lunedì 11 giugno 2012

Quanti sono gli esodati? E' profondo giallo...


MILANO - Un decreto per 65 mila e un platea potenziale di quasi 400 mila lavoratori. Non si abbassa la polvere sulla questione esodati, quei lavoratori in uscita con i piani di ristrutturazione aziendale e che rischiano di restare senza stipendio e senza pensione dopo l'introduzione del decreto Salva Italia e il Milleproroghe. Secondo l'Inps gli esodati che avrebbero diritto al trattamento stabilito dalle vecchie regole sono 390.200. Il numero è contenuto nella Relazione che l'Istituto di previdenza ha inviato al ministero del Lavoro prima della firma del decreto che ha fissato in 65.000 la quota dei cosiddetti salvaguardati. Della Relazione - che riaccende lo scontro anche con i sindacati - ha dato conto l'Agenzia Ansa, in possesso del documento.

LA CONVOCAZIONE - In serata, il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua e il direttore generale Mauro Nori sono stati convocati d'urgenza al ministero del Lavoro .

LE CATEGORIE - Nella Relazione inviata al ministero e firmata da Nori sono state definite le categorie interessate alla salvaguardia rispetto alle nuove regole di accesso alla pensione sulla base delle impostazioni normative e interpretative della Ragioneria generale. La platea viene ridotta a 65.000 lavoratori salvaguardati (che quindi potranno andare in pensione con le vecchie regole) sulla base di criteri restrittivi nell'interpretazione delle norme messi a punto dai ministero del Lavoro guidato da Elsa Fornero e dell'Economia gestito ad interim dal premier Mario Monti.

I SINDACATI: DECRETO INSUFFICIENTE - «La relazione Inps ha confermato quanto il sindacato ha sostenuto in questi mesi: la riforma previdenziale, in assenza della gradualità necessaria ad offrire il giusto accompagnamento alla pensione per le persone che erano ai limiti del raggiungimento dei vecchi requisiti pensionistici, ha prodotto una ferita nel paese lasciando centinaia di migliaia di persone senza un reddito da lavoro o da pensione», ha affermato il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli. Per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso «che il numero dei 65.000 fosse assolutamente irrealistico, che i numeri sono molto più consistenti era assolutamente evidente»

Paola Pica

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