sabato 29 gennaio 2011
Terzo polo
La ricetta del terzo polo per l'Italia? Più tasse di Antonio Signorini
Roma - Vincenzo Visco è praticamente uscito dalla politica nazionale, ma il suo spirito aleggia sul Pd e, da ieri, fa capolino anche dalle parti del Terzo polo. Buon senso vuole che si scelgano prima i leader, che si definisca la geografia delle coalizioni e solo alla fine si presentino i programmi, che sono strumenti politici scivolosi e a doppio taglio. Pd e centristi hanno invece deciso di bruciare le tappe. Non sono in vista elezioni. Non si sa bene né il chi né il quando del voto, ma loro hanno già preso l’impegno a fare quello che gli italiani non vogliono che la politica faccia: aumentare le tasse. Da decidere solo cosa colpire, ma le alternative sono tre: le rendite finanziarie, gli immobili, ma anche i redditi più alti. Il battesimo del nuovo corso tributario del centrosinistra, lo aveva officiato Giuliano Amato nel dicembre scorso proponendo una patrimoniale. A molti era apparsa solo una stonatura, la nostalgia per politiche di emergenza dopo che anche la sinistra sembrava essersi arresa al principio- irrinunciabile anche per l’Ue - che le finanze pubbliche si risanano tagliando le spese.
Alla kermesse del Lingotto Walter Veltroni, si è posto l’obiettivo nobile della riduzione del debito e ha rilanciato con un «contributo straordinario» da parte dei più ricchi. Una specie di eurotassa triennale ai danni di dieci italiani su cento. Proposta bocciata dal responsabile economico del suo partito, Stefano Fassina: la patrimoniale «l’abbiamo scartata perché sarebbe massimamente regressiva data la composizione e la residenza del patrimonio italiano». Critiche cadute nel vuoto, visto che il tema è stato ripreso dall’economista Pellegrino Capaldo, che ha proposto una tassa sugli aumenti di valore degli immobili. Una patrimoniale, insomma. Capaldo, che è di area centrista, è stato bocciato dal Terzo polo, ma solo per avere sbagliato bersaglio. Meglio, hanno spiegato all’appuntamento di Todi gli esperti di Udc, Fli e Api, colpire i guadagni da investimenti e lasciare in pace il mattone. «Dobbiamo arrivare alla tassazione delle rendite finanziarie: vanno tassate maggiormente», ha detto ieri Pier Ferdinando Casini alla convention del Terzo Polo a Todi, incassando - a differenza di Veltroni - il plauso di Fassina. Non è dato sapere se la proposta Pd-Udc sia compensata dall’alleggerimento delle imposte sui conti in banca, né i Bot siano inclusi. Di sicuro, c’è solo l’aumento delle tasse. E la conferma che le mobilitazioni di questi mesi contro i tagli imposti dal governo hanno centrato l’obiettivo: convincere un pezzo di politica che la strada non è ridurre la spesa, ma fare entrare più denaro nel bilancio pubblico, a spese, dei cittadini che già pagano.
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2 commenti:
Patrimoniale = rendere tutti più poveri così che debbano pensare non alla politica ma a sbarcare il lunario
Tasse sulle rendite finanziarie = tasse sui risparmi cumulati con redditi già ampiamente tassati
Tasse sulle rendite immobiliari = Tasse sulla casa.
Sempre che non si governa un paese mettendo tasse su tasse. Questi odiano i propri concittadini, altrochè.
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