martedì 12 giugno 2012

Il governo moralista e i suoi suggerimenti...


Siamo alla beffa. Un’indagata al vertice della Rai dei tecnici eticamente superiori. Non so se Monti ne fosse al corrente, ma Anna Maria Tarantola, da lui designata alla presidenza della tv di Stato, è sotto inchiesta per non aver impedito, nella sua qualità di vicedirettore di Bankitalia, l’immissione sul mercato bancario dei titoli tossici che hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori e imprenditori. Accuse pesanti, se non venissero dai pm della Procura di Trani, autrice, insieme a quella di Napoli, di scoop giudiziari che si sono rivelati enormi bufale. Come l’inchiesta che coinvolse Berlusconi e Minzolini sul caso Santoro- Minzolini che costò comunque il posto all’allora capo dell' authority di controllo delle comunicazioni. Inchieste mediatiche, che ovviamente, e per fortuna, non vengono riproposte nel caso della signora Tarantola, che almeno per quanto ci riguarda e salvo prova contraria, può dormire sonni tranquilli. Non sarei invece così tranquillo sul futuro della Rai in mano a una coppia di banchieri (anche il designato nuovo direttore generale arriva da quell’ambiente), non per preconcetto ma per fatti concreti. Già abbiamo affidato il Paese ai magistrati ritenendoli casta superiore quando i dati e le sentenze europee certificano che la nostra giustizia è la peggiore del continente. Non vorrei che ora si ripetesse lo stesso errore con i banchieri. Ciò che gli era stato affidato, il sistema bancario italiano, negli ultimi cinque anni ha, infatti, perso oltre il cinquanta per cento del suo valore, con punte al novanta. Se tanto mi dà tanto, non vorrei che la Rai perdesse percentuali simili in audience e autorevolezza. Anche perché l'attuale direttore generale, Lorenza Lei, risorsa interna, aveva iniziato un risanamento che stava dando risultati più che apprezzabili. Misteri della politica, anche se più che da poteri forti queste scelte sembrano dettate da poteri occulti. Ma a Monti tutto è permesso, anche fregarsene, giustamente, dei curricula macchiati da avvisi di garanzia. Così come a Napolitano è concesso ricordare con nostalgia, come ha fatto ieri in una intervista, i bei tempi del comunismo e dire di aver cambiato poi idea senza però aver pagato dazio. E aggiungere che Berlusconi è pratica archiviata. Tanto, a prendere atto che ancora una volta si sbagliava, farà sempre tempo, nonostante l’età avanzata.

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