mercoledì 19 gennaio 2011
Proscioglimento...
La Cassazione ha confermato il proscioglimento del ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, dai reati di associazione per delinquere e concussione, così come aveva già disposto il gup di Bari nel dicembre 2009. La Suprema Corte ha così sciolto la riserva sul ricorso presentato dalla procura di Bari contro il proscioglimento dell'ex presidente della Regione Puglia da alcuni reati, nell'ambito del processo chiamato "La Fiorita". Ha però disposto un nuovo esame del gup di Bari sulla sussistenza di due episodi di falso dai quali Fitto era stato prosciolto. Il ricorso della pubblica accusa si riferiva alla sentenza con cui l'11 dicembre 2009 il gup del Tribunale di Bari, Rosa Calia Di Pinto, aveva prosciolto l'allora governatore della Puglia dai reati di associazione per delinquere, concussione e falso, e lo aveva rinviato a giudizio per altre sei imputazioni: due episodi di corruzione, tra cui la presunta tangente da 500mila euro ricevuta dall'editore romano Giampaolo Angelucci per l'illecito finanziamento al suo partito “La Puglia Prima di Tutto”, un peculato e due abusi d'ufficio. Avendo la Cassazione annullato con rinvio parte del decreto con cui il gup aveva disposto il giudizio nel dicembre 2009, il giudice dovrà rivalutare le due ipotesi di falso, a fondamento del reato di corruzione. Il procedimento riguarda l'esistenza di un presunto accordo illecito finalizzato ad assicurare alla società "Fiorita" le concessioni di servizi di pulizia, sanificazione ed ausiliariato da parte di enti pubblici e di Asl pugliesi, e l'affidamento di un appalto da 198 milioni di euro ad una società di Angelucci per la gestione di 11 Residenze sanitarie assistite (Rsa).
I fatti contestati si riferiscono al periodo 1999-2005, quando Fitto era governatore della Puglia, e si prescriveranno quasi tutti nel 2012. "La decisione della Cassazione conferma, come scritto nella sentenza del gup, che Raffaele Fitto non avrebbe mai dovuto essere neanche indagato per associazione per delinquere. Viene a cadere quindi il reato originario per cui Raffaele Fitto fu iscritto nel registro degli indagati fin dal 2003 e in virtù del quale le indagini andarono avanti fino al 2008": così il commento del difensore di Fitto, il deputato del Pdl Francesco Paolo Sisto. "Conseguentemente - sottolinea il difensore - viene confermato che la misura cautelare richiesta dalla procura di Bari a suo tempo (e respinta dalla Camera nel 2006, ndr) era del tutto illegittima. Quanto alle due ipotesi di falso, per cui la Cassazione ha disposto un nuovo esame da parte del giudice delle udienze preliminari, sarà necessaria la lettura delle motivazioni della Corte per comprendere quali sono le ragioni di non condivisione della motivazione del gup". "La Corte di Cassazione - conclude - ha confermato l'impianto della sentenza di proscioglimento del ministro Raffaele Fitto emessa dal gup di Bari l'11 dicembre del 2009. Respinti quindi i ricorsi della procura di Bari e della parte civile (la Regione Puglia) che tendevano a ripristinare i reati più gravi di associazione per delinquere, concussione e falso, da cui, di conseguenza, Raffaele Fitto rimane prosciolto".
(tratto dal Quotidiano di Puglia)
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