trenta morti. L'estremo tentativo di Mubarak di sciogliere il governo e nominare un nuovo premier non ha calmato gli animi, come ha dichiarato ieri El Baradei la rivolta continuerà fino a quando il "faraone" non si schioderà dal suo scranno. L'impressione che Mubarak abbia le ore contate è stata suffragata anche dalla fuga dei suoi familiari. La moglie e i figli, compreso Ghamal il primogenito destinato alla successione al "trono", sarebbero scappati a Londra per evitare il peggio. Nella notte almeno 19 "paperoni" egiziani hanno lasciato il Cairo con i loro jet privati per trovare riparo a Dubai, la paura di un rivoluzione sanguinaria e dei saccheggi sta affollando gli aeroporti di tutto il Paese. La rivolta del pane tunisina, in Egitto è diventata una vera e proprio rivoluzione che produce bollettini e scontri da guerra civile. Un Paese più grande, con una povertà più diffusa e una maggiore penetrazione del fondamentalismo islamico nel mondo politico. Sono questi alcuni degli ingredienti che rendono la terra dei faraoni una polveriera sul punto di esplodere. Ieri gli scontri hanno registrato un aumento del livello della violenza e la rivolta politica si è trasformata in violenza gratuita e vandalismo. Squadre di saccheggiatori hanno invaso i quartieri borghesi della capitale per depredare ville e appartamenti.

Saccheggiato il museo del Cairo. Violato anche uno dei simboli della cultura del Paese, il museo egizio del Cairo: sono state rotte le vetrine espositive e rubati o distrutti i preziosissimi reperti. Per le strade il presidio dei tank dell'esercito, che spesso decide di non intervenire con i rivoltosi. L'immagine più significativa di questi giorni è l'abbraccio su un carroarmato tra un giovane soldato e uno dei manifestanti. A livello internazionale la preoccupazione resta forte. Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, al termine del suo incontro con lo staff della Sicurezza Nazionale ha rinnovato il suo appello a fermare le violenze e a favore della moderazione. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier britannico David Cameron hanno lanciato un appello congiunto a Mubarak perch‚ "eviti ad ogni costo l'uso della violenza contro civili disarmati", e ai manifestanti affinchè "esercitino pacificamente i loro diritti". Il conto alla rovescia continua.

2 commenti:

Massimo ha detto...

Facciamo un appello: vacanze in Italia !
Anche perchè se dobbiamo andare a recuperare i turisti partiti ben sapendo dei disrodini in atto, ci costa dei soldi, tanti soldi ...

Eleonora ha detto...

Ma ci sono tanti altri bellissimi posti da visitare escludendo tutti i paesi arabi. Massimo, il fatto che ora, ad arrivare in italia, non saranno solo i vacanzieri de noantri. Il problema saranno i "profughi" del caos che hanno creato. Che ne facciamo? Dove li mettiamo? E soprattutto, perchè dobbiamo ospitarli forzatamente?