mercoledì 26 gennaio 2011

Sfiducia a Bondi...

... totalmente inutile, vero signor Di Pietro, Casini, Fini e Bersani? Un giorno sprecato che poteva essere usato tranquillamente in altro modo. Peccato che nessuno vi tolga i soldi della busta paga di un giorno improduttivo come questo. Vergognatevi del vostro parassitismo devastante!


MILANO - L'Aula della Camera ha respinto le mozioni di sfiducia nei confronti del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi: 314 no, mentre i sì sono stati 292 e 2 gli astenuti. I presenti al voto erano 608, i votanti 606, la maggioranza richiesta 304. La maggioranza ha espresso lo stesso numero di voti registrato il 14 dicembre sul voto di fiducia al governo. L'appuntamento era iniziato alle 16 e il programma prevedeva che i deputati di maggioranza e opposizione votassero la mozione di sfiducia contro il ministro dei Beni culturali, presentata dall'opposizione dopo i crolli a Pompei. La bocciatura appariva abbastanza prevedibile, vista anche l'assenza di diversi deputati del Centrosinistra, impegnati a Strasburgo al Consiglio d'Europa. Il ministro, nel suo intervento in Aula, aveva respinto al mittente le accuse e aveva contrattaccato: «La cultura è stata uccisa dalla sinistra».

DIFESA - Prima del dibattito il Pdl aveva fatto quadrato attorno al titolare della Cultura e anche il leader della Lega, Umberto Bossi, guardava con ottimismo al voto. Il Senatùr si era infatti detto convinto che Bondi sarebbe rimasto ministro, anche se aveva ribadito che «non bisognava ridursi così. Hanno lasciato andare tutto in malora perché pensavano che tanto poi il Nord gli avrebbe mandato i soldi. È stato un modo per spillarci soldi - attacca Bossi riferendosi alle condizioni di degrado dei siti archeologici pompeiani costati a Bondi la mozione di sfiducia - perché non è possibile che in tanti anni nessuno si sia accorto che crollava tutto». La maggioranza, d'altra parte, ha continua a premere in queste ore perché venga ridiscusso il ruolo del presidente della Camera Gianfranco Fini. Bossi non usa mezzi termini a riguardo. «Mi pare che si debba dimettere» sottolinea il numero del Carroccio, secondo il quale un passo indietro del leader di Montecitorio sarebbe una «opportuna»

SFIORATA RISSA - Durante la votazione si è anche sfiorata la rissa nell'aula della Camera tra i finiani Fabio Granata e Nino Lo Presti sulla mozione di sfiducia al ministro Bondi. I deputati segretari avevano chiamato Fabio Granata a votare che però si stava attardando a rispondere alla chiama. Giampaolo Dozzo lo esorta ad andare a votare. Granata gli risponde male. A un certo punto, però, scoppia un alterco tra lui e Lo Presti, sedato poco dopo. Ma non finisce qui: mentre i due vengono divisi dai commessi, Lo Presti ha un altro alterco con il deputato leghista Stefano Allasia che si prende uno schiaffo. Il vicepresidente Maurizio Lupi ha fatto appello alla calma, ma non ha sospeso la seduta, contrariamente a quanto reclamavano dai banchi del Pd. Poco dopo, Lo Presti ed Allasia si sono «chiariti»: il deputato finiano è andato a chiacchierare con il leghista ai banchi del Carroccio. Il sereno, pare, non dovrebbe essere invece tornato tra Granata e Lo Presti: prima di lasciare l'Emiciclo, Lo Presti ha gridato al suo compagno di partito e corregionale (sono entrambi siciliani) «ti aspetto all'uscita».

TERZO POLO - Prima di entrare in aula il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini aveva chiarito che il Terzo Polo avrebbe votato la sfiducia, perché «non condivide l'operato» del ministro. Comunque, aggiunge il leader centrista, «lo sanno anche i bambini dell'asilo che Bondi avrà la maggioranza». Dello stesso avviso Francesco Rutelli, leader di Api.

SIT-IN - Intanto i 100 autori e in generale il movimento "Tutti a casa", che raggruppa varie associazioni e lavoratori dell'audiovisivo, hanno organizzato un un sit-in in Piazza Montecitorio nel pomeriggio. Successivamente è prevista la consegna di una lettera ai capigruppo dell'opposizione per sollecitare i parlamentari a votare la sfiducia a Bondi.

7 commenti:

marshall ha detto...

A quei quattro inutili e stolti che hai nominato, mando calorosi sonorissimi pernacchi, e anche a quei 100 fannulloni del "tutti a casa" (a casa e a ramengo ci manderei tutti loro)
E che si vergognino di esistere.
Sai quanti antichi edifici crollano? e ai quali nessuno può farci niente, a meno di ricostruire tutto di sana pianta?
E una prova l'ho avuta quando ho scritto di Forte Fuentes,
o quando ho letto dell'Isola Madonna del Monte a Venezia.

Nessie ha detto...

Trombati! per la IIa volta.

Eleonora ha detto...

E' crollato anche un antico edificio, se non sbaglio ad Urbino. L'amministrazione regionale, nonchè provinciale, nonchè comunale è di SINISTRA. Quindi la colpa non è di Bondi o di chicchessia che sta a roma. La colpa è di quella tale amministrazione che risiede in quei posti.

Si, Nessie e per oltre una ventina di voti. I deficienti vari di Casini, Fini, Marcegaglia, Montezemolo, Bersani e compagnia cantante, facciano meglio a tacere. Finchè il governo attuale non cade, non c'è verso di cacciarlo via.

Johnny 88 ha detto...

Ma non gli era bastata la bastonata del 14/12?

Massimo ha detto...

Avete notato che l'esito della votazione l'ha annunciata Lupi, vicepresidente, e non Fini ? E' andato a nascondersi a Montecarlo dopo questo ennesimo successo della sua linea ? :-)))

marshall ha detto...

A proposito di crolli di edifici, ce ne sono anche di quelli appena costruiti che crollano.
Facevo il venditore all'epoca dei primi anni '80, e un lunedì o martedì mattina di primavera, o di inizio estate, mentre transitavo sulla provinciale che da Velate (Monza Brianza) porta ad Usmate (che è un comune unico: Usmate-Velate) fui scosso da un boato agghiacciante: era crollata la copertura del Palazzetto dello Sport, inaugurato il giorno prima. Fortunatamente non c'era nessuno sotto, in quel momento.
Pur essendo vicino ad Arcore, Berlusconi era ancora ben lungi dal pensare di scendere in politica. In quei paesi dominava allora la DC, spalleggiata da altri, e chi ci fosse a Roma in quegli anni non lo ricordo.. Comunque sia, non ci fu nessun pandemonio nè richieste di dimissioni da parte di chicchesia.
E quindi, come volevasi dimostrare, quei quattro più gli aggregati e più quei 100 del tutti a casa, che a quanto pare non mi sembrano cime di intellettuali - mi hanno anzi dimostrato di avere una bella dose di stupidità - sono dei gran festaioli che approfittano di taluni episodi per attirare l'attenzione pubblica facendo festa a spese dei tartassati cittadini, sapendo che parte di loro sono dei gran gonzi creduloni che le bevono tutte.

p.s.
e così ne è venuto un commento da pubblicare come post.

Eleonora ha detto...

Ma ovviamente, Marsh, ci sono due pesi e due misure per tutto. Però, quando si tratta di governi Berlusconi... allora il peso diventa più consistente. L'importante è chiederne le dimissioni, che il governo faccia o non faccia le cose.